il Punto Coldiretti

Emergenza Aethina tumida, per gli esperti la convivenza con le api è possibile

Coldiretti ha partecipato alla Giornata tecnico-divulgativa sull’emergenza Aethina tumida, organizzata dal Cra Api di Bologna, in cui sono state illustrate le principali conclusioni alle quali sono giunti i maggiori esperti internazionali sulla gestione del coleottero negli alveari. Le relazioni scientifiche sono state fatte da esperti del Laboratorio UE di referenza per la salute delle api  dell’Oie – World Organisation for Animal Health, dall’Istituto zooprofilattico  delle Venezie – Centro di referenza nazionale per la salute delle api, dell’Università di Pretoria (Sud Africa), del  Servizio di ricerca in agricoltura del Dipartimento Agricoltura degli Usa e da Peter Neumann, Presidente di Coloss, associazione internazionale di ricerca sulle api e sul miele, il maggior esperto sull’Aethina tumida. Il tutto con la presenza del Ministero delle Politiche Agricole e del Ministero della Salute.

Secondo gli esperti è molto difficile che interventi di eradicazione vadano a buon fine in quanto non è possibile eliminare tutti i coleotteri. In Italia, quindi, con molta probabilità si va verso il contenimento. Se dai prossimi monitoraggi dovesse risultare che  i coleotteri sono presenti negli sciami selvatici (e questo dovrà essere appurato a primavera quando riprende il ciclo biologico dell’Aethina tumida) ormai la presenza è da considerarsi endemica. Dovranno essere monitorati non solo gli apiari, ma soprattutto  le aree dove sono i bombi, gli sciami selvatici, i fruttiferi, i nuclei sentinella. Se in questi casi,  si rinviene la presenza dei coleotteri vuol dire che ormai l’Aethina tumida è presente.

Gli esperti, nell’esprime grande apprezzamento per lavoro che è stato finora in Italia al fine di contenere la presenza dell’Aethina tumida, hanno evidenziato che oltre a Calabria e Sicilia, le altre aree italiane potenzialmente a rischio di presenza di Aethina tumida sono: Puglia, l’area costiera della zona tirrenica dalla Campania alla Liguria, l’area costiera dell’Abruzzo, l’area costiera della Sardegna. Le aree a basso rischio sono: tutta la zona appenninica, Italia settentrionale, Marche, Umbria ed Emilia Romagna. Secondo gli esperti il nostro paese avendo un clima simile a quello sud Africano è vulnerabile, ma il rischio non va sopravvalutato. Richiede comunque un monitoraggio costante. Ovviamente la componente climatica è fondamentale in quanto maggiore è il tasso di umidità dovuto ad un incremento delle precipitazioni più aumenta il rischio di una veloce riproduzione del coleottero.

Gli esperti oltre ad indicare quali sono le buone pratiche che consentono agli apicoltori di difendersi dal coleottero, hanno suggerito due interventi prioritari. Il primo è preparare delle linee guida con l’indicazione delle buone pratiche che gli apicoltori dovranno  seguire per contenere la presenza dell’Aethina tumida, qualora si andasse verso una “coesistenza” con tale coleottero. Il secondo è avere delle colonie di api ben popolate in quanto più numerose sono le api meno possibilità ci sono che l’Aethina tumida prenda il sopravvento nell’alveare.

Il Mipaaf ha evidenziato che le azioni finora intraprese sono state l’avvio di un programma di ricerca del Cra Api; l’utilizzo della rete Beenet per il monitoraggio; l’avvio dell’Anagrafe apistica; l’individuazione di soluzioni che rispondano alle esigenze degli apicoltori. Gli esperti hanno anche ricordato che, volendo fare una graduatoria dei maggiori rischi per le api, l’Aethina tumida viene al quarto posto, preceduta dalla Tropilaelapsosi (Tropilaelaps spp.), un temibile acaro parassita di Apis mellifera, responsabile di una malattia esotica che malgrado la sua assenza nel territorio europeo è comunque importante che tutti gli operatori del settore apistico sappiano riconoscere. Al secondo posto,  la Varroa, al terzo la Peste americana, al quinto, la Peste europea, al sesto il Nosema, al settimo la Galleria mellonella, meglio conosciuta come tarma della cera o camola del miele ed infine, l’Acarapis woodi.

Il Ministero della Salute ha dichiarato che per il momento non intende modificare il decreto ministeriale nel quale sono previsti i roghi degli alveari. Ciò sarà fatto quando il Cra Api avrà elaborato un documento tecnico esaustivo su come gestire l’eventuale presenza dell’Aethina tumida. Intanto, la vendita di api e la loro movimentazione nell’ambito degli areali sottoposti a sorveglianza di Calabria e Sicilia è consentita, mentre vige il divieto assoluto di movimentazione all’esterno di tali aree. Questa settimana la regione Calabria dovrebbe inviare al Ministero della salute la quantificazione dell’indennizzo complessivo che dovrà essere riconosciuto agli apicoltori i cui alveari sono stati distrutti dopo di che si provvederà al pagamento.

 

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