il Punto Coldiretti

Fumiganti, l’Ue s’interroga sulla commercializzazione del dicloropropene

L’agricoltura professionale si avvale ormai da molti anni della pratica della fumigazione del suolo prima dell’impianto delle colture, in particolare nelle imprese agricole dove non è possibile effettuare rotazioni colturali, come nelle serre. Fino ad  alcuni anni fa, il bromuro di metile era la sostanza attiva maggiormente impiegata al fine di ottenere l’eliminazione dei principali patogeni del terreno ed in particolare dei nematodi.

Coldiretti, a seguito del divieto dell’uso del bromuro di metile, derivante dall’attuazione del Protocollo di Montreal, su richiesta delle imprese agricole associate è intervenuta presso le istituzioni comunitarie e nazionali competenti per ottenere, tramite la procedura dell’uso in deroga che si potesse continuare ad impiegare almeno il dicloropropene, unica alternativa al momento valida, al bromuro di metile.

Tuttavia, non potendo ricorrere continuamente a tale procedura, Coldiretti è intervenuta presso la Commissione Europea per chiedere la riammissione dell’1,3D nell’allegato I della dir. 91/414/CEE. Purtroppo, rispetto a tale sostanza si continua a registrare un atteggiamento ostile della Commissione Europea nonostante sia consapevole dell’importanza che questa sostanza riveste per la sopravvivenza di molte colture, sì che la richiesta di inclusione è al momento sostenuta da diversi Stati Membri.

Nell’ambito del Comitato permanente per la catena alimentare che si è tenuto questa settimana è stata, pertanto, votata la proposta di non inclusione del fumigante 1,3-dicloropropene (1,3-D) nell’allegato I della direttiva 91/414/CEE.

Nonostante la posizione assunta da una parte degli Stati membri e le pressioni che sono arrivate dagli stessi produttori agricoli, la proposta di non inclusione della Commissione europea non è stata, nè accolta nè rigettata dalla maggioranza qualificata degli Stati Membri.
In particolare, la proposta di non inclusione è stata negativamente valutata da parte di  molti stati, per una serie di  ragioni, in quanto non si ravvisa alcun motivo valido per non approvare l’immissione in commercio dell’1,3-D.

Tutti i dubbi riguardanti la perdurante presenza di impurità dovrebbero scomparire a fronte del fatto che tale problema può essere risolto attraverso una corretta somministrazione del prodotto. Inoltre, sussiste un preciso impegno assunto dalla casa produttrice nei confronti della Commissione Europea per continuare a lavorare nel settore della ricerca al fine di migliorare la purezza della sostanza ed ottenerne l’effettiva approvazione a livello comunitario.

Le conclusioni sulla sostanza, avanzate dall’Efsa, sono state, quindi, ritenute ambigue dalla maggior parte degli Stati membri. Le preoccupazioni da parte del mondo agricolo di cui Coldiretti si è fatta ampiamente portavoce in sede comunitaria e presso la Amministrazioni nazionali competenti, sono relative al fatto che senza tale fumigante molte imprese agricole italiane ed  europee perderebbero la convenienza a produrre, a discapito della resa e della qualità dei prodotti ortofrutticoli.

L’assenza di tale prodotto dal mercato comporterebbe per i produttori una perdita di competitività e favorirebbe l’importazione di frutta e verdura fresca dai paesi terzi soprattutto in considerazione del fatto che al momento non esistono alternative valide.

La questione passerà ora al Consiglio Ue al quale verrà chiesto di pronunciarsi sulla proposta della Commissione Europea. A questo punto non è ancora possibile prevedere l’esito delle discussioni che si terranno tra i Ministri dell’Unione e che porteranno ad una decisione attesa per l’ultimo trimestre 2010.

In merito a tale vicenda, Coldiretti proseguirà nel suo impegno presso le istituzioni comunitarie e i Ministeri della salute e delle Politiche Agricole  Alimentari e Forestali  affinché si insista presso la Commissione Euroepa perchè l’ 1,3-dicloropropene rimanga a disposizione dei produttori in considerazione delle numerose sollecitazioni ricevute in tal senso dalle imprese agricole associate.

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