il Punto Coldiretti

Energie rinnovabili, cresce il pericolo di infiltrazioni mafiose

Si espande in modo allarmante l’interesse delle organizzazioni mafiose in ambito ambientale, in particolare su uno dei principali strumenti della Green Economy, ossia il ricorso alle fonti di energia rinnovabile, siano esse eoliche, fotovoltaiche, a biomasse, ecc. Rispetto a tale settore, infatti, si susseguono su tutto il territorio, dalla Lombardia alla Sicilia, le indagini delle Procure ordinarie e delle Direzioni Distrettuali Antimafia, per smascherare infiltrazioni criminali.

Siamo di fronte ad un sistema caratterizzato dalla collaborazione fra le signorie della criminalità economica che mirano al profitto e gli interlocutori del territorio, ossia i casati mafiosi che lo dominano. Ancora una volta, finanziamenti dello Stato o della comunità internazionale, destinati ad un nobile scopo come l’incentivazione delle energie alternative, vanno ad arricchire le organizzazioni criminali nonché i soggetti corrotti che interagiscono con le stesse.

In tale meccanismo, viene penalizzata l’impresa virtuosa, che già è colpita dalla crisi economica, mentre le organizzazioni mafiose, svincolate dai normali meccanismi economico-finanziari, sono avvantaggiate e trovano campo libero per sfruttare e trarre illecitamente profitto da risorse destinate a migliorare l’ambiente  secondo norme nazionali e comunitarie.

Viene minacciato, così, lo sviluppo di un’economia che si pone come obiettivo quello di preservare l’ambiente, poiché la stessa si conforma alle strategie delle società criminali, specie nei territori in cui queste sono maggiormente radicate.

Ciò che, principalmente, emerge è che, in questa nuova frontiera del crimine organizzato, la gestione illecita del territorio sia il presupposto fondamentale che consente alla criminalità di trarre profitto, sul punto, difatti, i traffici illeciti delle fonti alternative e quelli legati allo smaltimento dei rifiuti hanno in comune proprio i referenti del territorio, che interloquiscono con le mafie e le camorre.

Ai trafficanti del ciclo illegale dei rifiuti, si aggiungono, quindi, quei soggetti che nel settore delle rinnovabili, sebbene non abbiano alcuna competenza specifica, grazie alla conoscenza del territorio si occupano dei rapporti con gli enti locali, propongono progetti pur non avendo le risorse necessarie, definiscono accordi con le amministrazioni e, solo alla fine, cedono l’affare  alle organizzazioni criminali.

E’ chiaro che contro tale sistema illegale, oltre all’apparato repressivo dello Stato, deve muoversi l’intera società e, dunque, poteri pubblici, cittadini, imprenditori e legislatore, a supporto di scelte ed azioni che privilegino la logica della legalità e della tutela dell’ambiente rispetto a quella del profitto.

Registrato presso il Tribunale Civile di Roma, Sezione per la Stampa e l'Informazione al n. 367/2008 del Registro della Stampa. Direttore Responsabile: Paolo Falcioni.
2008 © Copyright Coldiretti - powered by BLUARANCIO S.p.A. | Redazione contenuti

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

Chiudi