Buste di plastica addio, ma non per tutte
Bisognerà aspettare ancora un po’ per poter dire definitivamente addio alle buste di plastica non biodegradabili. L’articolo 2 del decreto legge 2/2012 proroga, per alcune categorie di prodotti, la decorrenza del divieto di commercializzare sacchi per l’asporto delle merci (originariamente introdotto dall’articolo 1, commi 1129 e 1130 della L.296/2006 – legge finanziaria 2007). In particolare, il termine di applicazione del divieto di commercializzazione slitta per i sacchi per l’asporto delle merci conformi alla norma armonizzata UNI EN 13432:2002 (che fissa: “Requisiti per imballaggi recuperabili mediante compostaggio e biodegradazione – Schema di prova e criteri di valutazione per l’accettazione finale degli imballaggi”) e per quelli di spessore superiore ai 200 micron, se destinati all’uso alimentare e 100 micron, se destinati agli altri usi. La proroga è disposta fino alla data di adozione di un apposito decreto che definisca le eventuali ulteriori caratteristiche tecniche delle buste indicate ai fini della loro commmercializzazione. Lo slittamento del termine, quindi, non riguarda i sacchetti che non rispondono alle caratteristiche sopra riportate, per i quali il divieto di commercializzazione vige dal 1° gennaio 2011. In realtà, fino ad ora, l’assenza di specifiche sanzioni e la mancata adozione del decreto di definizione delle misure da introdurre progressivamente nell’ordinamento interno al fine di giungere alla progressiva riduzione della commercializzazione di sacchi non biodegradabili hanno determinato alcuni dubbi sull’applicazione effettiva applicabilità del divieto. La nuova norma, quindi, che introducendo anche specifiche sanzioni per la violazione del divieto, fissa al 31 luglio 2012 la decorrenza delle stesse, nonché il termine per i Ministeri competenti di elaborare la necessaria disciplina di attuazione, va nella direzione di assicurare il definitivo addio alle buste non biodegradabili. |