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Coldiretti, ecco le proposte sul riutilizzo delle acque in agricoltura

Dopo la pubblicazione del Piano per la salvaguardia delle risorse idriche europee, la Commissione europea intende valutare gli strumenti più adatti a livello dell’Ue per promuovere il riutilizzo dell’acqua, garantendo, al tempo stesso, la salute e la sicurezza ambientale delle pratiche adottate e il libero scambio dei prodotti alimentari (nel 2015 la Commissione intende completare la valutazione di questa problematica e, in funzione delle conclusioni, presentare una proposta).

Le risorse di acqua dolce in Europa, infatti, sono esposte a pressioni crescenti e si registra uno squilibrio preoccupante fra la domanda di risorse idriche e la loro disponibilità, su scala sia temporale che geografica. Lo stress idrico è un problema per le regioni aride con scarse precipitazioni ed elevata densità di popolazione, ma anche per quelle temperate destinate ad attività agricole intensive, turistiche e industriali. I cambiamenti climatici globali stanno già accentuando questi problemi, con impatti significativi e diffusi previsti a medio e lungo termine e si sta già delineando una crescente concorrenza per le risorse idriche fra i settori che ne hanno bisogno, mentre le risorse di qualità elevata devono essere protette e riservate all’approvvigionamento di acqua potabile.

Secondo l’Ue, per rispondere ai rischi crescenti di carenza idrica e siccità, si potrebbe ricorrere maggiormente alle acque reflue trattate, soprattutto per l’agricoltura e gli usi industriali e urbani. Attualmente la maggior parte delle acque reflue provenienti dagli impianti di trattamento urbani, infatti, è scaricata nei bacini idrici senza sfruttarne il potenziale di riutilizzo. Sfruttare al massimo il potenziale di riutilizzo delle acque, tra l’altro, è un obiettivo specifico della già citata comunicazione "Piano per la salvaguardia delle risorse idriche europee" (COM(2012) 673), che tratta dello sviluppo di una possibile regolamentazione per istituire norme comuni nel settore. È inoltre un settore prioritario del piano strategico di attuazione del partenariato europeo per l’innovazione relativo all’acqua.

Per comprendere le posizioni dei cittadini e dei portatori d’interessi riguardanti la necessità e la portata delle misure da adottare per promuovere il riutilizzo sicuro delle acque, la Commissione europea ha indetto una consultazione online (che si chiuderà il 7 novembre p.v.) i cui risultati serviranno a preparare la valutazione d’impatto.

Coldiretti ha partecipato alla consultazione pubblica e nell’ambito della compilazione del formulario predisposto dall’Ue – essenzialmente a risposte chiuse – ha ritenuto di sottolineare l’importanza di procedere  ad una maggiore diffusione del riutilizzo delle acque in ambito europeo, senza, però, sottovalutare gli impatti per l’agricoltura come utilizzatore finale.

Se è evidente l’importanza per l’agricoltura di disporre, specie nei momenti di scarsità della risorsa, di quantitativi d’acqua da destinare all’irrigazione, resta di prioritaria importanza la qualità della risorsa al fine di prevenire rischi nell’ambito del suo impiego, specie per quanto riguarda le colture destinate all’alimentazione. Si concorda, quindi, sul fatto che il settore del riutilizzo delle acque nell’Ue possa considerarsi maturo sul piano tecnologico e che le soluzioni tecniche siano in grado di coprire un’ampia gamma di applicazioni, tuttavia, queste soluzioni non sono sempre a basso costo e permangono alcune sfide tecniche da risolvere.

Si tratta, ad esempio, della rimozione dei microinquinanti – ossia metalli pesanti, prodotti farmaceutici, metaboliti dei farmaci, sostanze chimiche presenti nelle abitazioni, ecc. – mediante tecniche convenzionali per il trattamento; dell’individuazione e l’ottimizzazione di adeguate tecnologie di recupero per le varie applicazioni di riutilizzo che risultano ancora incoerenti e poco affidabili; dell’intrusione salina nei sistemi fognari, ecc.. Queste problematiche, infatti, costituiscono ancora una riserva per un impiego diffuso delle acque depurate in agricoltura e dovranno essere affrontate in primis se si intende dare un reale impulso alla pratica, che resta di estremo valore, sia dal punto di vista ambientale che strategico.

Detto ciò, rispetto alle diverse opzioni proposte dalla Ue, Coldiretti, allo stato attuale, ritiene preferibile lo sviluppo di orientamenti non vincolanti, sia nell’ambito della promozione del riutilizzo delle acque, sia sull’attuazione della direttiva quadro sulle acque e di quella concernente il trattamento delle acque reflue urbane. Giudicata positivamente anche la possibilità di messa a punto di norme giuridicamente vincolanti sul riutilizzo a livello Ue per far fronte ai rischi sanitari ed ambientali.

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