il Punto Coldiretti

Dalle uve al vino, cambia il modo di fare biologico

Dalla produzione di vino da uve biologiche al vino biologico: è questa l’evoluzione che ci si deve attendere dall’introduzione di norme specifiche  sulla produzione di vino biologico che l’Unione Europea intende, a breve, adottare.

Sulla base della normativa comunitaria attualmente in vigore, infatti, è possibile produrre soltanto vino da uve biologiche in quanto non è prevista alcuna disciplina per le fasi successive della produzione: dalla trasformazione delle uve stesse all’imbottigliamento.  

La Commissione Europa ha finanziato il progetto Orwine, coordinato dall’Italia, al quale aderiscono vari Stati membri, proprio per avere indicazioni utili di natura tecnica e normativa al fine di integrare le disposizioni di applicazione del regolamento quadro sull’agricoltura biologica, attualmente in fase di discussione, con un disciplinare di  produzione del vino biologico che riguardi tutte le fasi, dalla coltivazione, fino all’imbottigliamento.

Secondo Coldiretti, tale legislazione dovrebbe avere un’impostazione restrittiva, individuando le norme che consentono il rispetto del principio di naturalità, che caratterizza il metodo di produzione biologico, non solo nel vigneto, ma anche nelle fasi di trasformazione e vinificazione, valorizzando, nello stesso tempo, le uve ed i vitigni provenienti da aree vocate. Ciò consentirebbe di offrire ai consumatori un vino di alta qualità fortemente differenziato rispetto al vino convenzionale, rispondendo così alla domanda di quanti si attendono un prodotto privo di manipolazioni e sostanze chimiche, ottenuto con un processo produttivo il più possibile rispettoso dell’ambiente e della salute umana.

E’ importante, quindi, che nella fase di discussione di questa disciplina, venga disattesa la richiesta di alcuni Stati membri, caratterizzati da aree di produzione non particolarmente vocate, di ammettere additivi e processi non propriamente naturali nel disciplinare di produzione del vino biologico. Una scelta simile, rischierebbe di compromettere fortemente l’immagine del l’agricoltura biologica presso i consumatori, che nelle loro opzioni di scelta prediligono prodotti dotati di determinate caratteristiche.

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