il Punto Coldiretti

Controllo funzionale delle irroratrici in scadenza, ecco il piano per le aziende

Il 26 novembre scade il termine previsto per il Controllo funzionale delle macchine irroratrici, ai sensi della normativa vigente sull’uso sostenibile dei Prodotti Fitosanitari ma Il quadro effettuato dalle Regioni sullo svolgimento dei controlli funzionali sul territorio è molto deludente, come emerso nel corso dell’incontro tenuto ad hoc dal  Ministero delle Politiche Agricole con Coldiretti ed Enama (Ente Nazionale per la Meccanizzazione Agricola), che svolge azione di supporto al Mipaaf e alle Regioni nell’attuazione dei controlli.

In sostanza, al momento, fatta eccezione per la Provincia Autonoma di Trento che con il 70% delle irroratrici controllate si è aggiudicata il primato dell’efficienza, tutte le altre Regioni hanno evidenziato difficoltà nell’applicazione della misura. Attualmente la percentuale di macchine sottoposte a controllo, a livello nazionale, non supera il 30-35% del totale. E’ ragionevole ipotizzare, quindi, che al 26 novembre 2016 ci sarà un cospicuo numero di irroratrici/aziende agricole che non saranno in regola con le previsioni della normativa per un uso sostenibile dei prodotti fitosanitari.

Con una lettera successiva a tale incontro, indirizzata al Ministero, Coldiretti ha evidenziato che prendendo atto della difficoltà di predisporre un numero adeguato di centri prova in grado di effettuare prestazioni rivolte ad utenti variamenti distribuiti sul territorio e considerata la rilevante percentuale di macchine che, alla data della scadenza, risulterebbero non conformi e, quindi, non suscettibili di impiego professionale, occorre mettere a disposizione, all’interno di un quadro temporale ragionevole, il sistema integrato dei Consorzi Agrari d’Italia e delle officine convenzionate per promuovere un piano straordinario di adeguamento delle irroratrici anche facendo seguire una specifica nota informativa ai competenti uffici europei.

Nell’incontro sono emerse le criticità a livello regionale nelle attività di controllo delle irroratrici per cui il  Mipaaf ha espresso la preoccupazione che alla data del 26 novembre prossimo ci potrebbe essere un cospicuo numero di macchine irroratrici ancora sprovviste del necessario attestato dell’avvenuto controllo funzionale. Essa è fondata sulle previsioni che Enama periodicamente svolge e su quanto emerso anche durante le riunioni del Consiglio Tecnico Scientifico per l’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari (CTS).

Le macchine irroratrici che alla data del 26 novembre non saranno sottoposte a controllo funzionale con esito positivo, potrebbero essere soggette a sanzioni ai sensi di quanto previsto dall’articolo 24 del d.lgs. 150/2012 (sanzione pecuniaria da 500 a 2.000 euro). Inoltre, con la scadenza del termine sopra citato il controllo funzionale delle macchine irroratrici, nei termini indicati nel PAN (il piano di utilizzo dei fitofarmaci), diventa impegno obbligatorio per le aziende che aderiscono alle misure agro-climatico-ambientali (sostanzialmente produzione integrata e agricoltura blu) e all’agricoltura biologica – Misure 10 e 11 del PSR.

Ciò significa che le aziende che aderiscono ai pagamenti delle misure 10 e 11 del PSR sono soggette anche ai controlli effettuati dall’Organismo Pagatore; il mancato possesso dell’attestato di controllo funzionale delle macchine irroratrici potrebbe quindi determinare eventuali riduzioni del premio. In Italia l’attivazione del sistema del controllo funzionale delle irroratrici si è avvalsa, tuttavia,  di una pluriennale attività svolta dall’Enama che, grazie a specifici fondi messi a disposizione dal Mipaaf, ha coordinato un Gruppo di lavoro denominato “GDL Enama”  di cui fanno parte rappresentanti di tutte le Regioni e Province autonome, nonché esperti del mondo scientifico, che ha prodotto una serie di documenti tecnici la cui adozione a livello regionale ha permesso l’applicazione di procedure omogenee nel riconoscimento dei Centri Prova ufficialmente abilitati e nella formazione dei tecnici che operano presso gli stessi.

Secondo il Ministero, le possibili iniziative da porre in essere sono essenzialmente di due tipi: a) quelle che potrebbero essere messe in campo nell’immediato, con lo scopo di attenuare, per quanto possibile, gli effetti sulle aziende agricole conseguenti alla scadenza del 26 novembre 2016; b) tuttavia, poiché il sistema delle irroratrici necessita di interventi di natura profonda e continuati nel tempo, attesa anche la scarsa  conoscenza della consistenza delle attrezzature in uso presso le aziende agricole, sarà necessario individuare idonei strumenti per addivenire nel medio periodo ad una situazione che a regime consenta alle istituzioni e alle aziende di programmare adeguatamente le attività per rispettare gli impegni imposti dalle norme.

In tal senso, il Mipaaf ha proposto l’attivazione di uno specifico gruppo di lavoro che coinvolga le Regioni, con l’incarico di individuare le strategie e le attività idonee al raggiungimento dell’obiettivo di cui sopra e che, in sostanza dovrebbero indurre gli agricoltori ad effettuare il controllo funzionale delle proprie irroratrici. Al riguardo potrebbe essere coinvolto anche il Gruppo di Lavoro già istituito presso Enama. Per quanto concerne, invece, le possibili azioni da porre in essere nell’immediato, sulla home page del sito del Ministero sarà inserito un apposito spazio in cui si darà informazione sulla prossima scadenza del 26/11/2016.

Inoltre si condividono le proposte avanzate da alcune Regioni. La prima prevede che gli enti stessi che, per accertate ragioni legate all’impossibilità per i Centri Prova di soddisfare le richieste che saranno avanzate dalle aziende agricole presumibilmente a ridosso della scadenza, in qualità di Autorità competenti all’irrogazione delle sanzioni, dovrebbero valutare le cause di forza maggiore che giustificherebbero l’adozione di specifici provvedimenti sulla sanzionabilità o meno di tali aziende. Nel caso in cui le aziende che, successivamente alla data del 26 novembre 2016, dovessero risultare inadempienti rispetto all’obbligo del controllo funzionale delle irroratrici, le Regioni potranno valutare se la sanzione debba essere comminata o meno.

In altri termini, la sanzione potrebbe essere prevista solo per quelle aziende che abbiano comunque utilizzato la macchina non ancora sottoposta a controllo funzionale, come rilevabile da prove documentate (es. annotazioni sul registro dei trattamenti).
Limitatamente alle questioni collegate agli impegni obbligatori delle misure 10 e 11 del PSR, il Mipaaf ha precisato che l’Organismo Pagatore (e di Controllo) Regionale può dar mandato ai propri controllori, ai sensi dell’art. 36 del Reg. UE n. 640/2013, di sospendere il controllo in caso di inadempienze che non pregiudichino “la realizzazione delle finalità generali dell’operazione in questione e se si prevede che il beneficiario sia in grado di rimediare alla situazione entro il periodo massimo definito”, che può essere compreso tra uno e tre mesi. La mancata esecuzione del controllo funzionale, nel caso il beneficiario abbia utilizzato la macchina, se rilevata, si configura come un’inadempienza che non compromette le finalità generali.

Al riguardo l’Ufficio DISR3 del Ministero avvierà un’apposita interlocuzione con gli Organismi Pagatori Regionali, al fine di sensibilizzarli circa la necessità di applicare l’art. 36 in questa fattispecie ed orientarli verso un’applicazione omogenea relativamente alla durata temporale della sospensione, nonché di tutti gli altri aspetti che ricadono nell’ambito di applicazione dell’articolo in questione.
 
A fronte di una specifica  richiesta delle Regioni, circa l’emanazione da parte del Mipaaf di una circolare interpretativa, secondo le indicazioni sopra esposte, al fine di non lasciare tale compito  all’iniziativa delle singole Regioni e Province autonome, il Mipaaf ha precisato nella riunione del 17 ottobre scorso, che nel breve periodo  non ritiene di poter emanare alcun provvedimento interpretativo, non ricorrendone le condizioni all’interno dell’attuale quadro normativo che attribuisce alla Regioni e non al Ministero una competenza in materia riservandosi, però, di fornire tutto il supporto possibile alle Regioni nell’individuazione di idonee soluzioni per far fronte al problema sopra esposto.

E’ evidente che, in generale, l’interesse è che le iniziative da mettere in campo siano condivise da tutte le Regioni e Province autonome per evitare discriminazioni tra imprese agricole ed operatori appartenenti a Regioni diverse. A fronte di questa posizione ministeriale, Coldiretti ha scritto una seconda lettera nell’ambito della quale ha evidenziato che “potrebbe ritenersi utile acquisire da parte delle amministrazioni regionali, il così detto codice di prenotazione da parte di ogni singolo agricoltore, relativo alla richiesta ad un centro autorizzato per il controllo di effettuare la prestazione anche in tempi successivi al decorso del termine stabilito del 26 novembre.

Secondo quanto evidenziato, resta implicito che la competenza ad ammettere tale soluzione in grado di far fronte almeno provvisoriamente ad una vasta problematica rimane in capo all’ente regionale, ma sarebbe comunque significativa un’adesione autorevole dell’Amministrazione centrale a tale proposta di soluzione anche tenuto conto dell’impatto negativo che il mancato adeguamento di un numero assai rilevante di agricoltori potrebbe avere, per quanto riguarda l’applicazione delle regole di condizionalità sui pagamenti dei premi europei.

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