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Ministero dell’Ambiente, via alla riorganizzazione

Sette Direzioni generali ed un Segretariato generale. Questa la nuova struttura del Ministero dell’Ambiente, disciplinata dal Dpcm 10 luglio 2014, n. 142, con cui è stato approvato il nuovo regolamento di organizzazione. Le Direzioni generali, oltre a quella degli affari generali e del personale, sono così divise: direzione generale per i rifiuti e l’inquinamento; direzione generale per la salvaguardia del territorio e delle acque; direzione generale per la protezione della natura e del mare; direzione generale per il clima e l’energia; direzione generale per le valutazioni e le autorizzazioni ambientali; direzione generale per lo sviluppo sostenibile, per il danno ambientale e per i rapporti con l’Unione europea e gli organismi internazionali. Le Direzioni sono coordinate dal Segretario generale.

In particolare, alla Direzione per i rifiuti e l’inquinamento, oltre ad attribuzioni in materia di corretta gestione dei rifiuti  radioattivi e delle scorie nucleari e di prevenzione e protezione dall’inquinamento acustico, competono il monitoraggio dei piani regionali di gestione dei rifiuti; i criteri generali e le metodologie per la gestione integrata dei rifiuti; le attività in precedenza attribuite al soppresso Osservatorio; iniziative per la raccolta differenziata, il riuso, il riciclaggio, il  recupero e il mercato dei materiali recuperati dai rifiuti, la prevenzione e la riduzione della produzione e della pericolosità dei rifiuti e dei rischi di inquinamento. La nuova Direzione ha anche competenze in materia di inquinamento atmosferico e fissazione dei limiti massimi di accettabilità della concentrazione e  dei limiti massimi di esposizione relativi ad inquinamenti atmosferici di natura chimica, fisica e biologica, nonché dei medesimi limiti riferiti agli ambienti di lavoro.

La Direzione generale per la salvaguardia del territorio e delle acque si occuperà di difesa del suolo, di rischio idrogeologico, di derivazioni di acqua, di polizia idraulica, di navigazione interna, di cave e torbiere, di acque e servizi idrici. La medesima Direzione ha competenza in materia di bonifica dei siti inquinati, salvaguardia e risanamento di aree che necessitano di interventi specifici per la presenza di valori naturalistici o di peculiari caratteristiche geomorfologiche, ovvero di aree che presentano pressioni antropiche – con particolare riferimento alle aree sensibili, zone vulnerabili e aree di salvaguardia – nonché di aree montane, la tutela delle quali richiede misure coordinate di salvaguardia dal dissesto idrogeologico e di messa in sicurezza.

La Direzione generale per la protezione della natura e del mare svolge le funzioni nei seguenti ambiti: aree protette terrestri, montane e marine; Rete Natura 2000; assetto del territorio, biodiversità, pianificazione paesaggistica; siti naturalistici Unesco. La Direzione, inoltre, è deputata a fornire elementi cognitivi alla Direzione per le valutazioni ambientali in materia di autorizzazione all’emissione deliberata nell’ambiente di Organismi geneticamente modificati ed all’immissione sul mercato degli stessi Ogm, con particolare riferimento agli effetti anche potenziali sugli ecosistemi naturali e sulla biodiversità. Ancora, competono a tale Direzione la salvaguardia delle specie di flora e fauna terrestri e marine, con particolare riguardo alla tutela delle foreste ed alla gestione sostenibile degli ecosistemi forestali, nonché al commercio internazionale delle specie animali e vegetali (Cites) e della tutela dell’ambiente marino.

La Direzione generale per il clima e l’energia svolge le funzioni di competenza del Ministero nei seguenti ambiti: programmi e progetti nazionali per la riduzione della «intensità di carbonio» nei diversi settori economici, con particolare riferimento alla produzione ed al consumo di energia, ai trasporti, alle attività agricole e forestali. La medesima Direzione ha competenza in materia di Ecolabel, Emas, politiche integrate di prodotto e di ecosostenibilità dei consumi nel settore della pubblica amministrazione («acquisti pubblici verdi»), cambiamenti climatici, sistema energetico nazionale, riduzione delle emissioni di gas serra, fonti di energie rinnovabili, politiche per le città sostenibili, mobilità sostenibile e mobility management.

Alla Direzione generale per le valutazioni e le autorizzazioni ambientali sono attribuite funzioni in materia di valutazione impatto ambientale e di valutazione ambientale strategica (Via e Vas), autorizzazioni integrate ambientali; attività connesse a situazioni a rischio di incidente rilevante; biosicurezza e biotecnologie; autorizzazioni all’emissione deliberata nell’ambiente di Ogm ed all’immissione sul mercato di Ogm, in collaborazione con la Direzione generale per la protezione della natura e del mare relativamente agli effetti anche potenziali sugli ecosistemi naturali e sulla biodiversità.

La Direzione generale per lo sviluppo sostenibile, per il danno ambientale e per i rapporti con l’Unione europea e gli organismi internazionali, quindi, ha competenze in materia di sviluppo sostenibile, in coordinamento con la Direzione generale per il clima e l’energia; Agende 21 locali, politiche di fiscalità e contabilità ambientale, ivi inclusi lo studio, la ricerca e le politiche per la riduzione dei flussi di materia ed energia dei processi e dei prodotti e la loro impronta ambientale; Programmi per l’economia ed occupazione «verde»; gestione delle politiche comunitarie nelle materie di competenza del Ministero e dei rapporti del Ministero con soggetti di livello sovranazionale ed internazionale. Tra le competenze della nuova Direzione, si segnala la predisposizione dell’attività istruttoria, in collaborazione con le altre Direzioni generali, per la definizione dei criteri per l’uniforme esercizio delle azioni di risarcimento e per la gestione del contenzioso in materia di danno ambientale e la titolarità delle azioni risarcitorie in materia di danno ambientale di competenza ministeriale, nonché in relazione agli interventi di bonifica di competenza di altre Amministrazioni.

E’ previsto che, per i compiti istituzionali e le attività tecnico-scientifiche e di controllo ambientale di interesse nazionale, il Ministero si avvalga dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra).  Tra gli organismi di supporto, il nuovo regolamento individua il Corpo delle capitanerie di porto – Guardia costiera. Per lo svolgimento delle funzioni attribuitegli, il Ministero può avvalersi anche, previa intesa con i Ministri competenti, del Comando carabinieri per la tutela dell’ambiente (Ccta); del Corpo forestale dello Stato; dei reparti del Corpo della guardia di finanza e dei reparti delle forze di polizia.

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