il Punto Coldiretti

L’agricoltura sociale tra capacità imprenditoriale e senso di comunità

Durante la formazione che Inipa Coldiretti Education ha svolto per Monte dei Paschi di Siena, è stato affrontato il tema dell’agricoltura sociale attraverso un appassionato approfondimento di Angela Galasso, esperta e socio fondatore di Arb Agriculture Rural Brokers.

Ogni volta in cui un’azienda agricola affianchi alla produzione di alimenti attività dirette all’inclusione delle fasce deboli o di supporto alla comunità, si realizza quella che si definisce agricoltura sociale che la legge n. 141 del 2015 riconduce nell’ambito più generale dell’agricoltura multifunzionale. In particolare, relative all’agricoltura sociale sono le attività dirette a realizzare inserimento socio-lavorativo di persone svantaggiate (lavoratori con disabilità o comunque per altre cause svantaggiati e minori inseriti in progetti di riabilitazione); attività sociali e di supporto per le comunità locali, prestazioni e servizi di co-terapia e riabilitazione con l’ausilio di animali e piante, iniziative di educazione ambientale e alimentare anche attraverso l’organizzazione di fattorie sociali e didattiche.

L’agricoltura sociale non è mera attività aziendale, non vede nella finalità economica il suo scopo ultimo, ma integra un sistema complesso in cui lo spazio agricolo si fa al contempo contesto e pretesto per la costruzione di un sistema di welfare, in cui l’uso virtuoso di risorse materiali e immateriali dell’agricoltura diviene strumento sociale funzionale alla comunità.

Ciò detto, non si può non considerare anche l’importanza economica che questa ha assunto nel contesto del comparto: dagli ultimi dati Istat infatti (indagine del 2020) si stima che le attività agrituristiche, ricreative e sociali, le fattorie didattiche ed altre attività –gli unici risvolti dell’agricoltura sociale rilevati ad oggi dall’Istat – producano da sole un valore pari a 1,5 miliardi di euro l’anno.

Anche sotto il profilo aziendale i numeri delle fattorie sociali in Italia sono notevoli: raggiungono una dimensione media di 24,5 ettari di Sau contro i circa otto ettari medi delle aziende agricole in generale e sono circa 4500 quelle che svolgono questa attività in maniera continuativa e strutturata (e addirittura il doppio se si considerano anche quelle che vi si dedicano in modo sporadico), erogando servizi per un valore complessivo di circa 13 milioni di euro, generato direttamente dalla vendita dei servizi stessi.

Ma nel caso dell’agricoltura sociale non ci si può limitare al valore “diretto”. Nel caso dell’agricoltura sociale, infatti, si deve considerare anche il valore indiretto che assume per il “sistema Paese”: parliamo, ad esempio, dei risparmio del welfare pubblico grazie all’inserimento di persone con necessità di assistenza, di riduzione dell’assunzione di farmaci, delle ricadute dell’inserimento occupazionale, dell’incremento del livello di benessere complessivo di un società. Beni per cui non esiste un mercato, ma che ugualmente creano valore per il territorio.

Agricoltura sociale come sistema, quindi, come rete di relazioni sviluppate in uno spazio agricolo che diventa altro da sé e si fa contesto, luogo di inclusione e di sostegno in cui, attraverso l’utilizzo sostenibile e virtuoso delle risorse, si realizza agricoltura di comunità.

Registrato presso il Tribunale Civile di Roma, Sezione per la Stampa e l'Informazione al n. 367/2008 del Registro della Stampa. Direttore Responsabile: Paolo Falcioni.
2008 © Copyright Coldiretti - powered by BLUARANCIO S.p.A. | Redazione contenuti

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

Chiudi