il Punto Coldiretti

Il Cardinale Turkson: “Con Ogm vince oligopolio economico-industriale”

Peter K. A. Cardinale Turkson, Presidente del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, intervenuto ad un interessante Convegno organizzato dalla Fondazione per lo sviluppo sostenibile e dal Centro di etica ambientale sul tema degli organismi geneticamente modificati, invita a riflettere sulle finalità e sulla effettiva utilità della produzione Gm.

Pur non prendendo posizione a favore o contro gli Ogm, nonostante la Santa Sede sia stata più volte chiamata ad esprimersi al riguardo, il Cardinale dipinge, con estremo rispetto e con profondo senso di carità, l’immagine di un Creato affidato da Dio a tutti gli uomini: “Dio ci rende responsabili dell’armoniosa gestione della natura e delle sue risorse” e noi “dobbiamo averne cura con lo stesso amore del proprietario nonché creatore di tali beni. La nostra missione consiste nell’amare il Creato, nell’accompagnarlo verso la sua perfezione ultima e nel renderlo fruttuoso”.

Può dirsi fruttuosa una natura brevettata che presta la propria terra alla messa a coltura di sementi geneticamente modificate, appartenenti a poche grandi multinazionali, che inducono gli agricoltori a diventare schiavi di un modello produttivo ingiusto ed estremamente costoso?

“L’oligopolio economico-industriale, risultato di un mercato sregolato” ostacola lo sviluppo dei popoli, ci ricorda il Cardinale Turkson: l’industria agroalimentare multinazionale risponde ad un modello di sviluppo che per nulla si adatta ai piccoli imprenditori agricoli, “in quanto gli Ogm sono stati concepiti proprio per e nel modello agricolo altamente industrializzato”.

“Tentare una produzione Ogm, per un piccolo produttore, significa spesso tendere alla monocoltura, visto che gli Ogm spingono verso la specializzazione”. “Favorire l’uso di Organismi geneticamente modificati negli appezzamenti dei piccoli produttori li allontana inevitabilmente dall’uso di svariate piante naturalmente adatte al contesto locale”. Gli Ogm distruggono, quindi, le produzioni tipiche, locali, che identificano le piccole e tanto diverse realtà agricole presenti nel nostro territorio.

“L’avvento degli Organismi geneticamente modificati consolida l’affermarsi di un’agricoltura caratterizzata dall’uso di moderne biotecnologie, ‘ad alta intensità di capitale, con forte meccanizzazione e un uso intensivo di prodotti agrochimici’ su superfici estese dedicate a monocolture, puntando su ingenti economie di scala. Un modello agricolo che si può definire oligopolio economico-industriale”.

“Esistono numerose possibilità”, sottolinea ancora il Cardinale “per aumentare la produttività dei piccoli e poveri produttori – o comunque la quantità di alimenti che essi sono in grado di portare sino al mercato – senza ricorrere agli Organismi geneticamente modificati: irrigazione di base, sistemi di essiccazione, depositi ben difesi dall’umidità e dai roditori, servizi di trasporto, di organizzazione e di accesso al mercato, … è questo che serve, oggi all’agricoltura mondiale”. Ogm inutili, dannosi e democraticamente ingiusti, dunque, secondo il bilancio presentato dal Cardinale, che merita pieno accoglimento.

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