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Eolico, ecco i criteri da rispettare per limitare la realizzazione degli impianti

Nonostante i gravi danni al territorio causati dalla realizzazione “selvaggia” di impianti a fonti rinnovabili, la Corte Costituzionale ha bocciato la legge regionale della Sardegna, che ha previsto come aree idonee alla realizzazione di impianti eolici solo quelle industriali, retroindustriali e limitrofe o già compromesse dal punto di vista ambientale, escludendo di fatto tutte le altre, comprese quelle agricole.

La Sardegna, dunque, aveva giustamente ritenuto adatte solo quelle zone dove la costruzione di impianti non avrebbe arrecato danni all’ambiente. Ad ogni modo, la Corte, più che contestare la scelta delle aree indicate come idonee e quelle escluse per la realizzazione degli impianti, ha ritenuto che i criteri adottati nel predisporre tali limiti fossero in contrasto con i principi previsti dalla legge nazionale in materia.

La Corte afferma la necessità di indicare direttamente le aree e i siti non adatti per l’installazione di specifiche tipologie di impianti, mentre la disciplina regionale sarda ha capovolto  tale criterio e lo ha sostituito con quello diametralmente opposto, indicando le aree e i siti idonei, con l’effetto di stabilire un’esclusione generale di intervento per la costruzione di nuovi impianti in tutte le aree ed i siti non espressamente indicati.

Considerando che le Regioni possono prevedere aree e siti non idonei alla istallazione di specifiche tipologie di impianti e che, in particolare, la Sardegna gode di una competenza primaria in materia di tutela del paesaggio, la stessa avrebbe potuto direttamente individuare le aree non idonee all’inserimento di impianti eolici, senza ribaltare i criteri stabiliti dalla legge statale per quanto riguarda la localizzazione degli impianti.

Pertanto, l’esclusione delle aree, tra cui quelle agricole, per la costruzione degli impianti a fonti rinnovabili prevista dalla legge regionale, poteva essere considerata legittima se tali zone venivano qualificate, esplicitamente, come non idonee e accompagnate dalle motivazioni che hanno comportato la dichiarazione di non idoneità.

Ad ogni buon conto, a prescindere dai criteri d’individuazione delle zone non idonee, Coldiretti ritiene necessario limitare la realizzazione degli impianti eolici e, in generale, di quelli a fonti rinnovabili, posto che, come già denunciato, la speculazione che si è verificata nel settore ha dato luogo alla costruzione indiscriminata di tali impianti sul territorio a danno dell’ambiente.

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