il Punto Coldiretti

Danni alle colture, storno da inserire tra le specie cacciabili

La caccia è un argomento che in questi giorni è oggetto di particolare attenzione da parte delle istituzioni. Il 13 giugno si è riunito il Comitato tecnico nazionale faunistico venatorio che sembra aver finalmente ripreso la sua attività. In primo luogo, è stato fatto presente dal Presidente Rossi, che il Ministero delle Politiche Agricole ha inviato al Ministero delle Attività Produttive un quesito sull’interpretazione della norma relativa alle aziende faunistiche venatorie al fine di verificare se sia possibile riconoscerle come imprese agricole.

Il fatto che la norma attuale specifichi che esse debbano essere senza fini di lucro al momento ostacola tale riconoscimento. Coldiretti ha sottolineato l’importanza di tale problema e ha evidenziato come sarebbe necessaria una modifica della legge 157/92 al fine di garantire solo alle aziende faunistiche venatorie che abbiano i requisiti della connessione con l’attività agricola come previsto dall’art. 2135 c.c., il riconoscimento della qualifica di impresa agricola.

Nel corso della riunione è stato distribuito il rapporto elaborato dall’Ispra sullo stato di conservazione delle specie cacciabili in Italia, documento che è stato inviato dal Ministero alle Commissioni parlamentari che avevano il compito di effettuare l’indagine conoscitiva richiesta in occasione della discussione del disegno di legge di riforma della l. 157/92.

Il testo, pur apprezzato da tutti, è stato oggetto di critica da parte delle associazioni ambientaliste che hanno chiesto un’estensione del documento anche alle specie di fauna selvatica non cacciabili per avere un quadro completo dello stato di conservazione in Italia di tali animali. Il Mipaaf ha evidenziato come in realtà il documento presentato alle Commissioni parlamentari costituisca uno stralcio, per volere delle Regioni, di un rapporto più ampio che era stato elaborato dall’Ispra.

In merito alla richiesta presentata dall’Italia alla Commissione Europea per ottenere la cacciabilità dello storno, considerati anche i dati ingenti che provoca tale specie all’agricoltura, il Comitato ha espresso in maggioranza parere favorevole a che si proceda per l’iter di approvazione dell’istanza. La Lipu ha espresso parere negativo così come l’Ente Nazionale per la Protezione Animali mentre Fare Verde si è astenuta chiedendo maggiori elementi scientifici di valutazione per esprime un parere.

Coldiretti ha espresso parere favorevole ed ha sottolineato l’urgenza di procedere presso la Commissione Europea affinché tale specie sia inserita tra quelle cacciabili. Coldiretti ha evidenziato come in relazione alla prima domanda avanzata dall’Italia e respinta dalla Commissione Ue con motivazioni poco convincenti, avesse inoltrato i dati sui risarcimenti dei danni provocati all’agricoltura dallo storno al Ministero dell’ambiente che ha effettuato la trattativa a Bruxelles.

Il Ministero stesso ha sottolineato che perché l’istanza giunga a buon fine occorre che l’Italia avvii un’azione diplomatica con gli altri Stati membri al fine di ottenere il loro appoggio. La Commissione Ue infatti è restia a modificare gli allegati della direttiva Uccelli ma se esiste una pressione della maggior parte degli Stati membri in tal senso l’obiettivo può essere raggiunto. Inoltre, l’Ispra ha presentato i risultati di un’indagine condotta sullo stato di conservazione dello storno in Italia che non osta alla sua cacciabilità.

Il 15 giugno è giunto a conclusione anche il lavoro del Tavolo nazionale sulla caccia relativo ai calendari venatori. L’assessore Stefano, che coordina il Tavolo, ha convocato in mattinata tutte le Regioni per presentare loro l’accordo sui calendari venatori, raggiunto tra associazioni venatorie, ambientaliste e mondo agricolo insieme ad una rappresentanza delle Regioni.

Queste ultime, fatta eccezione per il Veneto, hanno espresso condivisione rispetto all’utilità del lavoro svolto, che mira, in quanto atto d’indirizzo,  ad evitare l’insorgere di contenziosi legali da parte delle associazioni ambientaliste presso i Tar così come è avvenuto lo scorso anno.  I rappresentanti delle amministrazioni hanno chiesto, però, un perfezionamento del documento che in ogni caso non dovrà incidere sui contenuti dell’accordo frutto di un lungo e faticoso lavoro di mediazione tra le parti.

Coldiretti ha espresso la propria soddisfazione all’assessore Stefano per l’efficienza e la competenza con cui è stato coordinato il lavoro chiedendo che, una volta chiusa tale problematica, si affronti subito la questione dei danni all’agricoltura provocati dalla fauna selvatica. L’assessore ha fatto presente che, compiuto il perfezionamento dell’accordo come richiesto dalle amministrazioni territoriali, questo sarà presentato alla Conferenza Stato Regioni del 23 giugno per la sua approvazione definitiva.

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