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Cadmio negli alimenti, il Ministero invita le Regioni ad applicare i nuovi limiti dell’Ue

Il Ministero della Salute invita, con una nota indirizzata agli Assessorati regionali alla sanità, alle Organizzazioni maggiormente rappresentative del settore agricolo ed alle associazioni dei produttori, ad applicare le indicazioni della Raccomandazione n. 2014/193/UE relativa alla riduzione della presenza di cadmio nei prodotti alimentari e del Reg. (CE) 12 maggio 2014, n. 488/2014, con il quale sono stati modificati i tenori massimi di cadmio in diversi alimenti quali i cereali, gli ortaggi, la carne, il pesce, i frutti di mare, le frattaglie e gli integratori alimentari.

Per alcuni alimenti – che hanno un ruolo importante nell’esposizione di determinati gruppi di popolazione – i tenori massimi sono applicati con tempi differiti vista la difficoltà di immediata introduzione. Per il cioccolato e i prodotti a base di cacao, i limiti si applicano dal 1° gennaio 2019 per gli alimenti destinati ai lattanti e bambini dal 1° gennaio 2015. 

I tenori massimi dei Contaminanti vengono stabiliti sulla base del principio del livello più basso ragionevolmente ottenibile (Alara) sia per i prodotti per i quali sono già stati stabiliti tenori massimi per il cadmio (quali gli ortaggi, la carne, il pesce, i frutti di mare, le frattaglie e gli integratori alimentari), sia per i prodotti per i quali i tenori massimi vengono introdotti (quali i prodotti a base di cacao e cioccolato) con l’ausilio dei dati di occorrenza e dei modelli di consumo alimentare dei cittadini dell’Unione europea. Il cioccolato e il cacao in polvere venduti al consumatore finale possono contenere, per le caratteristiche naturali dei suoli coltivati,  alti tenori di cadmio e costituiscono una fonte importante di esposizione umana.

La nuova legislazione comunitaria è frutto di un lungo lavoro. Il 30 gennaio 2009, il gruppo di esperti scientifici sui Contaminanti nella catena alimentare (gruppo Contam) dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa) ha adottato un parere sulla presenza di cadmio negli alimenti. In tale parere l’Efsa ha stabilito una nuova dose settimanale tollerabile (Twi – tolerable weekly intake) pari a 2,5 μg/kg di peso corporeo. Nella sua dichiarazione relativa alla nuova valutazione della dose settimanale tollerabile di cadmio stabilita dal gruppo Contam nel 2009, l’Efsa ha preso in considerazione la recente valutazione del rischio realizzata dal comitato misto Fao/Oms di esperti per gli additivi alimentari (Jefca) e ha confermato la TWI di 2,5 µg/kg di peso corporeo.

Nel suo parere scientifico il gruppo Contam ha concluso che nei paesi europei le esposizioni alimentari medie sono vicine o leggermente superiori alla TWI di 2,5 µg/kg di peso corporeo. Alcuni sottogruppi della popolazione possono superare la Twi di circa il doppio. Il gruppo Contam ha inoltre concluso che, sebbene siano improbabili effetti avversi per la funzionalità renale degli individui esposti a questa dose, l’esposizione al cadmio a livello della popolazione dovrebbe essere ridotta.

Secondo il parere scientifico del gruppo Contam, i gruppi alimentari che più contribuiscono all’esposizione alimentare al cadmio, soprattutto a causa dei consumi elevati, sono i cereali e i prodotti a base di cereali, gli ortaggi, la frutta a guscio e le leguminose, le radici amidacee o le patate e la carne e i prodotti a base di carne. Le concentrazioni più elevate di cadmio sono state riscontrate nei seguenti prodotti alimentari: alghe marine, pesce e frutti di mare, cioccolato e alimenti dietetici, funghi, semi oleosi e frattaglie commestibili.
Nel 2001 sono stati stabiliti i tenori massimi di cadmio in una serie di prodotti alimentari, fra cui i cereali, gli ortaggi, la carne, il pesce, i frutti di mare, le frattaglie e gli integratori alimentari.

Sulla base delle recenti conclusioni dell’Efsa sono stati presi in considerazione nuovi tenori massimi negli alimenti con il reg. CE 488/2014. A seguito dei pareri scientifici sul cadmio, formulati dal gruppo Contam, la Commissione ha inoltre esaminato la possibilità di ridurre alcuni degli attuali tenori massimi di cadmio nei prodotti alimentari che sono fra le principali fonti di esposizione (ad es. cereali, ortaggi, patate).

La Commissione ritiene difficile conseguire una riduzione immediata dei tenori massimi. La presenza di cadmio nei prodotti alimenti non è uniforme, ma varia considerevolmente in funzione, ad esempio, della localizzazione geografica della zona di coltivazione (livelli differenti di presenza naturale di cadmio nel suolo dovuti alla diversa distribuzione nella crosta terrestre), della disponibilità del cadmio a partire dal suolo (trasferimento in misura diversa dal suolo alle piante a seconda del pH e di altri componenti del terreno), delle diverse varietà vegetali che presentano modelli differenti di accumulo del cadmio, ma anche in funzione di fattori antropici (utilizzo in agricoltura di fanghi derivanti dai liquami, letame o concimi a base di fosfati) e di altri fattori.

Per quanto riguarda la presenza di cadmio nei fertilizzanti a base di fosfati, in merito alla quale sono in corso lavori, la Commissione riconosce la necessità di intervenire conformemente alla sua strategia per la riduzione dei rischi del cadmio e dell’ossido di cadmio, adottata nel 2008.

Sul tema della presenza di cadmio nei fertilizzanti a base di fosforo il Copa Cogeca ha incontrati i rappresentanti della DG Agri della Commissione UE per valutare quali tenori devono essere fissati per i fertilizzanti al fine di tutelare la salute umana senza compromettere l’efficacia di tali prodotti sulla fertilità dei suoli e sullo sviluppo delle colture.

Alcuni metodi di attenuazione per ridurre la presenza di cadmio negli alimenti sono tuttavia già disponibili, ma occorre tempo affinché siano pienamente messi in pratica dagli agricoltori e dagli operatori del settore alimentare. In alcuni casi, per conseguire riduzioni a medio/lungo termine dei tenori di cadmio negli alimenti, i metodi esistenti devono essere adattati in modo specifico alle colture e alle zone geografiche per le quali saranno applicati e devono essere comunicati e promossi in maniera più efficace presso gli agricoltori. 

Secondo i provvedimenti sopra approvati, gli Stati membri devono adottare le misure necessarie per garantire che i metodi di attenuazione già disponibili siano comunicati e promossi presso gli agricoltori e che se ne cominci o continui l’applicazione allo scopo di ridurre i tenori di cadmio negli alimenti. Se necessario, la Commissione UE invita ad effettuare ulteriori ricerche e indagini per colmare ogni eventuale lacuna nelle conoscenze sui metodi di attenuazione.
La Commissione riesaminerà la situazione entro il 31 dicembre 2018 al fine di decidere in merito ad altre misure appropriate.

Inoltre, gli Stati membri dovrebbero monitorare regolarmente i progressi delle misure di attenuazione applicate grazie alla raccolta di dati sull’occorrenza dei tenori di cadmio negli alimenti. In particolare, gli Stati membri dovrebbero garantire che i risultati delle analisi siano trasmessi regolarmente all’Efsa, che li raccoglierà in un’unica base di dati e  che nel dicembre 2015 sia presentata alla Commissione europea una relazione sui progressi compiuti nell’attuazione della presente raccomandazione, seguita da una relazione finale al più tardi nel febbraio 2018. Tali relazioni dovrebbero prestare un’attenzione particolare ai tenori di cadmio vicini o superiore ai tenori massimi.

La campionatura e l’analisi dovrebbero essere effettuate conformemente alle disposizioni di cui al regolamento (CE) n. 333/2007 della Commissione, del 28 marzo 2007, relativo ai metodi di campionamento e di analisi per il controllo ufficiale dei tenori di piombo, cadmio, mercurio, stagno inorganico, 3-MCPD e idrocarburi policiclici aromatici nei prodotti alimentari.

Registrato presso il Tribunale Civile di Roma, Sezione per la Stampa e l'Informazione al n. 367/2008 del Registro della Stampa. Direttore Responsabile: Paolo Falcioni.
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