il Punto Coldiretti

Fitofarmaci, Coldiretti chiede di autorizzare il Procloraz per cereali e florovivaismo

Autorizzare il Procloraz per cereali e florovivaismo. E’ la richiesta avanzata da Coldiretti, che prosegue la sua attività di difesa di alcune sostanze attive che le imprese agricole associate evidenziano come indispensabili per la lotta fitopatologica. Questa volta l’intervento presso le amministrazioni nazionali competenti ha riguardato, come detto, la sostanza attiva, utilizzabile da sola o in differenti formulazioni, come fungicida o come conciante, la cui immissione in commercio è stata a suo tempo revocata dall’Ue.

Diversi studi scientifici evidenziano la notevole efficacia del Procloraz per le colture florovivaistiche e, in particolare come conciante, per i cereali. Con particolare riferimento a questi ultimi, Coldiretti ha sottolineato al Ministero della Salute e a quello delle Politiche agricole che non sono disponibili in commercio molti prodotti con le medesime caratteristiche, soprattutto, nel caso dei cereali autunno-vernini, per i quali è difficile prevedere interventi fungicidi sulla coltura e, anche qualora questi siano possibili, spesso non sono economicamente sostenibili.

La pratica della concia delle sementi è, infatti, per i cereali, in molti casi risolutiva per contrastare patologie recrudescenti che si manifestano all’inizio del ciclo di sviluppo della pianta. Inoltre, è uno dei pochi prodotti impiegabili in floricoltura, altro comparto in cui non vi è grande disponibilità di prodotti fitosanitari registrati.

Il Procloraz, per le sue caratteristiche e per lo spettro d’azione molto ampio, ha un impatto limitato sull’ambiente, in quanto l’utilizzo come conciante ne riduce le problematiche di tossicità vista anche la sua scarsa volatilità.

Coldiretti si è fatta portavoce delle imprese agricole del settore cerealicolo e del florovivavismo esprimendo preoccupazione rispetto al procedimento di revisione di tale sostanza che sarà discussa, nei prossimi giorni, presso il Comitato permanente per la catena alimentare e la salute degli animali (Scfcah), che raggruppa gli esperti dei 27 Paesi dell’Unione Europea.

La mancata inclusione del Procloraz nell’allegato I della dir. 91/414/Cee, determinerebbe, infatti, un impatto negativo su due colture molto importanti per l’agricoltura italiana.

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