il Punto Coldiretti

Cooperazione necessaria per fermare le frodi agroalimentari nell’area euromediterranea

Negli ultimi giorni dedicati all’esposizione universale, l’Expo ha colto l’occasione per ospitare un interessante convegno sulla protezione del settore agro-alimentare nell’area Euro-Mediterranea, organizzato dal Ministero dello Sviluppo economico (Mise) e dall’United Nations Interregional Crime and Justice Research Institute (Unicri) con l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica sul carattere diffuso, a livello internazionale, delle contraffazioni e delle frodi agroalimentari e di individuare le misure necessarie per reprimere comportamenti illeciti che spesso espongono a seri rischi la salute e la sicurezza dei consumatori.

Nel corso dell’incontro sono intervenuti rappresentanti delle istituzioni sia nazionali che di alcuni Paesi dell’area euro-mediterranea, quali Croazia, Romania, Marocco e Libano per confrontarsi sui sistemi legislativi, sulle pratiche internazionali e sui progetti applicati nelle singole realtà per rispondere efficacemente al crimine agroalimentare. D’altra parte, la sempre più diffusa consapevolezza del coinvolgimento delle organizzazioni criminali nelle filiere agroalimentari induce, ad esempio, a riflettere sul ruolo della cooperazione internazionale ed europea nella repressione di condotte penalmente rilevanti e sulla reale capacità delle norme penali nazionali di far fronte alla crescente domanda di sicurezza da parte dei consumatori.

Appare interessante notare come nel corso dell’incontro sia stata sottolineata, a più riprese, l’idoneità del sistema normativo italiano, anche attraverso l’insieme della normativa di carattere volontario espressa dalle best practices, a rappresentare un valido modello da replicare in altri ordinamenti giuridici.

Il convegno ha, tuttavia, fornito l’occasione per dar conto di una rilevante riforma che sta interessando il sistema penale agroalimentare del nostro Paese, per adeguare le norme attuali, ormai superate, ad una realtà in continua evoluzione che coinvolge un numero sempre maggiore di professionisti che operano in territori anche molto distanti tra loro pur di avvantaggiarsi dei profitti derivanti dall’applicazione di normative che prevedono stadards produttivi meno elevati, con l’ulteriore possibilità di non essere sanzionati per gli eventuali illeciti commessi.

La scelta operata dalla Commissione di studio per l’elaborazione di proposte di intervento sulla riforma dei reati in materia agroalimentare, istituita presso il Ministero della Giustizia, è stata quella di anticipare la tutela dei consumatori prevedendo l’applicazione delle sanzioni prima che un danno effettivo si verifichi.

Nella prospettiva di rendere uniformi le legislazioni dei singoli Paesi dell’area euro-mediterranea al fine di rendere più effettivo il contrasto alla criminalità agroalimentare il progetto di riforma da poco presentato al Ministro Orlando potrebbe rappresentare l’occasione per un nuovo confronto tra realtà economiche, territoriali e culturali destinate, in futuro, a cooperare con sempre maggiore frequenza.

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