il Punto Coldiretti

Fusione tra DuPont e Dow, mercato dei fitofarmaci e delle sementi sempre più concentrato

E’ stata ufficialmente annunciata la fusione tra i due colossi americani dell’agrochimica DuPont e Dow Chemical che hanno raggiunto, nei giorni scorsi, un accordo che porta alla nascita di un gigante da ben 130 miliardi di dollari. L’accordo è destinato a ridisegnare la mappa dell’industria chimica e agraria e arriva nel momento in cui il crollo del prezzo del petrolio e il rafforzamento del dollaro stanno incidendo non poco sulle entrate sia di DuPont che di Dow Chemical. Il nuovo gruppo si chiamerà DowDuPont.

La nuova società che nasce dalla fusione avrà tre divisioni: una per la chimica di base, la meno redditizia, una per i prodotti specializzati come plastiche e materiali tecnologicamente avanzati  e la terza, che riguarderà appunto il settore agrochimico per la produzione e commercializzazione di fitofarmaci e sementi Geneticamente Modificate e non Ogm. L’operazione finanziaria è destinata a configurare un mercato dei fitofarmaci e delle sementi sempre più oligopolistico rispetto all’assetto attuale, considerato che il gigante dell’agrochimica, appena nato, supera di gran lunga per volume di affari tutte le altre multinazionali  e lascia decisamente indietro le più grandi quali, Monsanto e Basf.

Ciò crea una situazione di ancora maggior concentrazione del mercato dell’agrochimica finora dominato da sei attori (Monsanto, Basf, Bayer, Syngenta, DOW e DuPont) che controllano il 70% del mercato mondiale di fitofarmaci e sementi , creando, così forti barriere all’entrata di nuovi concorrenti. Il motivo della fusione nasce dalla tensione che si registra, da qualche anno, ormai, sui mercati agricoli. Il prezzo dei raccolti registra un trend in diminuzione e la crescita dei volumi di produzione rallenta. Il settore dell’ agrochimica  é dagli anni ‘90 che va incontro a un processo di concentrazione.

Le multinazionali hanno tutto l’ interesse a controllare la commercializzazione di fitofarmaci e sementi aumentando i loro profitti in un  momento in cui, tra l’altro,  il mercato europeo, a causa dei nuovi indirizzi di Politica Agricola Comunitaria, finalizzati a garantire processi di produzione a basso impatto ambientale, hanno determinato una sensibile riduzione nell’uso dei prodotti fitosanitari, mentre la positiva scelta della quasi totalità degli Stati membri, di rifiutare il ricorso alle sementi Ogm ha determinato una contrazione del volume di affari delle multinazionali dell’agrochimica sul mercato europeo. La riduzione dei profitti che ne è conseguita ha, quindi, indotto le due società per recuperare margini di profitto, a optare per la fusione.

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