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Lotta ai giavoni del riso, Coldiretti chiede l’uso d’emergenza del Quinclorac

Coldiretti chiede l’uso d’emergenza del Quinclorac contro i giavoni del riso. L’Italia è il primo paese produttore di riso nell’Ue in quanto con 247.594 ha coltivati nel 2010 (fonte: Ente Risi) rappresenta il 52% della superficie investita a riso nell’Unione stessa (475.752 ha). La maggior parte delle varietà (Carnaroli, Baldo, Arborio, Vialone Nano, etc.) è coltivata solo nel nostro Paese. La perdita di queste varietà comporterebbe un danno non solo in campo economico, ma anche in termini di tradizione, specificità e biodiversità.

Grazie ad una attenta gestione della Politica Agricola Comune che, per il settore, è sempre stata caratterizzata da una specificità e da una differenziazione rispetto agli altri cereali, la coltivazione del riso in Italia ha potuto espandersi in termini di superfici per venire incontro alle esigenze dei consumatori.

In questi ultimi anni, infatti, all’interno dell’Unione Europea, il consumo di riso è cresciuto notevolmente ed il riso italiano ha saputo conquistare una marcata leadership, con una quota pari al 40%, anche per gli importanti investimenti industriali che hanno consolidato ed ampliato le reti commerciali.

A fronte di questa situazione la Federazione Coldiretti di Vercelli e Biella sta seguendo con particolare attenzione la problematica della diffusione di popolazioni di giavoni resistenti agli erbicidi più impiegati in risaia a partire dalla fine degli anni ’90. La resistenza è un fenomeno in continua espansione ed ha diverse conseguenze quali: perdita di produzione, incremento dei costi per gli agricoltori, incremento dell’impiego dei fitofarmaci percompensare la perdita di efficacia, con conseguente aumento del rischio per gli utilizzatori, i consumatori e l’ambiente, totale o parziale perdita di costosi strumenti tecnici quali sono i fitofarmaci.

La difesa delle avversità costituisce, dunque, una fase tra le più importanti della produzione agricola mentre le tecniche colturali stanno subendo un forte condizionamento dovuto al difficile reperimento, sul mercato, di erbicidi efficaci per il contenimento dei giavoni (Echinocloa spp.) nelle risaie.

In particolare, recenti studi condotti dall’Università di Agraria di Torino, hanno individuato 29 biotipi di giavone resistenti in risaia (25 popolazioni di Echinocloa crus-galli e 4 popolazioni di Echinocloa phyllopogon). Le specie Echinocloa phyllopogon ed Echinocloa erecta mostrano un’elevata sensibilità all’acquisizione della resistenza. Questa è già particolarmente elevata nei confronti degli erbicidi inibitori dell’Als. L’alternanza e/o abbinamento di erbicidi inibitori Als ed ACCasi può portare ad un miglioramento del controllo dei giavoni ed a un rallentamento dell’insorgenza delle resistenze.
 
Tuttavia, l’osservanza di alcune popolazioni di giavoni con  resistenza multipla a inibitori di Als e ACCasi evidenzia come, in un contesto di scarsità di meccanismi d’azione validi, occorre disporre del maggior numero di meccanismi d’azione diversi per controllare l’insorgenza delle resistenze. Si riscontra, inoltre, la presenza di popolazioni di giavoni resistenti al Propanile in Piemonte, Lombardia e Toscana dal 2000, nonché popolazioni resistenti agli Als in Piemonte, Lombardia ed Emilia Romagna dal 2008 e popolazioni con resistenze multiple dal 2009. Il fenomeno è in rapida evoluzione e non sono attualmente segnalati nuovi erbicidi con meccanismo d’azione efficace.

Negli scorsi anni –  come è noto – si è resa necessaria la reiterata autorizzazione eccezionale della sostanza attiva Propanile, nonostante la mancata inclusione della stessa nell’allegato I della Direttiva 91/414/Ce, in quanto la sola interruzione di un anno di commercializzazione avrebbe comportato il rischio di non potere impiegare in maniera efficace erbicidi con meccanismo d’azione alternativo oltre che una significativa perdita del raccolto. Nel 2012 è stata concessa l’autorizzazione eccezionale del Propanile ad un dosaggio ridotto rispetto a quello precedentemente autorizzato che consente il controllo di infestanti quali alismataceae e ciperacee, ma non è sufficiente per un pieno controllo dei giavoni; anzi, un controllo parziale potrebbe accelerare il processo di sviluppo di resistenze.
In definitiva sia per la presenza di popolazioni di giavoni resistenti al Propanile, sia per la crescente presenza di popolazioni ALS ed ACCasi resistenti, occorre disporre di sostanze che siano efficaci ed abbiano meccanismi d’azione alternativi. Per questo motivo si rileva da parte dei risicoltori una crescente preoccupazione ed interesse a poter nuovamente disporre di un erbicida quale il Quinclorac.

La sostanza attiva Quinclorac – erbicida sistemico di post emergenza – era autorizzata e commercializzata in Italia, come prodotto fitosanitario Facet Sc (numero di registrazione 8457 del 16.11.1993). Tale prodotto è stato revocato, in data 30 giugno 2004, a seguito della  Decisione 2004/129/CEE di non inclusione in Allegato I della Direttiva 91/414/CE della sostanza attiva. Tuttavia, per assenza di valide alternative per il controllo di importanti infestanti delle risaie e per la comprovata efficacia nei confronti dei giavoni alla dose di 375-750 g s.a./ha, sono stati concessi gli usi essenziali del Quinclorac fino al 30 giugno 2007 in alcuni Paesi Europei tra cui l’Italia.

La sostanza attiva, peraltro, non è stata inclusa in Allegato I della Direttiva 91/414/Ce, perché non difesa dalla ditta produttrice e non per mancata approvazione della Commissione Europea.  La mancanza di sostanze attive paragonabili all’efficacia del Quinclorac ha generato problemi nella scelta della linea di difesa contro i giavoni. Si è individuato nel corso degli ultimi anni il bisogno di disporre di nuovi erbicidi mirati a controllare tale importante avversità e Coldiretti ritiene che la sostanza attiva QUINCLORAC, nota in passato per l’impiego del prodotto fitosanitario Facet Sc, alla dose di 375-750 g s.a./ha, di titolarità Basf, abbia i requisiti di cui sopra per poter contribuire in modo significativo ad aumentare il livello di protezione della coltura del riso.

Pertanto, vista l’inderogabile necessità di poter disporre di questo prodotto, Coldiretti ha chiesto alle Amministrazioni competenti di prendere atto dell’imprevedibilità della problematica dei giavoni, in quanto avversità nota, ma non più controllabile per il continuo sviluppo di resistenze, aggravato dalla mancanza di valide alternative fitoiatriche disponibili, nei confronti della quale la  sostanza attiva Quinclorac può rivestire un importante ruolo nella strategia antiresistenza.

Occorre dunque concedere, con procedura d’urgenza, l’autorizzazione eccezionale all’impiego di prodotti fitosanitari a base della s.a. Quinclorac, ai sensi dell’art. 53 Situazioni di emergenza fitosanitaria del Reg. CE n. 1107/2009. per il periodo 1° aprile – 1° agosto, in modo da poter essere impiegato in tempo utile per l’epoca idonea al controllo dei giavoni in risaia.

Tal richiesta, che si va sommare alle altre presentate da Coldiretti negli ultimi tempi, dimostra la difficoltà oggettiva nella quale si trovano le imprese agricole a causa della riduzione di sostanze attive dovuta ai diversi processi di revisione comunitari, senza che queste siano state sostituite dalle ditte produttrici con molecole  altrettanto efficaci. L’auspicio è che il Ministero dell’ambiente prenda atto della gravità della situazione e dimostri una maggiore apertura verso il ricorso agli usi di emergenza e delle estensioni d’uso per le colture minori (artt. 51 e 53 del reg. Ce 1107/2009) al fine di non danneggiare l’agricoltura italiana in questa delicata fase di transizione verso l’attuazione della nuova  normativa in materia di fitofarmaci.

Registrato presso il Tribunale Civile di Roma, Sezione per la Stampa e l'Informazione al n. 367/2008 del Registro della Stampa. Direttore Responsabile: Paolo Falcioni.
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