il Punto Coldiretti

Dal Psn sette miliardi per tutelare la biodiversità

Nell’anno dedicato alla biodiversità, il Consiglio Ambiente dell’Ue ha adottato un documento Conclusioni sulla biodiversità dopo il 2010 con il quale  ha stabilito gli obiettivi da raggiungere  entro il 2020 per arrestarne la perdita, il degrado degli ecosistemi ed ottenere il ripristino delle migliori condizioni ambientali, definendo, allo stesso tempo, le linee guida per migliorare, entro il 2050, la tutela della biodiversità.

Inoltre, il Consiglio ha espresso la sua posizione in merito, a livello globale per quanto concerne i futuri negoziati internazionali in materia di accesso alle risorse genetiche e di ripartizione dei benefici. Nelle conclusioni del documento, il Consiglio invita a rafforzare l’integrazione degli obiettivi di biodiversità con le altre strategie e politiche trasversali dell’Unione nell’ambito delle quali l’agricoltura riveste certamente un ruolo prioritario.

Per quanto concerne l’Italia, nell’ambito della Convenzione internazionale sulla Diversità Biologica (CBD) e degli impegni assunti a livello europeo per fermare la perdita di biodiversità entro il 2010, è da anni impegnata sullo fronte della salvaguardia di specie ed habitat su tutto il territorio nazionale.

In tale contesto il 2010 segna per l’Italia un momento di particolare importanza con la definizione da parte del Ministero dell’Ambiente della Tutela del Territorio e del mare della Strategia Nazionale per la Biodiversità, attraverso la quale si intende integrare le esigenze di tutela ambientale con lo sviluppo e l’attuazione delle politiche settoriali nazionali e definire le misure da intraprendere per la conservazione della biodiversità dopo il 2010.

In merito al rapporto tra agricoltura e biodiversità é interessante notare come la superficie agricola utilizzata nazionale inclusa nella Rete Natura 2000 ammonta a circa il 10%, mentre le superfici forestali sono circa il 15% dell’intero patrimonio forestale nazionale, quando invece  la media comunitaria si attesta al 13%.

Questi dati, dunque, indicano che il peso della componente agricola e forestale all’interno dei siti della rete Natura 2000 non è trascurabile, ma anzi è una parte importante che deve essere tenuta nella giusta considerazione per la corretta gestione dei siti stessi. Se poi si considera che un quarto dell’agricoltura italiana viene esercita nei parchi è evidente come tra mondo rurale e biodiversità esista un rapporto fortemente sinergico.

Nell’ambito dello Sviluppo Rurale, nella programmazione 2007-2013, il Piano Strategico Nazionale (Psn) stabilisce chiaramente gli ambiti di intervento considerati più significativi assegnando oltre il 40% delle risorse disponibili a interventi direttamente riconducibili al settore ambientale, al cui interno la protezione della biodiversità quale assume un’importanza rilevante. A tale scopo, sono, infatti, destinati più di 7 miliardi di euro in termini di risorse pubbliche, rispetto ai 16,7 miliardi di euro complessivamente disponibili.
A seguito dell’attuazione delle misure di Politica Agricola Comunitaria, le Regioni e le Province Autonome incentivano la protezione delle razze e delle varietà locali a rischio di estinzione.

Nella Misura 214 dei Piani di sviluppo rurale (Psr) denominata "Pagamenti Agroambientali" sono previste specifiche azioni per la conservazione della biodiversità animale e vegetale. Secondo Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, sono ben 19 le Regioni e Province autonome che hanno previsto all’interno di questa misura almeno un intervento per la salvaguardia del patrimonio di razze animali e varietà vegetali autoctone minacciate di abbandono e di erosione genetica.

Il sostegno per la conservazione delle risorse genetiche in agricoltura è stato inserito in 13 Psr. L’azione relativa all’allevamento di razze animali locali originarie della zona e minacciate di abbandono è stata inserita da 17 Regioni (80%).

Inoltre, la programmazione regionale nell’ambito dello Sviluppo rurale 2007-2013 prevede, all’interno della misura 214 "Pagamenti Agroambientali", specifiche azioni per la conservazione della biodiversità animale e vegetale. Tra queste, L’allevamento di razze animali locali in via di estinzione.

L’azione prevede aiuti a favore: degli allevatori che si impegnano "in situ" ad allevare in purezza i capi per il numero di Uba per il quale è stato riconosciuto l’aiuto e attuare, se richiesto, un programma di accoppiamento per il miglioramento genetico dell’allevamento (le specie animali dovranno essere allevate per il quinquennio di impegno e dovrà essere mantenuta una consistenza minima dell’allevamento, con riferimento agli animali minacciati; oltre che iscrivere i nuovi nati al corrispondente Libro Genealogico o Registro Anagrafico); degli Enti e degli Istituti di sperimentazione e ricerca pubblici e privati sulla base di indicazioni operative e di linee di intervento definite dalla regione per le attività di: realizzazione di banche dei materiali riproduttivi; definizione di idonee strategie di salvaguardia delle popolazioni a maggiore rischio di estinzione; individuazione delle più idonee tecniche di allevamento dei tipi genetici autoctoni (TGA); altre azioni mirate, concertate e di accompagnamento all’identificazione, conservazione e tutela del patrimonio genetico zootecnico autoctono.

Per quanto concerne, la coltivazione di varietà locali autoctone in via di estinzione, l’azione prevede aiuti a favore: degli imprenditori che si impegnano "in situ" a coltivare e conservare gli ecotipi locali elencati nel Psr o a moltiplicare le varietà locali secondo un apposito disciplinare; degli Enti ed Istituti di ricerca, pubblici e privati, per attività di conservazione "in situ" ed "ex situ" di materiale genetico.

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