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Cresce l’importanza dell’irrigazione per il made in Italy agroalimentare

Cresce l’importanza dell’irrigazione nel made in Italy agroalimentare. Il tema della disponibilità della risorsa idrica per l’agricoltura è stato anche oggetto di un convegno tenutosi a Ferrara, in occasione della manifestazione Accadueo. L’iniziativa, organizzata da Althesys, ha visto la partecipazione di numerosi attori della filiera acqua nazionale, tra cui Coldiretti, Anbi, Acquedotto Pugliese e società operanti nel settore impiantistico dell’irrigazione. Un’occasione per fare il punto sulla tematica idrica, con particolare riferimento agli usi agricoli.

In questa occasione Coldiretti ha ribadito che, pur nella consapevolezza dell’importanza del ruolo che il settore agricolo deve giocare nell’ambito della promozione di un uso razionale dell’acqua, sia attraverso lo sviluppo di sistemi di irrigazione a basso impatto, sia mediante altre innovazioni che possono riguardare la modifica degli ordinamenti e delle tecniche produttive e l’introduzione di colture o nuove varietà meno esigenti, la disponibilità della risorsa idrica è essenziale per mantenere in vita sistemi agricoli, senza i quali è a rischio la competitività del Made in Italy alimentare, così come la stessa sopravvivenza del territorio.

Rispetto agli usi dell’acqua e alle responsabilità dei vari settori, Coldiretti ritiene che la questione debba essere riportata nell’ambito della problematica dei cambiamenti climatici in corso e della necessità di un inderogabile impegno “generale”, a partire dai comportamenti individuali del cittadino, sino alle fasi politico-istituzionali, per intraprendere tutti gli interventi possibili per ripristinare condizioni di equilibrio, attraverso la gestione responsabile del territorio e delle sue risorse, anche attraverso una modifica complessiva degli stili di vita.

Per quanto riguarda l’agricoltura, il legame con l’acqua oggi appare ancora più stretto che in passato, in relazione all’esigenza di fornire produzioni sempre più orientate alla qualità. In base ai dati Inea, infatti, oggi  il 32% delle aziende agricole italiane pratica l’irrigazione, il 40% della produzione agricola nazionale proviene da colture irrigue, mentre è significativo che l’80% dell’export agroalimentare italiano provenga da campi irrigati.

In termini di tendenza, inoltre, rispetto al 2005 le aziende irrigue sono cresciute di circa 60.000 unità e la superficie irrigata è aumentata di circa il 2% (+53.000 ha). Anche nel campo delle tecniche irrigue, pur essendoci ampio spazio di miglioramento in termini di efficienza, i dati dimostrano che, a fronte di un 28,3% della superficie irrigua irrigato per scorrimento e infiltrazione laterale e di 38% irrigato per aspersione, il 21,3% della superfie irrigua nazionale è irrigato con sistemi a basso consumo idrico.

In Liguria, Puglia, Sicilia e Basilicata, infatti,  il metodo prevalente è la microirrigazione, a testimonianza del fatto che, laddove la risorsa è più scarsa le tecniche tendono ad adeguarsi alla necessità di razionalizzazione e risparmio idrico. Per quanto riguarda l’approvvigionamento, il 40,4% delle aziende irrigue (per una superficie di 1.452.335 ha, pari al 52,6 del totale) è servito dai Consorzi, mentre il 45,4% (733.775 ha) si approvvigiona con mezzi propri.

I dati Inea dimostrano, quindi, quanto, in tema di risorsa idrica, sia importante per il settore agricolo disporre di uno scenario di riferimento affidabile e coerente, con regole in grado di garantire l’accesso alla risorsa, seppure in modo sostenibile. Gli interventi al convegno di Ferrara hanno posto in risalto che se, relativamente agli aspetti quantitativi, fare politica dell’acqua significa fare in modo che la domanda potenziale si adatti all’offerta disponibile, modulandosi nei tempi e nei luoghi, occorre che le dinamiche e le norme che influenzano l’offerta tengano conto delle esigenze specifiche dei diversi usi, tra cui quello agricolo. In particolare, per fronteggiare il problema della scarsità, fenomeno che, a prescindere dalla presente annata, è destinato a crescere a causa dei cambiamenti climatici, si tratta di creare percorsi di convergenza.

Gli orizzonti strategici, infatti prevedono una differenziazione degli interventi in termini di tempo e di investimenti finanziari, ma è importante il coinvolgimento di tutto il sistema. Nel breve periodo la necessità è quella di trovare forme di razionamento della risorsa che in base a criteri condivisi (quantità, prezzi, priorità o altro) siano in grado di distribuire la limitata capacità idrica tra usi alternativi senza ingenerare conflitti. In questo contesto, ha ribadito Coldiretti, occorre tener presente che la domanda d’acqua da parte dell’agricoltura non si può configurare sotto un profilo di uso privato. La produzione agricola intercetta, infatti, importanti finalità di interesse pubblico, quali l’ambiente e la sicurezza alimentare.

Nell’ambito di strategie di più lungo periodo, invece, è necessario incidere sull’offerta agendo sulla logistica dell’acqua, favorendo gli immagazzinamenti e i trasferimenti e riducendo le perdite della rete (che restano la principale fonte di perdita della risorsa), ben consapevoli che per risultati in questo campo oltre al tempo servono anche rilevanti disponibilità finanziarie. Una pianificazione strategica sulla risorsa idrica, inoltre, non dovrebbe prescindere da indirizzi per modificare l’intensità e il tipo delle attività che usano l’acqua in tutti i settori (residenziale, agrciolo, industriale, terziario e idroelettrico).

Si tratta di incidere sul piano culturale, visto che solo in parte si può approcciare il problema con l’imposizione di vincoli (regole, limiti massimi ai quantitativi prelevabili) senza correre il rischio di penalizzare gli utilizzatori, sottoponendoli a costi troppo alti e ad insufficienti tempi di adattamento. C’è dunque bisogno di incentivare l’innovazione, da applicare a tutte le fasi del ciclo dell’acqua, per rispondere al problema della scarsità con lo sviluppo di nuove tecnologie e di nuovi prodotti e processi, ragionando in termini di efficienza, di riduzione degli sprechi e di adeguamento del mix di fonti e usi.

Uno degli strumenti più interessanti in questo senso è costituito dallo sviluppo dei servizi di agrometereologia. Infatti, alcune previsioni meteorologiche/climatologiche, a diversa durata temporale, possono essere adottate a supporto delle decisioni in agricoltura e conseguentemente agire positivamente in termini di risparmio della risorsa idrica, oltre a fornire utili strumenti informativi di programmazione, pianificazione e gestione utili per l’orientamento delle politiche territoriali.

Tuttavia, interventi strategici nel settore dell’acqua oggi appaiono di difficile attuazione anche perché, come rilevato dal Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, in occasione della Programmazione dello sviluppo rurale 2007-2013, l’agricoltura opera in un contesto caratterizzato da numerose criticità. Alla mancanza di disponibilità della risorsa e all’insufficiente stato di efficienza delle infrastrutture, si deve aggiungere un deficit nell’ambito della pianificazione, una grande frammentazione dei metodi di gestione e dell’assetto delle competenze, così come una grande complessità dei ruoli istituzionali delle varie Amministrazioni ed Enti competenti in materia.

Si ricorda, inoltre, che le imprese agricole oggi sono già chiamate ad assumersi responsabilità precise nella gestione dell’acqua nell’ambito del regime di condizionalità della Pac che prevede alcuni obblighi a carico degli imprenditori agricoli per il mantenimento della rete idrica in uno stato di efficienza e per la tutela della qualità delle acque.

L’agricoltura, ha ribadito Coldiretti a Ferrara, vuole fare la sua parte, collaborando con impegno per pianificare le azioni di prevenzione e mitigazione necessarie per alleviare disagi su popolazione, sistema agricolo e produttivo, in vista di eventuali emergenze idriche, tuttavia occorre sottolineare come gli standard qualitativi offerti da alcune produzioni alimentari nazionali non possono essere raggiunti riducendo l’impiego delle risorse idriche sotto determinati parametri quantitativi e, quindi, l’auspicio è che le politiche che si intendono attuare riescano a conciliare le esigenze di sviluppo del settore agricolo con quelle relative al risparmio idrico ed alla richiesta da parte dei consumatori di alimenti sicuri e di qualità.

Registrato presso il Tribunale Civile di Roma, Sezione per la Stampa e l'Informazione al n. 367/2008 del Registro della Stampa. Direttore Responsabile: Paolo Falcioni.
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