il Punto Coldiretti

La diffusione dell’eolico minaccia agricoltura e ambiente

Lo sviluppo dell’energia eolica minaccia l’agricoltura e l’ambiente e ha già trasformato in deserto un territorio grande quanto una autostrada di oltre 10mila chilometri, inibito alla coltivazione e al pascolo per far posto alle aree di rispetto di piu’ di 3600 torri eoliche presenti in Italia.

E’ quanto ha reso noto la Coldiretti nel corso dell’incontro  “La speculazione dell’eolico –  palazzinari dell’energia” promosso insieme al Comitato per il Paesaggio, agli Amici della terra e alle altre associazioni ambientaliste per far luce sui danni irreversibili provocati della crescita vertiginosa dell’eolico sul paesaggio naturale, culturale e agricolo nazionale ma anche sulle speculazioni e sullo spreco di denaro degli utenti per installazioni che non potranno fornire alcun contributo risolutivo al fabbisogno dell’energia.

Le torri eoliche sono alte fino a 100 metri con pale di 30 metri ed in grado di erogare una potenza fino a 1 MW con un area di assoggettamento per ognuna calcolata in 400 metri che significa la perdita ad oggi di 25.000 ettari di territorio ma con effetti paesaggistici, ambientali ed economici che si estendono in una area molto piu’ vasta e che potrebbero presto moltiplicare visto che i dati previsionali parlano di 10.000 MW di energia eolica già autorizzata più altri 42.000 MW in istruttoria.

La crescita dell’eolico in Italia è stata certamente favorita da una forte incentivazione finanziaria con contributi pubblici che sono stati erogati in modo squilibrato rispetto alle altre forme di energia rinnovabili come ad esempio il solare e le biomasse che presentano in Italia maggiori potenzialità.

Dai dati della Commissione europea che ha posto a confronto le rendite dell’eolico (incentivo + prezzo di vendita, sottraendo i costi) nei diversi paesi europei emerge che il livello della rendita dei produttori è massimo per l’Italia fra tutti i paesi dell’Unione con circa 100 euro/MWh per un sito eolico di media produttività, dieci volte superiore a quella della Germania (10 euro/MWh) e cinque volte quella della Spagna (20 euro/MWh).

Questo spiega perché in Italia si è avuto uno sviluppo dell’eolico a scapito delle altre rinnovabili piu’ adatte al nostro paese come il solare e le biomasse. Secondo i dati Eurobserver la Germania al 2008 ha istallato 5.351 MW di fotovoltaico oltre quindici volte superiore all’Italia che ha istallato 317,5 MW nonostante potenziali solari doppi o tripli rispetto a quelli tedeschi.

La preoccupazione di Coldiretti circa una diffusione indiscriminata sul territorio degli impianti eolici di grossa taglia scaturisce dalla valutazione che, nel promuovere questi impianti, non si stia tenendo nella giusta considerazione le necessarie garanzie in termini di valutazione degli impatti sul paesaggio e sulle attività economiche che hanno fatto del territorio un vero e proprio fattore produttivo, legando ad esso le produzioni tipiche e di qualità e le attività turistiche ed agrituristiche che ne garantiscono la vitalita’.

Queste considerazioni si amplificano per la mancanza di procedure di approvazione sociale per queste opere con un adeguato coinvolgimento delle comunità residenti nel territorio interessato dalla localizzazione di questi impianti In particolare si ritiene importante, nella valutazione di impatto delle torri eoliche, un’analisi circostanziata dei costi-benefici che tenga in debito conto quale reale valore abbia l’integrità territoriale e paesaggistica per le imprese agricole ed agrituristiche.

Le Linee guida richieste dalla normativa di settore, da emanarsi in Conferenza unificata di concerto con il Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare e del Ministro per i beni e le attività culturali, volte a disciplinare i procedimenti autorizzativi per gli impianti di produzione di elettricità da fonti rinnovabili e assicurarne un corretto inserimento nel paesaggio, devono, quindi, rappresentare uno strumento fondamentale per la programmazione territoriale. In attuazione di tali linee guida, infatti, le Regioni possono procedere alla indicazione di aree e siti non idonei alla installazione di specifiche tipologie di impianti. Nella versione predisposta è omesso, invece, qualsiasi riferimento all’impatto sulle componenti agricole del paesaggio e della biodiversità.

Diverso il discorso per gli impianti eolici rientranti nella definizione di microgenerazione (con potenze generative inferiori ai 50KW) che, invece, si ritiene di dover diffondere e sostenere in quanto in grado di favorire la fornitura elettrica in aree difficilmente raggiungibili dalla rete (utenze isolate), l’alimentazione di piccole reti (sistemi di pompaggio e recinzioni elettrificate), ma sempre attraverso il minore impatto ambientale e paesaggistico possibile.

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