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Natura 2000, le indicazioni Ue per conciliare tutela ambientale e agricoltura

Molti siti Natura 2000 includono importanti aree terrestri o marine utilizzate anche per scopi diversi dalla conservazione della natura: per l’agricoltura, la silvicoltura, la pesca, le attività ricreative o per altre attività produttive e non produttive.

La gestione di tali siti è sicuramente complessa, in quanto è necessario trovare il modo di conciliare le misure di conservazione, con gli usi del suolo esistenti e, dunque, l’attività di mediazione tra i portatori d’interessi che insistono in tali aree non è certamente facile.

A volte, questo può portare a conflitti tra i proprietari dei terreni, spesso imprese agricole o gli altri soggetti presenti sul territorio e le autorità responsabili per la conservazione della natura, conflitti che possono essere anticipati o risolti se affrontati attivamente.

Al fine di trovare soluzioni praticabili e per sviluppare pratiche di gestione sostenibile è essenziale comprendere meccanismi e motivi del conflitto.
Per tale ragione, la Direzione Generale Ambiente della Commissione Europea ha commissionato uno studio (vedi all’indirizzo http://www.ambienteterritorio.coldiretti.it/tematiche/Agrofarmaci/Documents/natura2000%20conflitti.pdf)  per esaminare in dettaglio la problematica.

Secondo lo studio, al fine di evitare conflittualità sono necessarie due azioni principali: disporre di efficaci strumenti per il negoziato; adottare un corretto processo di pianificazione della gestione.

Rispetto all’adozione di efficaci strumenti di negoziazione lo studio evidenzia che quando si affronta il problema  della gestione dei siti Natura 2000, compaiono due diversi tipi di conflitti potenziali.

Il primo riguarda l’effettiva gestione del sito e la necessità di conciliare i suoi molteplici usi con le esigenze di conservazione delle specie protette e degli habitat presenti. L’altro è il modo in cui viene organizzata la pianificazione della gestione.

Spesso i problemi sorgono perché i proprietari dei terreni e i residenti temono di avere poca influenza sul modo in cui un sito Natura 2000 sarà gestito e si sentono esclusi dal processo pianificatorio. Nel primo caso, lo studio individua un certo numero di fonti potenziali di conflitto legate alla gestione quotidiana. Queste includono la preoccupazione per le restrizioni d’uso del suolo, per una inadeguata compensazione, per interferenze alla propria libertà decisionale e la mancanza di informazione.

La modalità con cui questi conflitti potenziali sono gestiti dipende in larga misura dalle politiche e dalle consuetudini in vigore in ciascuno Stato membro. Lo studio individua in particolare quattro fattori chiave che influenzano il grado di conflitto che può insorgere:

Adeguata disponibilità di fondi: dovrebbe essere disponibile un sistema di aiuti  finanziari mirati, ma flessibili – e misure di compensazione, per sostenere le misure di gestione o per la modifica delle pratiche in corso;

Procedure amministrative semplici ed efficienti: la concessione di licenze e i finanziamenti per la gestione devono seguire procedure semplici, con chiare linee guida e con azioni di sostegno;

Sviluppo di pratiche innovative: i conflitti derivanti da un uso multiplo del suolo potrebbero essere risolti mediante le nuove tecnologie per l’uso del territorio. Tecnologie che spesso vengono sviluppateproprio per rispondere alle esigenze degli utilizzatori pianificatori del territorio;

Conoscenza scientifica: per valutare gli effetti sulla biodiversità dei diversi usi di un sito e per sviluppare una buona gestione o misure di mitigazione.

In merito alla necessità di adottare un corretto processo di gestione la capacità di evitare situazioni di conflitto dipende anche in gran parte dalla pianificazione della gestione. Molti dei conflitti riportati sono sorti da semplici disaccordi o punti di vista divergenti causati dalla scarsità di consultazione e di dialogo.

Lo studio ha identificato alcune misure particolarmente importanti per garantire l’efficacia ed il successo della partecipazione:

Struttura di gestione: deve essere identificata una struttura di gestione che garantisca la partecipazione delle principali parti interessate alle decisioni sulla gestione del sito;

Partecipazione pubblica: fin dalle prime fasi è essenziale il coinvolgimento e il dialogo basati su un’analisi delle parti interessate;

Comunicazione e informazione: dovrebbe essere realizzata una strategia di comunicazione differenziata sulla base delle necessità e degli interessi dei diversi gruppi target;

L’istruzione e la formazione: sulle tecniche di comunicazione e facilitazione è di fondamentale importanza in quanto, spesso, la pianificazione della gestione fallisce a causa delle scarse capacità di comunicazione delle autorità responsabili per la conservazione della natura o dei gestori del sito;

Conoscenza scientifica di base: una buona base scientifica e un valido programma di monitoraggio sono importanti per una gestione mirata;

Integrazione settoriale e delle politiche: Natura 2000 dovrebbe essere considerata  un elemento importante e imprescindibile  della pianificazione territoriale;

Utilizzo di mediatori professionali in caso di conflitti: il coinvolgimento di mediatori indipendenti nelle situazioni di conflitto può aiutare a sbloccare i problemi e dissolvere le tensioni tra i gruppi.

La pianificazione e la realizzazione della gestione di Natura 2000 è ancora nelle sue fasi iniziali, il che significa che c’è ancora tempo per ottimizzare la procedura, ma è fondamentale che alle persone con la responsabilità dell’attuazione di Natura 2000 siano fornite competenze, tempo e risorse per svolgere questo lavoro in modo flessibile e trasparente. Il tempo e gli sforzi investiti ora produrranno risultati tangibili più in avanti e porteranno a risultati più sostenibili per Natura 2000 e per la società in generale.

Registrato presso il Tribunale Civile di Roma, Sezione per la Stampa e l'Informazione al n. 367/2008 del Registro della Stampa. Direttore Responsabile: Paolo Falcioni.
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