il Punto Coldiretti

In vigore le nuove norme per l’uso delle fecce nei terreni

Il Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali ha stabilito con una norma, entrata in vigore alla fine di dicembre, una specifica modalità per l’utilizzo agronomico delle fecce di vino.

La norma stabilisce che tali materiali di scarto della vinificazione, definiti come sottoprodotti quando destinati all’uso agronomico, devono essere denaturati con un correttivo, il solfato ferroso per uso agricolo, come stabilito dalla legislazione vigente in materia di fertilizzanti, avente un titolo minimo di 90% in solfato ferroso eptaidrato. Tale sostanza è stata scelta in quanto, rispetto ad altre, presenta un minore impatto ambientale.

L’aggiunta del denaturante deve essere effettuata prima dell’estrazione delle fecce dalla cantina e nella misura minima di 100 grammi per ogni 100 litri di feccia.
Grazie anche all’intervento di Coldiretti di recente, infatti, sono state introdotte delle norme che consentendo l’utilizzazione agronomica delle fecce ha escluso che queste possano, in caso di utilizzazione agronomica, essere considerate come rifiuti. Pertanto, i produttori possono smaltire tali sottoprodotti secondo alcuni usi alternativi tra i quali si segnalano:

a) l’uso agronomico diretto, mediante la distribuzione dei sottoprodotti nei terreni agricoli, nel limite di 3.000 kg per ettaro di superficie agricola risultante nel fascicolo aziendale, a condizione di un espresso impegno ad utilizzare i sottoprodotti stessi per tale uso;

b) l’uso agronomico indiretto, mediante l’utilizzo dei sottoprodotti per la preparazione di fertilizzanti;

c) l’uso energetico, mediante l’utilizzo dei sottoprodotti quale biomassa per la produzione di biogas o per alimentare impianti per la produzione di energia, utilizzati anche congiuntamente ad altre fonti energetiche destinabili alla produzione di biogas o biomasse combustibili.

L’introduzione di tale disposizione è un  segnale importante in quanto consente alle imprese agricole di produrre un impatto positivo per l’ambiente riducendo l’immissione  di rifiuti attraverso impieghi alternativi dei materiali di scarto derivanti dall’attività agricola, in questo caso connessa ai procedimenti di vinificazione, accreditando così un modello virtuoso del ciclo di produzione agricolo sia sul piano ecologico che agronomico  e consentendo una fertilizzazione dei suoli con sostanze di origine naturale.

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