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Collegato agricolo, un passo avanti per la trasparenza della filiera degli oli

Passo avanti per la trasparenza e la tracciabilità nella filiera degli oli. In sede di discussione del cosiddetto “Collegato agricolo”, in Commissione agricoltura, alla Camera dei Deputati (AC 3119), è stato approvato un emendamento, presentato dall’On. Colomba Mongiello, finalizzato a definire, in sede di prima applicazione, l’entità del contributo ambientale per il Consorzio nazionale di raccolta e trattamento degli oli e dei grassi vegetali ed animali esausti (Conoe), previsto dall’articolo 233 del codice ambientale.

L’approvazione del contributo, che risulta necessaria per  assicurare la prosecuzione delle attività di raccolta e trattamento dei grassi vegetali ed animali esausti e per garantire l’operatività del Conoe, si inserisce nel percorso di tutela della filiera degli oli extravergini di oliva, già avviato con l’approvazione della legge “Salva olio” (legge 14 gennaio 2013, n. 9, Norme sulla qualità e la trasparenza della filiera degli oli di oliva vergini).

Le attività del Consorzio, infatti, essendo funzionali, tra l’altro, alla tracciabilità e trasparenza della filiera, risultano strategiche al fine di prevenire e combattere le frodi che, soprattutto nel settore degli oli di oliva, minacciano il mercato e le imprese nazionali. Rispetto al contributo, il codice ambientale prevede che le risorse del Consorzio sono costituite, tra l’altro, dal contributo ambientale a carico dei produttori e degli importatori di oli e grassi vegetali e animali per uso alimentare destinati al mercato interno e ricadenti nelle finalità consortili e, cioè, destinati a diventare rifiuti.

In passato, con decreto ministeriale, era stato approvato un contributo ambientale, che, in maniera erronea, era posto a carico dei produttori di oli vergini, non destinati a diventare rifiuti, in quanto normalmente oggetto di consumo alimentare. Su tale presupposto, il decreto è stato, dapprima, impugnato al TAR e, a seguito di ricorso straordinario al Capo dello Stato, annullato, per non avere tenuto in debita considerazione la specificità delle diverse tipologie di oli oggetto dell’attività del Consorzio (molti dei quali, come l’olio extravergine di oliva, destinati ad essere impiegati a fini alimentari).

A seguito dell’annullamento del decreto, le attività svolte per il tramite del Consorzio sono state limitate ed il finanziamento del circuito di raccolta, attualmente, si fonda su contributi volontariamente erogati da alcune imprese, destinati, nel tempo, a venire meno. La nuova norma, pertanto, risulta determinante per garantire l’operatività del Consorzio e chiarisce, ragionevolmente, secondo i principi espressi dalla giurisprudenza amministrativa, che l’olio extravergine di oliva, non essendo destinato ad entrare nel circuito di raccolta dei rifiuti, non deve essere soggetto ad alcuna contribuzione. La norma elenca, quindi, le altre tipologie di prodotti che non sono soggetti a contributo, in quanto, presumibilmente, non destinati a diventare rifiuti.

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