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Il biologico tedesco avanza, serve strategia nazionale

Dai rapporti annuali dei Länder sull’agricoltura biologica del 2014, si registra una crescita dell’agricoltura biologica che si avvicina pericolosamente ai 1.387.912 ha dell’Italia. Nel 2014 risultano complessivamente 35.927 operatori tra produttori, trasformatori, fornitori, importatori e operatori dediti alla commercializzazione, mentre la superficie coltivata con il metodo biologico risulta essere di 1.047.633 ettari, con 23.398 aziende biologiche. Da ciò risulta che la quota degli operatori bio sul totale degli operatori agricoli è dell’8,2%, la quota bio sul totale della superficie agricola ammonta al 6,3%.

Il ministro dell’agricoltura Christian Schmidt ha commentato gli ultimi dati nazionali del settore affermando che “questa è la direzione giusta, tuttavia, non ci accontentiamo, ma andiamo avanti insieme per rafforzare ancor più l’agricoltura biologica in Germania. L’agricoltura biologica produce già oggi un contributo decisivo alla nostra alimentazione, e rappresenta un importante pilastro dell’agricoltura e dell’industria alimentare tedesca”. Riguardo ad ulteriori sviluppi, il ministro dell’agricoltura tedesco insieme con le parti interessate e le associazioni di categoria, ha dato l’avvio in maggio alla futura strategia per il settore.

E’ pur vero, comunque, che il modello di biologico che persegue la Germania non è quello italiano. La Germania si è avvalsa in questi anni di tutte le deroghe possibili previste dalla normativa comunitaria sul biologico e non è interessata a promuovere l’agricoltura  biologica in termini di qualità delle produzioni come avviene in Italia, ma in termini meramente quantitativi. Non a caso è il paese che più si è battuto per ostacolare la riforma della legislazione comunitaria in materia di agricoltura biologica proposta dalla Commissione Ue che intende introdurre norme più restrittive di quelle attuali al fine di elevare gli standard di qualità degli alimenti biologici.

Resta il fatto che l’Italia ha necessità di stabilire delle linee di programmazione per lo sviluppo dell’agricoltura biologica che consentano di aumentare nei prossimi anni la superfice investita a biologico e di proseguire nella crescita della zootecnia biologica. Altrimenti il rischio è di avere nella Germania un temibile concorrente.

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