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La riforma delle norme sul biologico arriva in Consiglio Agricoltura Ue

Si è tenuta a Bruxelles la riunione del Consiglio Agricoltura e Pesca, presieduta dal Ministro italiano delle politiche agricole, Maurizio Martina. La Presidenza italiana ha avviato il dibattito politico sulla proposta della Commissione europea di revisione della legislazione sul biologico, la cui analisi era stata iniziata dalla Presidenza greca a livello di gruppi di lavoro. La maggior parte degli Stati membri ha espresso il proprio supporto all’obiettivo di semplificare le regole da applicare alla produzione biologica ed aumentare la fiducia dei consumatori nel settore.

La Commissione ha proposto, in particolare, di rafforzare e armonizzare le norme di produzione eliminando le deroghe attuali. Un certo numero di delegazioni ha espresso preoccupazione per un tale cambiamento alla legislazione vigente in materia di agricoltura biologica, che potrebbe essere considerato un rischio per la crescita del settore biologico. Varie si sono espresse a favore di una revisione delle attuali deroghe, purché oggetto di una valutazione caso per caso.

Per quanto riguarda il sistema di controllo, la Commissione ha proposto di eliminare l’attuale requisito di una verifica annuale obbligatoria di conformità per tutti gli operatori e di rafforzare l’approccio basato sull’analisi del rischio per i controlli ufficiali. Inoltre, la proposta prevede che tutti gli operatori della filiera agroalimentare biologica siano assoggettati al sistema di controllo. Infine, si prevede una norma che  modifica il sistema di controllo, per cui questo sarà ricondotto nell’ambito delle disposizioni quadro contenute nella proposta di regolamento relativa ai controlli ufficiali in alimenti e mangimi. Tuttavia, molti Stati membri non sono favorevoli a questa impostazione in quanto affermano che i controlli in agricoltura biologica hanno modalità e finalità differenti.

Infine, per quanto riguarda gli atti delegati, la Commissione ha introdotto la possibilità di ricorrere a tale strumento per modificare le disposizioni relative al metodo di produzione biologico, sostenendo che semplificherebbe la legislazione. Tuttavia, su questo tema, un certo numero di delegazioni ha espresso la propria opposizione  e in molti hanno dichiarato che le norme di produzione dovrebbero essere contenute nell’atto di base e modificate tramite processo di co-decisione.

Nel corso del suo intervento, il Commissario Ciolos ha ricordato che per quanto riguarda l’eliminazione delle  deroghe, la Commissione non prevede di eliminarle automaticamente tutte, ma saranno mantenute quelle “di buon senso” in modo da limitarne il numero a quelle realmente necessarie. Per il momento, ha dichiarato Ciolos, le deroghe per sementi e mangimi sarebbero mantenute, in attesa di avere materiali biologici, per i quali si faranno investimenti al fine di favorire la ricerca e l’innovazione.

In generale, la maggior parte degli Stati membri ha espresso un giudizio favorevole nei confronti della proposta di revisione della legislazione sul biologico, in particolare verso gli obiettivi di rafforzare la fiducia dei consumatori e semplificare gli oneri amministrativi per i produttori. La maggioranza delle delegazioni ha, inoltre, appoggiato la proposta di introdurre una certificazione di gruppo per i piccoli agricoltori.

I principali temi sui quali i rappresentanti degli Stati membri si sono soffermati nel corso della discussione sono: l’introduzione di atti delegati, strumento rispetto al quale Polonia, Finlandia e Ungheria hanno espresso le loro preoccupazioni, in quanto darebbero troppo potere alla Commissione e non semplificherebbero la legislazione come prefissato. Svezia, Paesi Bassi, Estonia, Malta, Portogallo, Ungheria, Slovenia, Repubblica ceca e Cipro hanno poi affermato di preferire atti di esecuzione ad atti delegati, che dovrebbero essere utilizzati solo per gli interventi tecnici, ai quali si sono uniti anche Portogallo, Croazia, Lussemburgo, Germania, Grecia e Francia che hanno sostenuto la necessità di includere le norme di produzione nel regolamento di base.

Svezia, Belgio, Paesi Bassi, Lituania e Germania si sono dichiarati favorevoli all’eliminazione delle deroghe se esaminate caso per caso; Estonia, Lituania ed Ungheria hanno, inoltre, ricordato che per l’eliminazione di alcune deroghe sarebbe necessario un maggiore periodo di transizione rispetto a quello previsto dalla proposta della Commissione, con Malta che ha sostenuto che l’eliminazione di troppe deroghe scoraggerebbe i produttori.

I rappresentanti di Spagna, Lituania e Cipro hanno ricordato che nella valutazione delle deroghe da poter eliminare, bisognerà tenere in conto le diversità climatiche, e in ogni caso sarà necessario mantenere le deroghe sui mangimi e i materiali di riproduzione (sostenuta anche da Ungheria e Finlandia), o altrimenti si penalizzerebbe il settore; anche Bulgaria, Lituania, Romania e Croazia hanno dichiarato di voler mantenere la possibilità di utilizzare le sementi convenzionali. Nel corso del dibattito la maggioranza si è espressa contro l’eliminazione delle aziende miste, poiché ridurrebbe il numero di produttori di prodotti biologici.

Le delegazioni di Irlanda, Croazia , Bulgaria, Romania, Svezia, Paesi Bassi ed Estonia si sono dette favorevoli all’introduzione di un nuovo sistema di controlli basato sul rischio, come proposto dalla Commissione europea. Al contrario, Ungheria, Grecia, Repubblica ceca, Cipro, Malta e Portogallo hanno bocciato il nuovo sistema di controlli, proponendo il mantenimento dell’attuale sistema di controlli annuali, insieme alla Slovenia, che ha proposto di mantenere entrambe le modalità. Altre delegazioni, tra cui la Danimarca, hanno poi ricordato l’importanza di garantire dei controlli sicuri su tutto il processo e non solo sui prodotti finiti al fine di evitare le frodi.

Infine, nel corso della conferenza stampa terminato il Consiglio agricoltura, il ministro Martina ha evidenziato le preoccupazioni da parte di alcuni Stati membri riguardo la separazione delle norme di produzione e la proposta di includere un tale numero di atti delegati, ma si è detto tuttavia soddisfatto del dibattito intercorso tra Consiglio e Commissione.

Coldiretti, come già evidenziato in un incontro organizzato dal Copa Cogeca con i rappresentanti della DG Agricoltura della Commissione Ue, ritiene che la proposta di regolamento sia condivisibile nei diversi aspetti (eliminazione di gran parte delle deroghe, semplificazione, esclusione della fattispecie delle aziende biologiche miste, rafforzamento del sistema di controllo) in quanto è giunto il momento a distanza di 20 anni dall’entrata in vigore della normativa comunitaria in materia di agricoltura biologica, di elevare gli standard qualitativi degli alimenti biologici al fine di offrire ai consumatore un prodotto realmente differente da quello dell’agricoltura convenzionale.

Del resto, il sistema particolarmente flessibile di norme, che finora è stato applicato, non ha consentito, ad esempio, di far sviluppare il mercato dei mezzi di produzione in biologico (v. il caso delle sementi) e di favorire la diffusione della zootecnia biologica, sì che si assiste a processi di produzione che il consumatore pensa siano al 100 per cento rispondenti al metodo di produzione bio quando, invece, la realtà è molto differente. Il biologico deve valorizzare produzioni legate al territorio tutelando razze di animali e varietà di colture vegetali a forte connotazione locale, promuovendo la biodiversità in agricoltura.

Non ha alcun senso promuovere un biologico commerciale come intendono alcuni paesi nord europei: il principio, secondo Coldiretti, è che il metodo di produzione biologico deve avere regole rigorose ed applicarsi là dove esistono le condizioni ambientali e di rispetto di elevati standard di benessere animale che il metodo richiede.

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