il Punto Coldiretti

Moria delle api: l’Ue propone il divieto d’uso di tre neonicotinoidi per due anni

Nel  corso della riunione del Comitato permanente sui fitofarmaci che si é tenuto a Bruxelles, la Commissione ha presentato  un documento di proposta relativa alla sospensione temporanea per tutti gli usi di tre neonicotinoidi (clothianidin, thiamethoxam e imidacloprid) a seguito della pubblicazione da parte dell’Efsa, l’Agenzia pert la sicurezza alimentare, di una valutazione del rischio sui tre fitofarmaci, in relazione ad una potenziale minaccia per le api. In particolare, viene vietata la concia delle sementi  a tutela della salute delle api, qualora siano impiegate le sostanze sopra indicate.

Se confermato, il divieto avrà una durata di 2 anni a partire dal 1 luglio 2013. In questo periodo l’industria dovrà impegnarsi a sviluppare sistemi per  ridurre l’impatto di tali sostanze sulla salute delle api. Per il momento é stata assunta tale decisione solo per le tre sostanze per le quali é stata fatta una valutazione del rischio completa. Il Fipronil, ad esempio, che pure è tra i principi attivi sospettati di provocare la moria delle api, pur non essendo un neonicotinoide, non é oggetto di tale divieto.

Del resto l’Efsa non é ancora giunta a delle conclusioni definitive per cui occorre ancora tempo per avere informazioni scientifiche esaustive che possano dimostrare con certezza quali sono le sostanze attive che hanno un effetto di causa effetto sul fenomeno della moria delle api. Il Comitato ha avviato così  uno scambio di opinioni sulle opzioni politiche disponibili. Una consultazione interservizi è prevista in questi giorni, anche se le tre Direzione Generali della Commissione Ue competenti (Ambiente, Agricoltura e Commercio) sembrano aver già dato il loro consenso.

La votazione ufficiale è prevista per il 25 febbraio 2013 alla riunione del Comitato veterinario permanente sulla catena alimentare e la sanità animale. Coldiretti ha sempre ritenuto che occorra rimettersi al parere dell’autorità scientifica e, quindi, è auspicabile che l’Efsa mantenga alta l’attenzione su tale problema completando la raccolta e l’analisi dei dati a disposizione al fine di poter dare indicazioni certe agli apicoltori e ai maiscoltori.

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