il Punto Coldiretti

Fitofarmaci, agricoltura italiana sempre più sicura e sostenibile

Nell’ambito della fiera di Verona si è tenuto un Forum sull’agricoltura sostenibile, organizzato da Agrofarma, al quale è intervenuta anche Coldiretti, con l’obiettivo di spiegare ai consumatori come e perché si utilizzano i fitofarmaci in agricoltura. Coldiretti ha evidenziato come l’agricoltura abbia subito, grazie alle nuove conoscenze in campo agronomico, chimico ed ambientale una evoluzione enorme rispetto al dopoguerra quando l’obiettivo di spingere sulla produzione in termini quantitativi ha determinato un uso intensivo della chimica in agricoltura che, se da un lato, ha prodotto l’effettivo positivo di garantire nei paesi ad economie avanzate l’autosufficienza alimentare, dall’altro ha prodotto alcuni effetti negativi sull’ambiente.

La Politica Agricola Comunitaria ha colto già negli anni ’80 l’esigenza di garantire processi di produzione in agricoltura nei quali l’obiettivo della produzione fosse armonizzato con quello della tutela dell’ambiente. Di qui, la previsione, tramite i Piani di Sviluppo Rurale regionali, i sostegni finanziari alla difesa integrata, al metodo di produzione biologico appositamente disciplinato da norme comunitarie ad hoc ed una legislazione sull’immissione in commercio dei fitofarmaci che autorizzasse tali prodotti a seguito del rispetto di severi parametri in merito al loro effetto sulla  salute umana e dell’ambiente ed all’adozione di misure di mitigazione del rischio nel momento in cui sono impiegati dall’utilizzatore.

Tale normativa è oggi ancora più restrittiva grazie alla riforma della legislazione su tali mezzi di produzione intervenuta con il reg. CE 1107/2009 relativo all’immissione in commercio dei prodotti fitosanitari che ha sostituito la dir. 91/414/CEE e dalla dir. 2009/128/CE relativa all’uso sostenibile dei fitofarmaci. Nell’Uw, dal 1° gennaio di quest’anno, non esiste più la lotta fitopatologica con uso esclusivo delle sostanze chimiche, ma i  due soli metodi di produzione ammessi sono la difesa integrata (combinazione di molecole di sintesi chimica con la lotta biologica che ricorre agli insetti utili) ed il metodo di produzione biologico o biodinamico. Coldiretti ha evidenziato che i prodotti fitosanitari  stanno alla difesa delle piante contro malattie e parassiti,  come le medicine alla tutela della  salute umana.

Del resto, nell’arco di 60 anni,  l’agricoltura é riuscita a produrre utilizzando un quantitativo di fitofarmaci nettamente inferiore rispetto al passato ed a dosi molto più basse. I dati del Ministero della salute ci dicono che in Italia, da circa 1000 sostanze attive impiegate negli anni ’60, oggi sul mercato gli agricoltori possono ricorrere a non più di 250 principi attivi. Molti fitofarmaci classificati come tossici e molto tossici ed aventi un sensibile impatto ambientale sono stati nel tempo vietati dall’UE a seguito dei diversi processi di revisione delle sostanze attive con le quali sono ottenuti i prodotti fitosanitari. Secondo i dati dell’Istat nel periodo 2002-2012 la riduzione dell’uso di fitofarmaci in agricoltura è pari al -19 per cento, così come l’uso di prodotti tossici e molto tossici è diminuito del  36 per cento.

Uno studio importante del Ministero della salute sull’esposizione dell’organismo umano alle sostanze chimiche in generale ha evidenziato che su 42.000 esposizioni, il 40 per cento riguarda i farmaci per la salute, il 18 per cento i prodotti per la pulizia  della casa, il 6 per cento i giocattoli e solo il 5 per cento i fitofarmaci.  Inoltre, come evidenzia l’ultimo  rapporto annuale del Ministero della salute sul monitoraggio della presenza di antiparassitari nell’ortofrutta italiana,  il 99.7 per cento dei prodotti ortofrutticoli italiani è in regola rispetto ai limiti stabiliti dalla legge che fanno riferimento a parametri stabiliti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. Di questo 99,7 per cento il 64 per cento dei campioni analizzati è a residuo zero (al pari dei prodotti biologici), il 35,1 per cento presenta residui entro i limiti stabiliti dalla normativa, solo lo 0.3 per cento dei campioni presenta residui irregolari.

Coldiretti ha sottolineato che siamo, quindi, il primo paese al mondo per la sicurezza delle nostre produzioni ortofrutticole rispetto alla presenza di antiparassitari grazie alla formazione professionale dei nostri agricoltori ed a fitofarmaci che hanno caratteristiche sempre meno impattanti per la salute e l’ambiente. Va ricordato, inoltre, che l’Italia è il secondo paese in Europa per le produzioni biologiche ed il secondo nel mondo per la presenza di imprese agricole biodinamiche. Manca, però, una campagna di informazione istituzionale  da parte del Ministero della Salute e di quello delle Politiche agricole per cui, tali dati positivi, restano a conoscenza degli addetti ai lavori e non arrivano al consumatore che magari passando in campagna e vedendo un agricoltore addetto ad effettuare dei trattamenti, pensa che ciò che mangia non sia sicuro.

In tutti in questi anni attraverso i mercati di  Campagna Amica si è cercato di colmare questo gap di informazioni e promuovendo tramite la vendita diretta, l’instaurarsi di un rapporto di fiducia tra consumatore e produttore agricolo in quanto in tal caso è possibile comunicare al cittadino le modalità con le quali è stato ottenuto l’alimento. Inoltre, Coldiretti ha evidenziato come sia importante che sia acquistata ortofrutta italiana controllando in etichetta l’origine, visto che nei paesi extra-comunitari sono ancora impiegati fitofarmaci vietati ormai in Italia da anni e, quindi, acquistare tali prodotti provenienti da paesi terzi espone il consumatore a sostanze tossiche,  rischio che non si corre con le produzioni made in Italy.

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