Fumiganti: l’Ue non intende rimettere in commercio l’1,3D
La Commissione Ue ha presentato al Consiglio una proposta concernente la non inclusione dell’1,3D dicloropropene, noto, come formulato commerciale, con il nome di Telone, nell’elenco delle sostanze autorizzate ad essere commercializzate come prodotti fitosanitari. Purtroppo, nonostante una lunga battaglia condotta da Coldiretti in sede comunitaria per ottenere che l’1.3D possa essere reinserito nell’allegato I, della dir. 91/414/CE, la Commissione non sembra intenzionata ad accogliere tale istanza in quanto il dossier tecnico presentato dalla casa produttrice Dow Agrosciences non ha soddisfatto i dubbi degli esperti dell’Efsa, l’Autorità per la sicurezza alimentare, rispetto ad alcune impurità che contiene il prodotto. La motivazione addotta dalla Commissione Ue in merito alla non inclusione è dovuta al rilascio nell’ambiente di un ampio numero di impurità rispetto alle quali non sono state fornite sufficienti informazioni sulla loro persistenza, tossicità, assorbimento da parte della coltura, accumulazione e livello dei residui, così come non sono stati riportati sufficienti dati tecnici per escludere la potenziale contaminazione delle acque, nonché i rischi per i consumatori e la sopravvivenza di uccelli, mammiferi ed altri organismi acquatici e non. Per completezza d’ informazione, si evidenzia che la proposta di non inclusione dell’1,3D nell’allegato I, della dir. 91/414/CEE verrà inserita all’ordine del giorno del Consiglio agricoltura del 29 novembre, ma non è possibile prevedere l’esito della discussione. Tuttavia, ci sono tutti gli elementi per affermare che è molto difficile che gli Stati membri raggiungano la maggioranza necessaria per respingere la proposta della Commissione. Né si ritiene possibile continuare a beneficiare, in futuro, dell’istituto dell’uso in deroga al divieto di utilizzo della sostanza, al quale, grazie all’intervento di Coldiretti, si è potuto ricorre più volte. Pertanto, occorre iniziare ad individuare un prodotto sostitutivo. In ogni caso, resta alta, per Coldiretti, l’attenzione su tale problema sia in sede comunitaria che con le amministrazioni nazionali competenti, in quanto si tratta di una sostanza molto importante per la lotta fitopatologica di diverse colture tra le quali anche il tabacco. Il caso della possibile mancata reinclusione dell’1.3D tra le sostanze attive autorizzate offre l’occasione per una riflessione più ampia in quanto nell’ultimo anno sono state sempre più numerose le occasioni in cui Coldiretti è dovuta intervenire a difesa di sostanze attive che con i processi di revisione in corso rischiano di uscire definitivamente dal mercato, perché non offrono sul piano ambientale e tossicologico sufficienti garanzie di sicurezza all’Unione Europea. E’ probabile che l’industria chimica debba nel breve periodo compiere un maggiore sforzo. investendo di più nel campo della ricerca, per garantire prodotti fitosanitari che rispondano ai nuovi parametri richiesti dall’Ue, altrimenti il rischio è che l’agricoltura si troverà a dover fronteggiare le malattie delle piante con un numero sempre più esiguo di prodotti. D’altro canto, a livello politico, Coldiretti non ha mai mancato di far osservare nelle sedi competenti come l’esclusione di una sostanza dal mercato dovrebbe avvenire solo quando si sono individuati prodotti sostitutivi altrettanto efficaci, altrimenti le imprese agricole europee sono svantaggiate sul piano competitivo rispetto a quei paesi extracomunitari che utilizzano sulle colture le medesime sostanze vietate sul mercato comunitario con la beffa, poi, che si importano prodotti agricoli in cui sono presenti residui di sostanze che sono, per le nostre imprese agricole, da tempo proibite. |
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