il Punto Coldiretti

Dal 1° gennaio 2011 scatta lo stop ai sacchetti di plastica

Dal 1° gennaio 2011 stop ai sacchetti di plastica. Il divieto di produzione, commercializzazione ed utilizzo dei sacchetti in plastica non biodegradabili è previsto nella legge finanziaria 2007, la cui scadenza originaria, ossia il 1 gennaio 2010, era stata prorogata in considerazione delle contingenze derivanti dalla crisi economica internazionale.

La normativa italiana, che recepisce disposizioni comunitarie (in particolare la direttiva 94/62/CE sugli imballaggi e i rifiuti di imballaggio), prevede che, ai fini della riduzione delle emissioni di anidride carbonica in atmosfera, del rafforzamento della protezione ambientale e del sostegno alle filiere agro-industriali nel campo dei biomateriali, avrebbe dovuto prendere avvio, a partire dall’anno 2007, un programma sperimentale a livello nazionale per la progressiva riduzione della commercializzazione di sacchi per l’asporto delle merci che, secondo i criteri fissati dalla normativa comunitaria e dalle norme tecniche approvate a livello comunitario, non risultino biodegradabili.

Questo programma deve essere definito con un apposito decreto del Ministro dello sviluppo economico, di concerto con il Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, e con il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, previo parere delle competenti Commissioni parlamentari, che, ad oggi, non è ancora stato emanato.

Il decreto è finalizzato ad individuare le misure da introdurre progressivamente nell’ordinamento interno, proprio al fine di giungere al definitivo divieto, a decorrere dal 1° gennaio 2011, della commercializzazione di sacchi non biodegradabili. Per l’avvio del programma è destinata una quota non inferiore a 1 milione di euro a valere sul Fondo unico investimenti per la difesa del suolo e la tutela ambientale del Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare.

A questo proposito il sottosegretario all’Ambiente, Roberto Menia, ha chiarito che è stato costituito un gruppo di lavoro e che si sta predisponendo uno studio finalizzato all’approfondimento scientifico, propedeutico alla conoscenza della capacità produttiva del sistema industriale italiano, con i risvolti sul sistema della distribuzione, per verificare le condizioni per il rispetto dei termini fissati dalla normativa utile per la stesura del decreto attuativo che definisca modalità e tempi per un intervento a regime.

Inoltre, ha spiegato come siano state effettivamente stanziate le somme previste con il bando di finanziamento denominato Un sacco Bio (decreto del 24 dicembre 2008), in base al quale le azioni da avviare sono: l’analisi del ciclo di vita (LCA – Life Cycle Assessment) dei sacchetti biodegradabili; campagne di informazione e sensibilizzazione; la distribuzione di sacchetti biodegradabili.

Il bando dei sacchetti di plastica, oltre ad essere un successo ambientale, rappresenta una grande opportunità per le bioplastiche e, dunque, per il settore agricolo. Da un lato, è necessario ricordare che ogni anno miliardi di buste di plastica vengono abbandonate, con tempi di degradazione molto lunghi, circa 20 anni, ed il rilascio di sostanze chimiche dannose per l’ambiente, l’ecosistema marino e la salute umana.

Dal Rapporto Rifiuti marini: una sfida globale, redatto a cura del programma ambientale delle Nazioni Unite, l’incidenza delle buste di plastica sul totale dei rifiuti che ogni anno l’inciviltà di troppe persone disperde nel mare Mediterraneo, viene quantificata nell’8 per cento circa. Infatti, nel complesso, la plastica costituisce, dopo i mozziconi di sigaretta, la peggiore minaccia per l’ecosistema marino e per l’economia legata al turismo nel mare Mediterraneo.

Inoltre, l’inquinamento derivante dai sacchetti non è legato solo allo smaltimento, ma anche alla produzione. Si stima, infatti, che per produrne 200 mila tonnellate vengano bruciate 430 mila tonnellate di petrolio.

Invece, i nuovi ecoshopper dovranno essere realizzati in bio plastica ricavata da mais e da altre materie vegetali e dovranno essere riutilizzabili. La norma UNI EN 13432, rappresenta, da questo punto di vista, un riferimento importante,  in quanto fornisce presunzione di conformità alla direttiva 2004/12/CE sugli imballaggi e rifiuti da imballaggio.

Questa norma armonizzata, disciplina i Requisiti per imballaggi recuperabili mediante compostaggio e biodegradazione, ed è stata adottata anche in Italia con la denominazione UNI EN 13432. Essa definisce le caratteristiche che un materiale deve possedere per poter essere definito compostabile: la biodegradabilità, ossia la conversione metabolica del materiale compostabile in anidride carbonica; la disintegrabilità, cioè la frammentazione e perdita di visibilità nel compost finale (assenza di contaminazione visiva); bassi livelli di metalli pesanti e assenza di effetti negativi sulla qualità del compost (esempio: riduzione del valore agronomico e presenza di effetti ecotossicologici sulla crescita delle piante).

Si rammenta, infine, che il decreto legislativo, attualmente in discussione, di recepimento della nuova direttiva rifiuti (2008/98/CE), con riferimento alla raccolta differenziata, prevede che i rifiuti organici quali rifiuti biodegradabili di giardini e parchi, rifiuti alimentari e di cucina prodotti da nuclei domestici, ristoranti, servizi di ristorazione e punti vendita al dettaglio e rifiuti simili prodotti dall’industria alimentare dovranno essere raccolti in modo differenziato con contenitori a svuotamento riutilizzabili o con sacchetti compostabili certificati, proprio, a norma UNI EN 13432-2002.

Ciò significa che l’ambito di introduzione dei sacchetti biodegradabili va oltre il circuito commerciale, stabilendo l’obbligo, anche per i cittadini, di utilizzare per i rifiuti organici i contenitori alternativi rispetto ai tradizionali sacchetti di plastica. Questi ultimi resteranno destinati, dunque, solo alla raccolta differenziata avente ad oggetto la plastica.

Registrato presso il Tribunale Civile di Roma, Sezione per la Stampa e l'Informazione al n. 367/2008 del Registro della Stampa. Direttore Responsabile: Paolo Falcioni.
2008 © Copyright Coldiretti - powered by BLUARANCIO S.p.A. | Redazione contenuti

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

Chiudi