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Moria delle api, prorogata la consultazione per valutare i rischi dei fitofarmaci

L’Ue sta seguendo con estrema attenzione il problema della moria delle api dovuta a diversi fattori. Tra questi, al momento l’attenzione è puntata sull’uso di alcuni fitofarmaci. L’Efsa (l’Agenzia per la sicurezza alimentare) ha, pertanto,  prorogato la consultazione pubblica sullo schema di linee guida relative al documento per la valutazione del rischio dei fitofarmaci per le api (Draft Guidance on the Risk Assessment of Plant Protection Products on Bees)  nel quadro delle disposizioni introdotte dal reg. Ce 1107/2009 che stabilisce i criteri di selezione delle sostanze attive ai fini della loro immissione in commercio. Le associazioni e i portatori di interesse possono inviare le proprie osservazioni entro il 12 novembre prossimo.

A maggio del 2012, la Commissione europea ha stanziato 3,3 milioni di euro a sostegno di 17 Stati membri che stanno effettuando studi di sorveglianza  volti a raccogliere ulteriori informazioni sulle perdite di colonie di api da miele. Tale impegno fa seguito a una relazione commissionata dall’Efsa (Bee Surveillance and Bee Mortality in Europe (Mortalità e monitoraggio delle api in Europa) dalla quale è emerso che i sistemi di monitoraggio nell’UE sono  inadeguati e vi è sia una carenza di dati a livello di Stati membri sia una mancanza di dati confrontabili a livello di Unione europea.

L’Agenzia ha avuto dalla Commissione Ue l’incarico di  esaminare le valutazioni del rischio in modo più ampio e più integrato. L’Autorità ha creato a maggio del 2012 una task force interna, tratta dalle unità pertinenti, per elaborare una revisione sullo stato dell’arte del lavoro effettuato all’Efsa, nonché al di fuori dell’Efsa, nel settore dell’apicoltura.

La task force, coordinata dall’unità Rischi emergenti, individuerà eventuali lacune teoriche e le esigenze di ricerca, ed elaborerà una relazione offrendo una panoramica delle attività in corso presso l’Efsa e formulando raccomandazioni su come proseguire il lavoro.

L’attenzione è ora focalizzata sull’uso dei fitofarmaci per cui l’Agenzia ha elaborato, con l’ausilio di esperti scientifici, uno schema di  Linee guida che costituiscono un importante documento orientativo sulla valutazione del rischio chetali prodotti possono   rappresentare per le api da miele, i bombi  e le api solitarie.  

Le linee guida propongono due livelli di studi: una prima sequenza di ricerche per la valutazione del rischio secondo uno schema semplice ed a bassi costi ed un secondo livello di studi più complessi ed approfonditi in condizioni di pieno campo e in ambienti semiconfinati. Ogni livello di ricerca deve garantire  che pur impiegando il fitofarmaco sia presente un livello adeguato di protezione per le api.

L’obiettivo delle linee guida è codificare un processo secondo il quale i fitofarmaci sono valutati per i loro rischi potenziali nel causare danni agli organismi non target, cioè, che non sono destinatari del trattamento, quali appunto le api. Il processo di valutazione del rischio ha due componenti principali: un valutazione preliminare dell’esposizione che riguarda la concentrazione ambientale prevedibile del fitofarmaco (Pec) alle quali le api sono esposte ; una valutazione effettiva che contempla il grado di danno che può risultare dall’esposizione delle api alla sostanza attiva contro il massimo livello dato dall’obiettivo di protezione specifico. Per esempio se un fitofarmaco che è venuto casualmente a contatto con le api durante l’uso agricolo ha un Pec pari a zero, la valutazione del rischio non è necessaria.

La valutazione del rischio ha diversi livelli. Il controllo viene effettuato dapprima sui fitofarmaci che hanno un rischio trascurabile per le api e per i quali non è necessario effettuare ulteriori test.  Questi fitofarmaci sono individuati calcolando il Pec e la classificazione di tossicità. Se invece la prima fase di valutazione evidenzia che il fitofarmaco presenta un rischio potenziale inaccettabile la valutazione del rischio viene effettuate includendo anche l’acquisizione di ulteriori informazione e di misure di mitigazione del rischio oppure possono essere richieste ulteriori e più approfonditi test in pieno campo ed in ambiente semiconfinato.

L’unità Fitofarmaci dell’Efsa ha anche pubblicato una dichiarazione scritta su due articoli pubblicati di recente sulla rivista Science, che indicavano l’esistenza di legami fra i neonicotinoidi e la mortalità nelle colonie di api. Il primo articolo metteva in evidenza una ricerca secondo la quale le api da miele esposte a dosi sub-letali di tiamethoxam soffrono di un offuscamento delle capacità di orientamento e concludeva che le concentrazioni di tiamethoxam riscontrate comunemente possono contribuire al collasso delle colonie. Il secondo articolo concludeva che l’imidacloprid, un altro insetticida neonicotinoide, può compromettere la salute riproduttiva dei calabroni. La Commissione europea ha chiesto all’Efsa di esaminare se le dosi impiegate negli studi sono confrontabili con le dosi reali alle quali sono esposte le api.

L’Efsa proseguirà il suo lavoro in questo settore effettuando un esame approfondito degli effetti di tiamethoxam, imidacloprid e di altri tre neonicotinoidi: clothianidina, acetamiprid e thiacloprid. L’analisi, la cui pubblicazione è in programma per dicembre 2012, presterà particolare attenzione agli effetti acuti e cronici sulla sopravvivenza e sullo sviluppo delle colonie di api, tenendo in considerazione gli effetti sulle loro larve, nonché sul loro comportamento. In tale contesto potrà  essere eventualmente presa in considerazione una valutazione degli effetti delle dosi sub-letali sulla sopravvivenza e sul comportamento delle api.

Attualmente, gli esperti delle unità e dei gruppi di esperti scientifici dell’Efsa sulla salute e il benessere animale e sulla salute delle piante, insieme all’unità Rischi emergenti, stanno elaborando un parere scientifico sul rischio derivante dall’introduzione e diffusione nell’Unione del piccolo scarabeo dell’alveare (Aethina tumida) e dell’acaro Tropilaelaps attraverso l’importazione da Paesi terzi di api vive e prodotti dell’apicoltura nonché di prodotti quali frutta e ortaggi.

Inoltre l’Efsa sta valutando la base scientifica per la sospensione preventiva da parte dell’Italia dell’immissione sul mercato di semi di mais conciati con alcuni neonicotinoidi. All’Autorità è stato chiesto di predisporre una dichiarazione scritta sui risultati del  progetto di ricerca italiano denominato Apenet.

Coldiretti ritiene che i risultati che emergeranno dagli studi dell’Ue  sono determinanti per dirimere finalmente una questione che ha provocato non poche tensioni tra maiscoltori e produttori di api nell’incertezza delle informazioni scientifiche, contribuendo a creare un clima di diffidenza generalizzato rispetto all’impiego di fitofarmaci che appare ingiustificato in quanto sono solo quattro le sostanze attive (clothianidin, thiamethoxam, imidacloprid e fipronil), attualmente sospettate di creare problemi alla salute delle api, insetti preziosi per lo sviluppo dell’agricoltura che occorre chiaramente tutelare, ma sempre sulla base di prove incontrovertibili e non di sospetti privi di validazione scientifica.

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