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Eurobarometro, i cambiamenti climatici non preoccupano gli italiani

L’Unione Europea è uno dei principali attori nella lotta internazionale al cambiamento climatico. Nel 2007, infatti, i leader europei si sono accordati per una riduzione minima delle emissioni di gas serra del 20% entro il 2020. Si tratta di un obiettivo più ambizioso di quelli sottoscritti nell’ambito del Protocollo di Kyoto, che si assestano su una riduzione dell’8% entro il 2012, rispetto ai livelli di emissione del 1990 e che l’Unione Europea vuole raggiungere aumentando, in particolare, la percentuale di energia proveniente dalle risorse rinnovabili e quella dei biocombustibili.

E’ interessante notare come, sulla base dell’indagine di Eurobarometro, i cittadini europei considerano il riscaldamento globale come il secondo problema più grave (62%) della società contemporanea dopo la povertà e la mancanza di cibo ed acqua potabile (68%).

La maggioranza assoluta del campione in quasi tutti i Paesi considera il riscaldamento globale come un problema serio, con l’eccezione degli Italiani, che hanno risposto positivamente soltanto nel 47% dei casi. Una risposta simile si rileva soltanto nella Repubblica Ceca ed in Portogallo. Mentre più della metà degli europei si sente molto bene o abbastanza bene informata su differenti aspetti del cambiamento climatico, il 50% degli italiani ritiene, tuttavia, di essere male informato sulle sue conseguenze ed il 57% ha risposto nello stesso modo in ordine al come combattere questo fenomeno.

I due terzi circa degli europei non considerano che il cambiamento climatico sia un problema esagerato dai media e dalle istituzioni, ma predomina comunque un certo ottimismo sul fatto che il fenomeno si possa arrestare. Il 56% degli europei, inoltre, ritiene che la lotta al cambiamento climatico possa avere un effetto positivo sull’economia.

Dall’indagine si denota chiaramente che per gli europei i differenti attori non stanno facendo abbastanza per arrestare il fenomeno: il 76% indica, in tal senso, il mondo imprenditoriale ed industriale; il 67%, invece, considera che sono proprio i cittadini a non fare abbastanza; mentre per il 64% sono governi nazionali ad essere poco attivi. Nel caso degli Italiani è il 72% del campione che chiama in causa l’inerzia dei propri amministratori.

Per la maggioranza dei cittadini europei i biocombustibili dovrebbero essere utilizzati per ridurre le emissioni di gas serra. In Italia questa risposta è fornita dal 73% del campione. Il 44% degli europei afferma, infine, di essere disposto a pagare fino al 30% in più per l’energia verde.

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