il Punto Coldiretti

Giù il consumo di fitofarmaci, agricoltura sempre più attenta all’ambiente

Sempre meno chimica nei campi. E’ quanto emerge dal rapporto Istat 2010 “La distribuzione per uso agricolo dei prodotti fitosanitari”. I prodotti fitosanitari (denominati anche agrofarmaci, fitofarmaci o prodotti per la protezione delle piante) comprendono le sostanze attive destinate a proteggere i vegetali o i prodotti vegetali dagli organismi nocivi o a prevenirne gli effetti, favorire o regolare i processi vitali dei vegetali, conservare i prodotti vegetali, eliminare le piante indesiderate, eliminare parti di vegetali e frenare o evitare un loro indesiderato accrescimento.

Il loro impiego è divenuto oggetto di una crescente attenzione, da parte dei consumatori e delle istituzioni, rispetto alla tutela della salute, alla qualità del cibo e dell’acqua e alla salvaguardia dell’ambiente.  In generale, le moderne tecniche agronomiche e gli indirizzi di politica comunitaria tendono a ridurre le quantità di prodotti fitosanitari impiegate nelle coltivazioni, dando priorità sia alla difesa delle piante mediante metodi di lotta integrata e biologica, sia al mantenimento delle caratteristiche qualitative delle produzioni agricole. In questo quadro, i dati dell’ISTAT consentono di approfondire l’analisi dei potenziali residui nocivi contenuti nelle derrate agricole e nelle acque.

Nel 2009, anno di riferimento dell’indagine, la quantità degli agrofarmaci distribuiti per uso agricolo (pari a 147,5 mila tonnellate) cala dell’1,6 per cento rispetto al 2008. Nel decennio 1999-2009 la quantità di prodotti fitosanitari distribuiti per uso agricolo diminuisce complessivamente di 10,7 mila tonnellate (- 6,8 per cento).

In particolare, calano i fungicidi (-13,1 per cento), gli insetticidi e acaricidi (-23,2 per cento) e gli erbicidi (- 3,2 per cento), mentre i prodotti vari, diversi da quelli sopra menzionati, aumentano del 62,3 per cento. I prodotti molto tossici e tossici si riducono di oltre la metà (-63,5 per cento), mentre quelli non classificabili dell’8,4 per cento; viceversa, i formulati nocivi aumentano del 47,6%.

Il rapporto dell’Istat smentisce, quindi, quanti sostengono che l’agricoltura nonostante le misure agroambientali previste dalla Politica Agricola Comunitaria continui a ricorrere in modo eccessivo alla chimica ed avvalora, invece, lo sforzo compiuto in questi anni dalle imprese agricole per garantire ai consumatori alimenti ottenuti con processi produzione a basso impatto ambientale tramite un impiego attento ed equilibrato degli agrofarmaci sottolineato dallo stesso rapporto dell’Istat il quale evidenzia come “in generale, i recenti orientamenti agronomici e gli indirizzi di politica comunitaria tendono a non aumentare le quantità di prodotti fitosanitari distribuite e impiegate nelle coltivazioni, dando priorità sia alla difesa delle piante mediante metodi di lotta integrata e biologica, sia al mantenimento delle caratteristiche qualitative delle produzioni agricole”.

L’indagine interessa tutte le industrie che, con il proprio marchio o con marchi esteri, distribuiscono gli agrofarmaci in Italia ed include le sostanze attive destinate a proteggere i vegetali o i prodotti vegetali dagli organismi nocivi o a prevenirne gli effetti, favorire o regolare i processi vitali dei vegetali, conservare i prodotti vegetali, eliminare le piante indesiderate, eliminare parti di vegetali e frenare o evitare un loro indesiderato accrescimento.

Per quanto concerne i principi attivi contenuti nei preparati distribuiti per uso agricolo registrano una diminuzione, seppure lieve, scendendo da 80.662.794 mila tonnellate del 2007 a 80,7 mila del 2008 (-0,4 per cento).

Fra i principi attivi, i fungicidi rappresentano il 63,1 per cento del totale, gli insetticidi e gli acaricidi il 10,6 per cento, gli erbicidi il 10,7 per cento, i prodotti vari il 15,1 per cento e i biologici lo 0,5 per cento. Con riferimento alla classe di tossicità, solo il 3,6 per cento dei fitofarmaci risulta molto tossico o tossico (le due classi più pericolose), il 18,1 per cento nocivo, mentre il 77,9 per cento viene definito non classificabile in quanto non rileva fattori particolari di rischio.

La quantità distribuita di prodotti tossici e molto tossici diminuisce del 12,4 per cento rispetto al 2008. Risultano inoltre in calo, i prodotti  non classificabili (-9,8 per cento). Il 44,9 per cento dei prodotti fitosanitari viene distribuito nelle regioni settentrionali, il 13,7 per cento in quelle centrali e il 41,4 per cento nel Mezzogiorno.

Rispetto all’andamento della distribuzione dei prodotti fitosanitari nel periodo 1998-2008 in tale decennio i principi attivi contenuti nei prodotti fitosanitari diminuiscono complessivamente di 7,9 mila tonnellate (-9,6 per cento); in particolare, si riducono le sostanze attive erbicide, insetticide e fungicide, (rispettivamente del 34, 7,18,6 e 11,5 per cento), mentre raddoppiano le varie (+52,2 per cento).

Il rapporto mostra quindi un calo generalizzato dei quantitativi impiegati di agrofarmaci.  In particolare, specialmente per i prodotti molto tossici e tossici, la diminuzione è dovuta soprattutto all’utilizzo di pratiche agronomiche, incentivate dalle misure agro-ambientali dei Piani di Sviluppo Rurale, che puntano sul minor utilizzo di mezzi tecnici chimici impiegati nelle coltivazioni agricole.

Occorre considerare che gli agrofarmaci hanno subito, negli ultimi anni, a causa della diverse fasi di revisione degli allegati della dir. 91/414/CEE un importante processo di selezione che ha portato alla sostituzione delle molecole di vecchia concezione con principi attivi di nuova generazione a ridotto impatto ambientale, anche se le condizioni climatiche nelle varie annate e la tipologia delle colture rappresentano un ulteriore fattore di influenza della distribuzione delle differenti tipologie di prodotti. Tale processo di selezione sarà ancora più rigoroso a seguito dell’entrata in vigore del reg. CE 1107/2009 approvato nell’ambito della riforma della legislazione comunitaria sugli agrofarmaci, che introduce criteri di valutazione delle sostanze attive ancora più restrittivi di quelli attuali.

Nel decennio 1999-2009 la concentrazione dei principi attivi contenuti nei prodotti fitosanitari  è diminuita di 1,6 punti percentuali (riducendosi  da 51,9 al 50,3 per cento). Tale diminuzione è imputabile alle innovazioni tecnologiche (di prodotto e di processo), alle condizioni atmosferiche sfavorevoli e alla riduzione delle superfici coltivate. Risultano in forte crescita i prodotti di origine biologica, che passano da 68,9 a 410,6 tonnellate, mentre le trappole salgono da 601 mila a 863 mila  unità. La diffusione dei prodotti di origine biologica e delle trappole rappresenta il segmento più innovativo della distribuzione, anche se le quantità immesse al consumo risultano ancora di entità limitata.

Il minor uso di agrofarmaci e la riforma della legislazione comunitaria relativa a tali prodotti finalizzata a garantire un uso sostenibile degli stessi evidenzia un processo virtuoso dell’agricoltura che grazie all’innovazione tecnologica ed ad una nuova cultura d’impresa derivante dagli indirizzi della Politica Agricola Comunitaria si orienta sempre più verso un modello di sviluppo teso a garantire  qualità e sicurezza degli alimenti e tutela ambientale tutti principi che costuiscono parte integrante del progetto di Coldiretti sulla filiera agricola italiana. 

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