il Punto Coldiretti

Danni da animali selvatici, Coldiretti chiede prevenzione e controllo faunistico

Il problema dei danni causati nei campi dai cinghiali e dagli altri animali approda in Parlamento. Coldiretti è stata ascoltata dalla 13ma Commissione Territorio, Ambiente e Beni ambientali del Senato in merito allo stato di attuazione della legge 11 febbraio 1992 n.157 Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio.

Coldiretti, pur sottolineando la positività complessiva della legge quadro in materia di caccia, ha posto l’accento sulla necessità di rivedere le norme relative alla prevenzione e al risarcimento dei danni da fauna selvatica dal momento che non si sono dimostrate efficaci a risolvere un problema che in molte aree rurali ha assunto negli anni dimensioni tali da recare un grave pregiudizio in termini economici alle imprese agricole, quasi sempre non adeguatamente risarcite per i danni subiti.

Come concordato nell’ambito del tavolo istituito anche con le associazioni venatorie ed ambientaliste, Coldiretti ha sottolineato la necessità della definizione di strumenti idonei per la gestione delle specie selvatiche cosiddette problematiche, con particolare riferimento al cinghiale e ad altri ungulati, nel rispetto delle norme contenute nelle direttive 79/409/CEE (direttiva Uccelli) e 92/43/CEE (direttiva Habitat), al fine di rafforzare le specifiche misure di prevenzione dei danni.

Ha, inoltre, aggiunto che qualora queste risultino inefficaci, è necessario il ricorso al controllo faunistico, inteso come attività straordinaria di contenimento numerico, da effettuarsi nel territorio agro-silvo-pastorale, per il soddisfacimento di un primario interesse pubblico e a difesa del reddito agricolo. Con particolare riferimento al cinghiale, nelle aree interessate da una presenza in soprannumero rispetto alle densità obiettivo concordate, Coldiretti ha posto la necessità di individuare misure straordinarie per il controllo della specie, ivi incluso il divieto di immissione su tutto il territorio nazionale salvo le aree opportunamente autorizzate, controllate e recintate.

Per quanto concerne i danni causati dallo storno, Coldiretti ha evidenziato che già con il precedente Governo, l’Italia, avvalendosi della procedura prevista dalla dir. 79/409/CEE  ha presentato richiesta alla Commissione Europea affinché tale specie sia inserita tra le specie cacciabili  e che, quindi, sarebbe opportuno seguire l’iter del provvedimento a Bruxelles affinché si risolva con esito positivo.

Coldiretti ha inoltre sottolineato come la modifica in alcuni punti della legge 157/92 sia  dettata inoltre dalla necessità di renderla maggiormente rispondente agli obiettivi dell’attuale Politica Agricola Comunitaria valorizzando al meglio il ruolo multifunzionale delle imprese agricole con particolare riferimento a quelle che svolgono attività faunistiche e faunistico-venatorie, avvalendosi degli strumenti previsti dagli artt. 14 e 15 dal decreto legislativo 18 maggio 2001, n. 228 Orientamento e modernizzazione del settore agricolo, a norma dell’articolo 7 della legge 5 marzo 2001, n. 57, che consentono la stipula di convezioni tra enti pubblici e imprese agricole per  attività di gestione e manutenzione del territorio e dell’ambiente.

Al termine di questa prima fase di audizioni, che ha uno scopo conoscitivo sullo stato di attuazione della legge, il Comitato ristretto provvederà ad elaborare un unico disegno di legge, visto che attualmente ne risultano depositati ben sei in Senato e due progetti di legge  alla Camera, dopo di che inizierà il confronto vero e proprio sulla nuova proposta normativa.

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