il Punto Coldiretti

Dalla Commissione ministeriale arrivano nuove regole per i fertilizzanti

Dopo alcuni mesi si è nuovamente riunita la Commissione fertilizzanti istituita presso il Ministero delle Politiche Agricole, alla quale partecipa anche Coldiretti.  La Commissione ha votato a favore della predisposizione di un nuovo sito Internet che consente a tutti i fabbricanti di fertilizzanti di inoltrare la propria richiesta di registrazione online così come la domanda di commercializzazione di nuovi prodotti o di formulati che abbiano subito variazioni nel processo di produzione.

Le nuove norme chiariscono che non è possibile commercializzare alcun fertilizzante se prima non si sono rispettati gli adempimenti formali di iscrizione nel registro online e comunque l’immissione in commercio potrà avvenire solo passati 90 giorni dal ricevimento da parte del Ministero della domanda di iscrizione.

Sono previste, quindi, alcune modifiche, tramite l’emanazione di uno specifico decreto ministeriale,  all’allegato 13 del d.lgs. 75/2010, al fine di disciplinare il nuovo sistema informatizzato. Il decreto sarà inviato dal Ministero a Bruxelles per la procedura di notifica.

Nell’ambito della Commissione è stato poi affrontato il problema relativo all’uso improprio del rame. Tale sostanza, infatti, può essere impiegata come agrofarmaco o come fertilizzante. Dal momento che la legislazione vigente prevede dei limiti all’impiego del rame per la lotta fitopatologica, si rinviene la pratica scorretta di acquisto in grande quantità di composti rameici come fertilizzanti, quando, invece, vengono, di fatto, impiegati come agrofarmaci.

La Commissione ha deciso che al fine di ostacolare tale pratica, è opportuno che il Ministero delle Politiche Agricole solleciti la Commissione consultiva per i prodotti fitosanitari istituita presso il Ministero della salute, ad  inviare una lettera alla Dg Sanco della Commissione Europea affinché siano adottate delle idonee misure volte a impedire l’uso improprio del rame.

Una soluzione tecnica potrebbe essere quella di ridurre il limite di contenuto di rame totale nei concimi rameici insolubili in modo tale che se si volesse usare come agrofarmaco il quantitativo da acquistare diventerebbe troppo elevato e, dunque, scoraggiare, di conseguenza, il ricorso a tale pratica.

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