il Punto Coldiretti

Gli sprechi alimentari si combattono dal campo alla tavola

Nell’ambito dell’audizione per discutere di tre proposte di legge presentate dagli on. Gadda, Mongiello e Faenzi sulla limitazione degli sprechi alimentari, Coldiretti ha ribadito la centralità del tema ricordando che il primo passo da compiere è quello di invertire la rotta, abbandonando un modello di sviluppo industrializzato, che incentiva la delocalizzazione attraverso lo sfruttamento di risorse naturali ed energetiche ben oltre le necessità.

In pieno svolgimento di Expo 2015 – che ha aperto le porte ad un confronto di dimensioni universali sulla individuazione delle migliori strategie da attuare per nutrire il Pianeta e assicurare nuova energia per la vita – il tema della riduzione degli sprechi alimentari gioca un ruolo sostanziale nella programmazione di un futuro che ci siamo impegnati a ridisegnare nella Carta di Milano, a garanzia del diritto umano fondamentale al cibo, secondo condizioni di accesso eque per tutti.

Proteggere l’ambiente, i paesaggi e la biodiversità sono obiettivi possibili, a patto che si individui nello spreco alimentare un limite invalicabile al raggiungimento degli stessi e si riconosca come fondamentale il contributo di tutte le forze politiche, economiche e sociali presenti sul territorio nella valorizzazione di filiere agricole corte e di qualità, che fanno della stagionalità e della distintività aspetti peculiari della produzione, non replicabili in forme allungate di filiera.

La filiera corta è proprio espressione di un modello alternativo di agricoltura, che sa valorizzare la prossimità come ambito territoriale di azione entro cui è incoraggiata la realizzazione di progetti che considerano il cibo non soltanto come merce di scambio ma come occasione di affermazione identitaria e culturale.

Un intervento normativo diretto sugli sprechi rappresenta, allora, una risposta concreta alla sfida lanciata con la Carta di Milano, già da alcuni anni all’attenzione di operatori nazionali, di istituzioni europee ed organizzazioni internazionali, che forniscono dati drammatici sugli sfruttamenti insensati delle risorse naturali e sui divari ingiustificati, ancora troppo evidenti, tra Nord e Sud del mondo.
 
Si apprezza, in particolare, la proposta di legge degli On. Gadda, Fiorio ed altri, perché prevede la possibilità di estendere la categoria dei soggetti legittimati alla distribuzione di prodotti alimentari per fini di solidarietà sociale. In questo ambito, sarebbe opportuno un riferimento anche ai farmers’ markets quali centri di distribuzione di prodotti agricoli ed ortofrutticoli, che possono garantire la disponibilità di alimenti rimasti invenduti alle persone che versano in uno stato di indigenza.

Tra le misure incentivanti, sarebbe anche auspicabile un riferimento al ruolo dei Comuni nella prevenzione dello spreco e nella incentivazione al consumo e alla commercializzazione di prodotti agroalimentari sostenibili e provenienti da filiera corta, con l’ulteriore previsione specifica, nei bandi di gara per gli appalti pubblici di servizi o forniture di prodotti alimentari destinati alla ristorazione collettiva, di titoli preferenziali per le imprese che utilizzano tali prodotti agroalimentari in quantità superiori ai criteri minimi ambientali.   

La proposta di legge dell’On. Mongiello, invece, si segnala per aver previsto un coinvolgimento diretto del servizio pubblico generale radiotelevisivo per sensibilizzare il pubblico ad adottare comportamenti e misure volti a ridurre lo spreco alimentare. La riduzione degli sprechi, infatti, passa anche attraverso l’educazione e la promozione di stili di vita adeguati.

Infine, la proposta di legge dell’On. Faenzi presenta, rispetto alle precedenti, un approccio sanzionatorio in relazione alle attività di riduzione degli sprechi alimentari, che non si ritiene di poter condividere. Tuttavia, appare interessante la previsione che i prodotti alimentari ritirati dalla vendita e inidonei al consumo umano dal punto di vista igienico-sanitario possano essere ceduti ai consorzi agrari costituiti in società cooperative per essere trasformati in compostaggio in ambito rurale al fine di garantire la fertilità organica del suolo e valorizzare residui di natura organica quali scarti provenienti dalle colture agricole biologiche e deiezioni zootecniche.

Le proposte di legge presentate offrono, dunque, lo spunto per interventi concreti e Coldiretti ha rinnovato, nel corso dell’audizione, la propria disponibilità ad un approfondimento ulteriore sul tema, che possa portare all’adozione di un testo condiviso e idoneo a premiare un modello di sviluppo che sappia ridurre gli sprechi dal campo fino alla tavola.

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