il Punto Coldiretti

Campagne più fertili, città più pulite

Quasi un terzo dei rifiuti urbani può essere restituito al suolo per migliorare la fertilità dei terreni agricoli e la crescita delle piante. E’ quanto emerso dal Forum “Rifiuti: città più pulite, campagne più fertili” organizzato da Coldiretti a Roma, nella sala convegni di Palazzo Rospigliosi. Un’occasione per analizzare quella che è oggi una vera e propria emergenza nazionale e proporre alcune soluzioni efficaci per ridurre e smaltire l’immondizia, trasformandola da problema in opportunità.

All’iniziativa hanno preso parte il presidente della Coldiretti Sergio Marini, Michele Candotti (Segretario generale WWF), Vittorio Cogliati Dezza (Presidente Legambiente), Saverio Cotticeli (Generale Comandante dei Carabinieri per la Tutela della Salute), Lucio Francario (Docente di Istituzioni di Diritto Privato – Università del Molise), Alfredo Galasso (Docente di Diritto Civile – Università di Palermo), Amedeo Postiglione (Magistrato della Suprema Corte di Cassazione – Presidente Fondazione Internazionale  dell’Ambiente), Antonio Guariniello (Consulente Ministero  dell’Ambiente).

Secondo i dati diffusi da Coldiretti, in Italia la produzione di rifiuti urbani è pari a 32,5 milioni di tonnellate per una media di 550 chili per abitante, mentre la raccolta differenziata della frazione umida organica (umido + verde) è stata di 2,7 milioni di tonnellate (+11,4 per cento). In pratica ogni italiano produce quasi 300 grammi di rifiuti organici, che potrebbero essere trasformati in fertilizzanti attraverso impianti di compostaggio, dai quali sono usciti sino ad oggi in Italia circa 1,4 milioni di tonnellate di compost di qualità da distribuire ai terreni. Una quantità che potrebbe triplicare con una maggiore attenzione alla verso la raccolta differenziata che, seppur in aumento, si è fermata al  25,6 per cento. La produzione e l’utilizzo di compost in agricoltura derivante da rifiuti organici sono, infatti, importanti per sopperire alla crescente carenza di sostanza organica di cui è carente quasi il 50 per cento dei terreni italiani, oltre che per conservare la fertilità dei terreni agrari e preservare gli equilibri ambientali.

“Dopo i recenti episodi di criminalità con lo smaltimento nei suoli agricoli di sostanze tossiche, occorre però vigilare sulla correttezza delle operazioni e sugli impianti di compostaggio” ha affermato il presidente di Coldiretti, Sergio Marini, nel sottolineare che le condizioni per la diffusione del compost in agricoltura sono “l’introduzione del sistema di rintracciabilità; l’indicazione in etichetta delle matrici utilizzate e dello stabilimento di provenienza; maggiori informazioni agronomiche in etichetta (in riferimento alle tipologie di impiego); l’introduzione di un marchio legato al sistema produttivo; la diffusione del sistema di certificazione di prodotto”.

Eppure anche i cittadini possono fare la loro parte. E’ infatti possibile ridurre i rifiuti prodotti in famiglia attraverso scelte mirate di consumo verso prodotti più freschi, che non hanno bisogno di troppe confezioni, magari anche acquistati direttamente nelle imprese agricole. Oltre all’impatto ambientale l’imballaggio ha tra l’altro una incidenza notevole sui prezzi sia in quanto componente sempre più rilevante del costo del prodotto sia per il fatto che aumenta il peso da trasportare. Nell’alimentare spesso il costo della confezione supera quello del prodotto agricolo in esso contenuto, come nel caso dei fagioli in scatola dove l’imballaggio incide per il 26 per cento sul prezzo industriale di vendita, mentre per la passata in bottiglia da 700 grammi si arriva al 25 per cento, per il succo di frutta in brick al 20 per cento e per il latte in bottiglia di plastica sopra il 10 per cento.

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