Biometano da rifiuti, la Lombardia dà il via libera alle autorizzazioni
La Regione Lombardia ha sbloccato le autorizzazioni degli impianti di biometano prodotto da rifiuti, chiarendo che i criteri statali che definiscono il biometano quale prodotto, anche nel caso in cui derivi da un impianto di recupero di rifiuti, sono da individuarsi nel decreto biometano (d.m.2 marzo 2018) e nella relativa procedura operativa. Il decreto dirigenziale (il 6785 del 15 maggio 2019) nasce dall’esigenza di sbloccare la situazione di stallo creatasi con riferimento agli impianti di recupero di rifiuti ed alla possibilità di qualificare come prodotto il risultato finale dell’attività di recupero a seguito della sentenza del Consiglio di Stato n.1229/2018. Tale pronuncia, in particolare, con riferimento ad uno specifico episodio, aveva affermato che non è possibile per le Autorità competenti autorizzare di caso in caso la cessazione della qualifica del rifiuto, in assenza di una normativa comunitaria o statale di riferimento che disciplini le condizioni del recupero e le caratteristiche del materiale prodotto, sulla base dell’articolo 184 – ter del codice ambientale (d.lgs. n.152 del 2006). Ciò ha causato un blocco delle autorizzazioni nel settore, considerato che non esistono regolamenti comunitari per la cessazione della qualifica del rifiuto per la produzione di biometano, né una disciplina nazionale specifica adottata in base al codice ambientale. La Regione, quindi, dopo aver esposto in più occasioni al Ministero dell’Ambiente l’istruttoria effettuata e le ragioni per cui la disciplina energetica in materia di biometano possa considerarsi sufficiente anche ai fini ambientali, ha determinato la possibilità di autorizzare la produzione di biometano, anche da impianti di trattamento dei rifiuti, utilizzando i criteri statali del decreto biometano per definire tale combustibile un prodotto a tutti gli effetti e non un rifiuto. |