il Punto Coldiretti

Crescono i consumi di latte bio, arriva un progetto per sostenere le imprese

Ismea fotografa il trend più che positivo del latte biologico italiano e dei suoi derivati mentre il Crea è pronto con la ricerca a supportare lo sviluppo del settore. E’ quanto emerge dai dati illustrati al Sana di Bologna. Secondo Ismea le vendite di latte bio in Italia registrano nel primo semestre del 2016 un +15%  rispetto al 2014-2015 che pure aveva un +7%: in sostanza i consumatori hanno raddoppiato gli acquisti di latte biologico e derivati,  un vero successo rispetto invece alla contrazione nel convenzionale di oltre il 3% ed il maggior contributo è proprio dovuto alla netta preferenza per il latte fresco bio. 

La produzione di latte e, soprattutto, di formaggi biologici in Italia è nettamente insufficiente a soddisfare la domanda crescente. Soltanto il 3,5% dei bovini da latte sono allevati con metodo biologico, con una incidenza di appena il 2,7% sulla produzione di latte fresco ed una percentuale pressoché nulla di formaggi biologici, nonostante una domanda costantemente in ascesa di tali prodotti. Numerosi sono i fattori che possono ostacolare la diffusione di tale metodo di produzione: remunerazione insufficiente a coprire i maggiori costi di produzione, difficoltà a reperire fattori di produzione idonei, difficoltà tecniche per la produzione dei foraggi e per la cura degli animali ecc. In particolare, il reperimento di proteine per l’alimentazione animale pone problemi sia di ordine economico sia di sicurezza di approvvigionamento. Particolare preoccupazione, dal punto di vista sia economico sia agronomico, desta inoltre la fase di conversione dal sistema convenzionale a quello biologico.

Partendo da questa analisi di settore il Crea ha avviato un  progetto molto interessante per le prospettive di mercato che ha il latte biologico “Itinerari tecnici e valutazione della fattibilità per la conversione di allevamenti di bovini da latte”. Al momento, infatti, a causa della crisi del prezzo del latte convenzionale molti allevatori si stanno convertendo al biologico.

La produzione del latte bio presta molta attenzione all’ambiente, alla salute dei consumatori ed al benessere animale. Il trend di mercato è favorevole in quanto i dati evidenziano che il prezzo del latte biologico si è mantenuto molto più alto di quello convenzionale. Il differenziale di prezzo tra latte convenzionale e biologico secondo i dati Ismea è molto più alto in Italia che in altri paesi. Il progetto di ricerca parte da questa analisi di mercato per individuare gli ostacoli che impediscono lo sviluppo della produzione di latte biologico in Italia e risolvere alcuni problemi tecnici riguardanti l’alimentazione e la coltivazione dei foraggi.

Inoltre il progetto mira a verificare la fattibilità della conversione da produzione convenzionale a biologica attraverso l’esecuzione di un’analisi tecnico economica. E’ allo studio anche la possibilità di aumentare l’autoapprovvigionamento di proteine alimentati attraverso il miglioramento della tecnica di raccolta dell’erba medica e altre leguminose per ridurre la dipendenza dal mercato ed abbassare i costi di produzione. Parimenti si studia come aumentare l’autoapprovvigionamento di foraggi migliorando il contenimento delle infestanti del mais mediante la semina su cover crops di leguminose perenni o  annuali.

Il progetto prevede un’analisi tecnica di alcuni allevamenti biologici: i casi studio serviranno a dettagliare gli itinerari tecnici da seguire per la conversione e definire i vantaggi ambientali della produzione biologica. Viene effettuata anche un’analisi economica per esprimere un giudizio di reddittività dell’allevamento biologico da latte. I casi studio permetteranno di valutare i risultati economici derivanti dalla conversione ed individuare gli elementi critici. Saranno effettuate simulazioni prendendo come variabili il prezzo del latte, dei concentrati e dei pagamenti agro-climatico-ambientali.
La sperimentazione riguarda, inoltre,  la medica insilata, effettuata presso un allevamento che produce latte biologico. La sperimentazione interessa 160 bovine di razza Frisona, di cui la metà ricevono medica insilata previo utilizzo di inoculi batterici. Il controllo delle infestanti del mais avviene mediante colture di copertura: trifoglio incarnato, trifoglio bianco, trifoglio sotterraneo e veccia vellutata.

Il primo filone di ricerca cerca di individuare soluzioni rispetto alla difficoltà di reperire alimenti proteici biologici che presentano prezzi elevati e volatili, disponibilità irregolare e non sempre una qualità garantita. Al fine di contenere i costi dell’alimentazione degli animali si è verificato che occorre stabilire un più stretto rapporto tra allevamento e terreno. Al momento i possibili approcci per la soluzione del problema riguardano l’autoriduzione di proteaginose ed ottenere più proteine dai foraggi. Si sta studiando anche la possibilità di alimentare gli animali con le proteine degli insetti.  Al fine di massimizzare l’utilizzo di foraggere proteiche è quello di ricorrere mene a meno concentrato ed a più erba medica.

Per quanto riguarda lo stato di avanzamento del progetto rispetto all’analisi tecnica ed economica, sono state individuate due aziende biologiche che saranno oggetto dei casi studio; sono state predisposte le schede di rilevamento e le metodologie di stima e di simulazione. Ulteriori aziende biologiche saranno aggiunte, prossimamente,  all’analisi.

E’ studiato, inoltre, l’impiego dell’insilato di medica nella dieta delle bovine in lattazione. La medica e la soia sono state seminate nella primavera del 2015. Entrambe le leguminose sono state insilate in trincea utilizzando inoculi batterici. La prima prova di alimentazione ha interessato 160 animali di cui metà sono stati alimentati con medica insilata. La prova prevedeva una serie di rilievi riguardanti la qualità del foraggio, le prestazioni produttive, lo stato di salute e di benessere degli animali e la qualità del latte. Questa prova è terminata a dicembre dello scorso anno.

Per quanto riguarda il controllo delle infestanti, durante l’estate sono state reperite le sementi delle varietà delle quattro specie di leguminose da utilizzare nell’esperimento come living mulch.  Sono state eseguite le semine nell’azienda biologica ospite. La ricerca è ancora in corso e non sono ancora disponibili i risultati definitivi. Le uniche osservazioni che, al momento, possono essere riportate riguardano la buona qualità del foraggio insilato e il fatto che l’emergenza delle parcelle delle colture di copertura è stata rapida ed uniforme, senza criticità particolari.

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