il Punto Coldiretti

Le incertezze normative mettono a rischio i fumiganti

Dopo diciassette anni dalla decisione di eliminare il bromuro di metile (BM), anche gli altri fumiganti rischiano l’esclusione dal mercato, penalizzando l’agricoltura mediterranea che necessita della disponibilità di prodotti per la disinfestazione dei suoli.

A causa dell’effetto lesivo sulla fascia di ozono stratosferico, il BM era stato gradualmente eliminato dagli impieghi agricoli, ove l’uso prevalente è stato, per anni, proprio quello della geodisinfestazione. Tale processo, avviato nell’ambito del Protocollo di Montreal e coordinato in Italia dal Ministero dell’Ambiente, si è concluso il 1° gennaio 2008, termine ultimo per l’utilizzo per gli usi critici del bromuro.

Nonostante le riserve espresse più volte da Coldiretti, insieme alle altre rappresentanze agricole coinvolte in un apposito gruppo di lavoro, il Ministero dell’Ambiente non ha più presentato richiesta per gli usi critici del bromuro di metile a partire dal 2008, ritenendo sufficiente lo stato tecnologico e commerciale delle alternative.

Ma la disponibilità di nuovi mezzi chimici fumiganti per i terreni agrari, su cui si è fondata la strategia europea ed italiana per la sostituzione del BM, non si è rivelata reale. Trattandosi di prodotti già presenti in commercio alla data di entrata in vigore della normativa europea in materia di prodotti fitosanitari (direttiva 91/414/CE), queste sostanze si trovano attualmente in fase di revisione dell’autorizzazione.

Nello specifico, le principali sostanze impiegate come fumiganti del suolo, indicate a livello internazionale come alternative al bromuro di metile, sono 1,3-dicloropropene (1,3-D), cloropicrina, dazomet, metam-sodio e metam-potassio.

Nelle condizioni attuali, se queste sostanze non otterranno le necessarie autorizzazioni, è a rischio la possibilità di eseguire la disinfestazione dei terreni attraverso la fumigazione, pratica agronomica molto diffusa nel sud Europa, soprattutto per alcune colture di grande valore economico come il tabacco, il pomodoro, la carota e la fragola. Le particolari condizioni pedoclimatiche dell’area mediterranea favoriscono, infatit, la diffusione dei nematodi, parassiti in grado di arrecare gravi danni alle colture, sia in termini di qualità che di resa.

Uno degli aspetti critici della questione riguarda il fatto che le sostanze fumiganti rientrano nel campo di applicazione della normativa europea sui prodotti fitosanitari, che, in realtà, non risulta adatta a considerare le peculiarità intrinseche e le particolari modalità di impiego di questi prodotti (che si differenziano dai comuni prodotti fitosanitari, ad esempio, rispetto al fatto che vengono distribuiti nel terreno mentre la coltura non è ancora presente).

Questa situazione influisce notevolmente sui processi autorizzativi, a causa delle difficoltà che le imprese produttrici incontrano nell’affrontare il lungo e complesso iter tecnico e burocratico, che coinvolge tanto gli Stati membri che la Commissione Europea.

Per quanto la conclusione dell’intero programma di revisione europeo è attesa per la fine del 2009, la tempistica relativa ad ogni sostanza è diversa a seconda della rispettiva lista di revisione di appartenenza. Tra i fumiganti, il 1,3-D è tra i più utilizzati ed è stato il primo ad essere sottoposto al programma di revisione e ad aderire alla seconda fase (regolamento n. 33/2008), che dovrebbe concludersi all’inizio del 2010.

Coldiretti ha collaborato attivamente con i Ministeri della salute, dell’Ambiente e delle Politiche Agricole per garantire la disponibilità di 1,3-D durante la campagna 2009, avvalendosi dei cosiddetti usi di emergenza, di cui si attende un rinnovo per consentire la fumigazione dei suoli destinati alle colture autunnali.

La situazione di tutti i fumiganti, comunque, è caratterizzata da un clima di incertezza, alimentato da un inquadramento normativo inadeguato, che sta costringendo i Paesi membri e la Commissione europea a continui escamotage per mantenere attive le autorizzazioni, procedendo a rinvii, autorizzazioni provvisorie e atti che, ad oggi, non sembrano poter risolvere la questione in modo definitivo, cosa che potrebbe avvenire dotandosi di una regolamentazione europea ad hoc per queste sostanze.

Infine, è importante sottolineare come Coldiretti abbia avviato iniziative di collaborazione con le istituzioni ed i produttori nell’attuare azioni di sensibilizzazione sul tema.

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