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Glufosinate ammonio, il Ministero proroga il divieto per riesaminare la sostanza

Il 29 settembre scorso il Ministero della Salute ha firmato il decreto con il quale proroga il termine della sospensione cautelativa dell’autorizzazione d’impiego di agrofarmaci a base di glufosinate ammonio, scaduto il 30 settembre 2011, fino al 30 dicembre prossimo. Il provvedimento riguarda i formulati noti con il nome commerciale di Basta, Basta 200, Basta 45 e Finale (leggi il documento su http://www.ambienteterritorio.coldiretti.it/tematiche/Ogm/Documents/basta.pd).

Il Ministero, infatti, contrariamente alle autorità degli altri Stati membri dell’Ue, aveva deciso, nei mesi scorsi, di sospendere l’uso di tali prodotti, adottando  un provvedimento restrittivo benché il glufosinate ammonio sia al momento impiegato in agricoltura in tutta Europa, essendo inserito tra le sostanze autorizzate all’immissione in commercio ai sensi dell’allegato I della dir. 91/414/Cee.

In seguito ai nuovi studi presentati dalla casa produttrice, il Ministero ha quindi deciso di prendere tre mesi di tempo, per  riesaminare con maggiore attenzione, il dossier presentato dalla Bayer Cropscience Srl,  che ne richiede, appunto, la reimmissione in commercio.

La Bayer ha presentato una documentazione molto analitica, visto che la sostanza é classificata ai sensi del reg. Ce 1272/2008 come tossica per la riproduzione di categoria 2 e, quindi, richiede un’approfondita valutazione in termini di impatto sulla salute umana e sull’ambiente.

Gli studi realizzati dalla multinazionale evidenziano come l’uso di dispositivi di protezione individuali e di ugelli antideriva consenta di limitare moltissimo il grado di esposizione dell’operatore alla sostanza e l’impatto sull’ambiente. In particolare, per quanto concerne gli effetti della sostanza sulla salute umana, le ricerche della Bayer Cropscience evidenziano che gli eventuali effetti sull’apparato riproduttivo sono stati osservati solo su femmine di ratto negli studi di tossicologia condotti in laboratorio con dosi molto alte di sostanza attiva.

Questi dati non possono essere trasferiti sull’uomo, ma, in ogni caso, a scopo cautelativo, la casa produttrice propone di riportare una dicitura in etichetta che raccomanda alle donne in età fertile di non esporsi a contatto diretto con la sostanza. Gli uomini, invece, qualora rispettino le prescrizioni e le cautele riportate in etichetta, non risulterebbero esposti a rischio. Del resto, una dicitura analoga é già presente per alcuni agrofarmaci di categoria 3.

Il Ministero, in collaborazione con l’Istituto Superiore di Sanità, è quindi al lavoro per giungere, entro la fine dell’anno, ad una decisione definitiva su tale sostanza la cui revisione a livello comunitario, è prevista non prima del 2017.

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