il Punto Coldiretti

Cantine, frantoi e essiccatoi, Coldiretti e Ministero contro lo stop all’esonero

L’esonero dall’obbligo delle emissioni in atmosfera per cantine, frantoi e essiccatoi torna in discussione. E’ stata inserita a sorpresa, all’interno del collegato ambientale alla legge di stabilità, una norma finalizzata a modificare restrittivamente gli esoneri dall’obbligo di autorizzazione alle emissioni in atmosfera recentemente approvati per essiccatoi, cantine e frantoi, con l’articolo 41-ter, comma 1, lett. d), del decreto legge 21 giugno 2013, n. 69, nel testo integrato dalla legge di conversione 9 agosto 2013, n. 98.

Immediata la reazione negativa e aspramente critica da parte del Ministero delle Politiche agricole (Mipaaf) e di Coldiretti, che ha scritto alla Segreteria del Ministero dell’Ambiente per bloccare subito l’iter della norma.

La proposta di cui all’articolo 9 del collegato ambientale alla legge di stabilità, introdotta proprio su richiesta del dicastero dell’Ambiente, con il parere radicalmente negativo del Mipaaf, rischia di rimettere inspiegabilmente in discussione, dopo brevissimo tempo, obblighi, procedure ed adempimenti a carico degli impianti agricoli, violando il principio fondamentale della certezza del diritto.

Coldiretti, nella nota trasmessa al Ministro, ha ricordato come dopo un iter durato quasi sette anni – peraltro a pochissimi giorni dalla scadenza prevista per l’adeguamento degli impianti alle disposizioni in materia di autorizzazione alle emissioni in atmosfera – siano stati finalmente definiti gli impianti agricoli ad inquinamento scarsamente significativo che, in quanto tali, non sono obbligati a munirsi di autorizzazione.
 
Le norme approvate nel mese di agosto, infatti, sono state frutto di un approfondito lavoro di analisi e di confronto, finalizzato ad individuare gli stabilimenti agricoli che, in considerazione della tipologia di attività e della dimensione, non hanno impatti o hanno comunque impatti insignificanti sulla qualità dell’aria, sull’ambiente e sulla salute. In tale contesto, a titolo di esempio, risulta incomprensibile la modifica richiesta con l’articolo 9 del collegato ambientale, di fissare limiti alle attività di stoccaggio delle vinacce, considerato che le evidenze scientifiche dimostrano che in tale fase non si producono particolari emissioni in atmosfera.

D’altra parte, l’eventuale richiesta di predisporre pratiche amministrative, o di introdurre negli stabilimenti strumentazioni e meccanismi di controllo, non utili sotto il profilo della tutela ambientale e sanitaria, causano soltanto rilevanti aumenti di costi per il personale tecnico di riferimento ai fini della verifica e della redazione dei documenti burocratici e per l’adeguamento degli impianti alle novità normative.

E’ stato segnalato, inoltre, che, nell’incertezza del contesto normativo e nelle more della definizione delle categorie di esonero, moltissime imprese agricole, visti i termini fissati per legge, sono state comunque costrette a presentare complesse, costosissime ed articolate domande di autorizzazione alle emissioni in atmosfera per impianti che, invece, già da tempo dovevano essere esclusi da tali obblighi e che, poi, effettivamente, sono stati esclusi.

In tale contesto, Coldiretti ha espresso al Ministero la preoccupazione derivante da questa altalenanza di indicazioni e dal rischio di continui e repentini mutamenti normativi, destinata a ripercuotersi negativamente sulla fiducia delle imprese nei confronti delle Istituzioni, ma, ancora di più, sull’economia e sulle scelte di programmazione aziendali.

Registrato presso il Tribunale Civile di Roma, Sezione per la Stampa e l'Informazione al n. 367/2008 del Registro della Stampa. Direttore Responsabile: Paolo Falcioni.
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