il Punto Coldiretti

Il Ministero dell’Ambiente esclude un futuro Ogm

Nell’audizione del 2 aprile scorso, tenuta dal Ministro dell’Ambiente in Commissione alla Camera dei deputati, è emersa la necessità di concentrare intelligenze, energie e attenzioni verso un modello di sviluppo inteso in chiave green che sappia coniugare la salvaguardia della natura con le spinte all’innovazione che generano occupazione e benessere.

Il Ministro assume impegni importanti e chiede il sostegno di tutti, istituzioni, privati e cittadini, per diffondere una nuova “mentalità ambientale” che sappia guardare al futuro senza distruggere ciò che di buono è stato fatto finora. La riscoperta dell’ambiente come asset principale di sviluppo costituisce l’occasione per rinsaldare la collaborazione tra pubblico e privato nel comune obiettivo di realizzare un modello di economia circolare che riduca drasticamente gli sprechi e favorisca l’inserimento dei giovani nel mondo del lavoro.

L’audizione, ricca di spunti e suggerimenti su numerosissimi aspetti di rilevanza ambientale, traccia in modo chiaro la linea che il Ministro intende adottare per garantire un futuro stabile al nostro Paese, futuro nel quale non sono contemplati gli organismi geneticamente modificati (Ogm). Anzi, rispetto a questi ultimi, il Ministro precisa che “la priorità è incrementare l’autonomia decisionale degli Stati membri dell’Unione europea. Il sistema attuale vede tuttora un protagonismo di fatto esclusivo delle strutture dell’Unione europea, a detrimento dell’autonomia dei singoli Stati. L’Italia è parte attivissima di un processo che finalmente s’è avviato e che vorremmo concludere al più presto con la riapertura di concreti spazi di autonomia per i singoli Stati. Sono fiducioso che il processo possa avere una svolta decisiva nel corso del semestre di Presidenza italiana”.

Il settore agroalimentare rappresenta il volto sano e promettente dell’Italia, e come tale, deve essere valorizzato nel contesto della strategia europea su consumo e produzione sostenibili, perché cibo e alimentazione esprimono le esperienze produttive e le tradizioni del nostro patrimonio enogastronomico e costituiscono temi in continua evoluzione.

Le filiere agricole di qualità italiana trovano “terreno fertile” nelle politiche della green economy avviate a livello europeo e sviluppate dagli Stati in materia di efficienza energetica, gestione delle risorse idriche e lotta agli sprechi. Ruolo centrale è rivestito dagli interventi di bonifica, che consentono di restituire nuovo vigore ad aree contaminate, degradate e abbandonate. La richiesta di acqua destinata al consumo umano esige interventi strutturali notevoli per proseguire l’attività di depurazione del patrimonio idrico, assicurando i finanziamenti più opportuni per adottare modelli innovativi di gestione integrata del ciclo delle acque. Una gestione sostenibile delle risorse idriche esige, inoltre, un’azione mirata contro gli sprechi causati dalle perdite e un sistema virtuoso di gestione dei rifiuti per preservare le risorse idriche dall’inquinamento.

La delicata questione della “terra dei fuochi” consente di ricordare che la crescita sostenibile si può conseguire solo nel rispetto della legalità. In questa direzione si colloca la previsione di nuove norme in materia di delitti contro l’ambiente, contenute nel disegno di legge governativo in fase di approvazione.
In Europa, l’azione del Ministro riveste un’importanza strategica in vista di due importanti eventi: il semestre di Presidenza del Consiglio europeo a partire da giugno 2014 e il semestre dedicato ad Expo da maggio a ottobre 2015. Si tratta di occasioni fondamentali per affrontare tematiche strategiche per lo sviluppo del Paese, ridefinendo le politiche sul cambiamento climatico, sulla gestione dei rifiuti, sulla conservazione e la valorizzazione della biodiversità e riconoscendo un ruolo decisivo al Green Public Procurement (GPP). Tra i propositi del Ministro, infatti, vi è anche quello di favorire la diffusione della pratica degli appalti verdi, al fine di promuovere quelle “iniziative che fanno della innovazione ambientale il proprio punto di forza”.

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