il Punto Coldiretti

L’Ue cambia le regole sui fitofarmaci, rischi per la difesa delle colture

Il Consiglio dei Ministri europeo per l’Agricoltura ha raggiunto un primo accordo politico sulla proposta di regolamento relativa alla commercializzazione dei prodotti fitosanitari, che andrebbe a sostituirsi alle norme sull’autorizzazione all’immissione in commercio dei fitofarmaci, così come regolata dalla normativa in vigore (direttiva 91/414/CEE).

La riforma legislativa rischia di avere un impatto negativo sull’agricoltura ed in particolare sulle produzioni agricole italiane, in quanto, secondo alcune stime effettuate, potrebbe comportare l’eliminazione di più del 65% delle sostanze attive attualmente utilizzabili in agricoltura e rendere più difficoltosa l’immissione sul mercato di nuovi prodotti fitosanitari.

In base alla proposta di regolamento appena discussa, la fase di autorizzazione all’immissione in commercio dei singoli agrofarmaci dovrebbe essere ancorata a criteri di esclusione delle sostanze attive (c.d. cut off criteria) determinati esclusivamente dalle loro caratteristiche di pericolosità. Una scelta simile si discosta decisamente dalle procedure di valutazione del rischio attualmente in vigore, che hanno dimostrato di essere validi strumenti per la tutela dell’ambiente e la protezione della salute umana. Proprio per questo, Coldiretti, come pure il Copa Cogeca, manifesta le proprie perplessità sulle ipotesi di modifica espresse dal Consiglio europeo.

Con l’accordo politico raggiunto il 23 giugno si chiude la prima fase dell’iter di approvazione del provvedimento. Coldiretti si prepara a giocare un ruolo cruciale in autunno, alla ripresa della discussione del provvedimento, in sede comunitaria. Una simile disciplina, infatti, andrebbe ad incidere sulla disponibilità di mezzi per la protezione delle colture, colpendo, in Italia, con maggiore intensità, il comparto ortofrutticolo.

Un’altra tappa fondamentale è quella del coinvolgimento delle Amministrazioni competenti al livello degli Stati membri, che partecipano direttamente alle discussioni sulla proposta di regolamento europeo. Ciò che va chiarito è che le nuove norme comporterebbero un inevitabile incremento dei costi di produzione per gli agricoltori, mettendo in crisi la produzione di alcune colture, per le quali verrebbero, addirittura, a mancare prodotti idonei alla lotta fitopatologica. Il conseguente aumento delle importazioni dai Paesi terzi e la possibilità, da parte di questi ultimi, di utilizzare proprio le sostanze revocate dall’Unione Europea, potrebbero incrementare il loro vantaggio competitivo nell’ambito dei mercati internazionali, determinando significativi danni alla filiera agroalimentare italiana.

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