il Punto Coldiretti

Grazie all’agricoltura aumenta la presenza dell’avifauna nelle aree rurali

Aumenta la presenza dell’avifauna nelle aree rurali. E’ quanto emerge dal Rapporto di applicazione della condizionalità in Italia 2010, pubblicato dalla Rete Rurale Nazionale che cita i risultati  di  un  recente  studio  coordinato dalla Lipu, Censimento dell’avifauna per la definizione del_Farmland Bird Index a livello nazionale e regionale in Italia, nel quale  si afferma che la situazione dell’avifauna dei sistemi  agricoli italiani é in una fase di notevole dinamismo, con numerosi cambiamenti significativi di medio periodo.

La presenza dell’avifauna nelle aree agricole, calcolata sulla base del Farmland Bird Index,  è considerata, infatti, un efficace ed importante parametro per misurare il livello di biodiversità e qualità dell’ambiente. Su 195 specie europee, infatti, ben 116 sono associate agli habitat agricoli.

Nell’andamento del Farmland Bird Index, tarato su 28 specie legate agli agro ecosistemi nazionali,  si nota che nel complesso questo si è mantenuto stabile nel periodo considerato presentando, tuttavia, un andamento leggermente decrescente e, quindi, una diminuzione delle specie nel periodo 2000-2004 seguito da uno crescente con un’aumentata presenza delle specie di avifauna nel periodo più recente dal 2005 al 2009.

Secondo il rapporto della Rete Rurale è difficile trovare un collegamento certo di causa effetto tra l’andamento dell’indice che misura la presenza delle specie di avifauna e le politiche di sviluppo rurale in quanto possono essere moltissimi i fattori ambientali che possono far variare il Farmland Bird Index.

Tuttavia, è verosimile che negli agrosistemi in cui l’indice rimane stabile, l’agricoltura ha avuto un effetto positivo, mentre nelle aree delle praterie montane il fenomeno dell’abbandono dell’agricoltura ed, in particolare, della zootecnia , potrebbe aver determinato una diminuzione del livello di diversificazione degli habitat necessari alla sopravvivenza dell’avifauna. E’ noto, infatti, che la presenza di pascoli svolge un ruolo positivo nel mantenere le condizioni ambientali necessarie alla sopravvivenza di alcune specie di uccelli (ad es. l’allodola e la cappellaccia).

Tali dati sono la prova tangibile di quanto da sempre Coldiretti sostiene e, cioè, che l’impresa agricola, lungi dall’essere una minaccia per la tutela dell’ambiente, contribuisce, invece, in modo determinate nella salvaguardia e ripristino degli habitat necessari per la sopravvivenza delle diverse specie,vegetali ed animali, inclusa l’avifauna a seguito dell’azione sinergica svolta dalle misure agroambientali della Politica Agricola Comunitaria, alle quali le imprese agricole aderiscono volontariamente, con quelle obbligatorie imposte dalla condizionalità.

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