il Punto Coldiretti

In calo l’agricoltura biologica nel Regno Unito

In Gran Bretagna, secondo i dati diffusi da un rapporto del Department for Environment Food & Rural Affaires nel 2014, la superficie coltivata con il metodo biologico è in diminuzione essendo passata da 600.000 ettari dell’anno precedente a  549.000 ettari e rappresenta il 3,2 % della superficie agricola totale del Regno Unito. La diminuzione della superficie biologica prosegue dal 2008, anno in cui il Paese ha raggiungo il suo picco (circa 800 mila ettari), riducendosi fino ad oggi del 39%.

Il numero degli operatori per l’anno 2014 si attesta sulle 3.695 unità, in calo rispetto al 2013, quando se ne contavano 3918. Per quanto riguarda la zootecnia, dopo tre anni di recessione, il totale del bestiame è aumentato del 7,4%. Cereali, verdure e patate, e altri seminativi sono tutti diminuiti a partire dalla fine del 2000, rispecchiando il calo della superficie coltivata a biologico.

I motivi di tale trend negativo sono legati alle difficoltà che gli agricoltori stanno incontrando nell’attuare il metodo di produzione biologico: i costi di produzione sono sempre più alti, a detta degli agricoltori intervistati. In zootecnia, ciò è dovuto soprattutto al prezzo dei mangimi biologici in costante aumento e ciò determinerebbe, a cascata, un aumento del prezzo del latte e della carne che secondo i produttori diventerebbe troppo oneroso per i consumatori.

Si sta, quindi, verificando anche in Gran Bretagna, così come in Italia,  uno squilibrio tra domanda ed offerta di prodotti bio: mentre la domanda dei consumatori è in crescita,  i produttori biologici  inglesi non riuscendo a sostenere i costi di produzione  stanno abbandonando il metodo di produzione tornando all’agricoltura convenzionale così che la domanda interna viene soddisfatta con prodotti biologici importati.

Il campanello d’allarme lanciato da uno dei paesi agricoli più importanti d ‘Europa dovrebbe indurre a riflettere sulle strategie di sviluppo di un settore per il quale occorre orientare gli interventi verso la formazione delle imprese, la ricerca scientifica e la riorganizzazione della filiera al fine di abbattere i costi di produzione e consentire una crescita della produzione interna.

 

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