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Life, un programma per salvare gli olivi secolari

E’ possibile gestire in maniera economicamente redditizia gli oliveti secolari conciliando l’attività produttiva con la salvaguardia del loro valore ecologico e paesaggistico? A questa domanda sta cercando di dare una risposta il progetto Life + Cent. Oli.Med  (v. in Internet: http://www.lifecentolimed.iamb.it/) presentato nell’ambito di un convegno tenutosi a  Roma il 28 giugno scorso, organizzato dal Ministero dell’Ambiente e dal Ministero delle Politiche Agricole in occasione dei 20 anni dalla nascita del programma Life che tanto contribuisce alla valorizzazione dell’ambiente e della biodiversità.

Il progetto valorizza una coltura caratteristica  dell’area mediterranea che ha una grande importanza in termini paesaggistici in quanto l’olivo contribuisce a configurare l’aspetto di  interi territori. L’importanza dell’olivo e dell’olio che si ottiene alla spremitura delle suoi frutti (drupe) giocata nella storia economica e della cultura mediterranea è enorme, e nel corso del tempo si è arricchita di sempre nuovi spunti e suggestioni: si pensi, ad esempio, alle evocazioni contenute sia nel Vecchio che nel Nuovo Testamento. Ciò ha indotto taluni a proporli come una sorta di marcatore antropologico della comune mediterranea.

Il problema della salvaguardia degli olivi secolari è strettamente collegato all’annosa questione della gestione sostenibile delle aree agricole ad elevato valore naturale. L’esperienza del progetto ha dimostrato come la conservazione di un elevato tenore di biodiversità sia ottenibile solo attraverso l’adozione e il perpetuarsi di pratiche agricole in grado di mantenere, se non di accrescere, la presenza di spazi seminaturali nell’azienda.

Al fine di ottenere risultati efficaci occorre fornire agli agricoltori informazioni tecnico-agronomiche adeguate e servizi di ricerca applicata così da metterli nelle condizioni di poter confrontare la conoscenza scientifica con i saperi tradizionali locali che rappresentano la base della competenza nei sistemi agricoli a bassa intensità.

Il progetto ha come obiettivo l’elaborazione di Linee guida per la conservazione e il miglioramento della biodiversità negli oliveti secolari, rilevandone le caratteristiche ambientali e morfologiche collegate con un elevato livello di biodiversità faunistica e floristica, coinvolgendo in una visione di approccio partecipativo, gli agricoltori in un confronto con esperti botanici e faunistici finalizzato ad un processo di adeguamento delle pratiche agricole comunemente adottate a basso impatto sulla biodiversità.

Gli studi condotti su oliveti gestititi in modo differente, tradizionali o intensivi, con metodi convenzionali o biologici hanno permesso anche di esprimere in termini di convenienza economica il raffronto tra le diverse olivicolture. Ciò ha consentito di realizzare  un piano di miglioramento economico degli oliveti secolari.

Il progetto coordinato dall’Assessorato all’Ecologia della regione Puglia ha consentito di individuare tutte quelle best practices, già attuate anche in settori diversi da quello olivicolo, sul territorio locale e regionale. L’obiettivo è l’incremento della biodiversità attraverso azioni di rinaturalizzazione, creando micro-habitat mediante piantagione di arbusti ed alberi, inerbimenti e costruzione di muri a secco.

Tra le best practises se ne segnalano due, in particolare. Allo scopo di creare condizioni favorevoli per la flora e la fauna negli oliveti secolari sono stati restaurati chilometri di muri a secco usando tecniche e materiali tradizionali. Al fine di favorire, poi, il facile accesso ai campi delle macchine per la lavorazione del terreno e la raccolta delle olive da parte degli agricoltori nell’area pugliese, i muri a secco sono stati realizzati in modo discontinuo.

Questa scelta è stata condizionata anche dall’irregolare disposizione degli olivi. Inoltre, lungo i muri a secco sono stati piantati 2.000 metri di siepi con oltre 3.000 arbusti di specie locali (lentisco, mirto, alaterno, rovo, biancospino) per ospitare insetti utili per l’olivo e per fornire rifugio e cibo agli animali soprattutto durante la stagione invernale. In alcuni appezzamenti sono stati piantati piccoli gruppi di carrubi per fornire riparo a uccelli, mammiferi e rettili. Inoltre, è stata ricostituita la copertura erbacea degli oliveti propagando e trapiantando le specie tipiche della steppa mediterranea al fine di migliorare al biodiversità  essendo presente un cotico erboso degradato a causa delle lavorazioni e del diserbo.

In fine, per valorizzare il territorio è stato tracciato un percorso pedonale di 3 km che attraversa l’area degli oliveti secolari accompagnato da spazi espositivi per mostrare al pubblico i prodotti legati all’olivicoltura. Nel progetto sono stati coinvolti tutti i soggetti interessati alla conservazione e valorizzazione  degli olivi secolari ed il Ministero dell’Ambiente trasferirà il modello di gestione elaborato nell’ambito del progetto, redigendo un Piano d’Azione Europeo Mediterraneo che coinvolgerà anche gli altri paesi in cui è diffusa l’olivicoltura  e cioè Spagna, Grecia, Portogallo, Libano e Tunisia.

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