Novità sulla gestione di acqua e rifiuti agricoli
La gestione ambientale da parte delle imprese agricole richiede un aggiornamento continuo, che risulta, comunque, difficoltoso anche per gli addetti ai lavori. Per questo è utile fare il punto su alcune novità intervenute negli ultimi tempi in materia di acque e di rifiuti. Innanzitutto si ricorda che il Ministero dell’Ambiente ha comunicato la formale adozione di sei Piani di gestione dei bacini idrografici, in attuazione della così detta direttiva quadro sulle acque (2000/60/Ce). Tali Piani, che riguardano i distretti idrografici Padano, delle Alpi Orientali, dell’Appennino Settentrionale, del Serchio, dell’Appennino Centrale e dell’Appennino meridionale, adottati dopo la prevista procedura di consultazione e partecipazione pubblica, contengono le informazioni disponibili sui bacini stessi, nonché il programma delle misure che sono necessarie per il conseguimento degli obiettivi di qualità delle acque previste dalla menzionata direttiva. Si tratta, infatti, di strumenti fondamentali per realizzare una gestione sostenibile e partecipata delle risorse idriche nei diversi distretti idrografici e, per questo, di estremo interesse per il settore agricolo. Si rammenta che il numero complessivo dei bacini idrografici individuati nel territorio nazionale è di otto: i due rimanenti corrispondono al territorio delle due isole maggiori (Sicilia e Sardegna) e pertanto la loro adozione è stata rimessa all’autorità competente regionale. Per quanto riguarda i rifiuti si segnala che il passaggio dalla Tassa Rifiuti Solidi Urbani (Tarsu) alla Tariffa di Igiene Ambientale (Tia) – per quei Comuni che non lo avevano già fatto ai sensi del regime precedente – è interdetto, a seguito di recenti proroghe, fino al 30 giugno 2010. Sempre in materia di rifiuti, infine, si segnala che i centri di raccolta dei rifiuti urbani raccolti in modo differenziato già operanti in base a disposizioni provinciali o regionali, o di enti locali e, quindi, non autorizzati come impianti di gestione dei rifiuti, hanno tempo fino al 30 giugno 2010 per adeguarsi ai requisiti previsti, ai sensi del decreto ministeriale 8 aprile 2008. A questi centri di raccolta è possibile conferire rifiuti speciali (provenienti da utenze non domestiche) se assimilati a quelli urbani (presenti espressamente nell’elenco di cui al paragrafo 4.2 oppure comunque assimilati da regolamenti comunali), perciò anche i rifiuti agricoli se assimilati. Quindi, nei casi in cui i rifiuti agricoli siano conferiti a questi centri di raccolta, per poterlo continuare a fare anche dopo il 30 giugno 2010, sarà necessario che essi siano stati assimilati. Entro tale data, dunque, sarà importante verificare il regime autorizzativo del centro di raccolta, ossia se ricada o meno nel campo di applicazione del DM 8 aprile 2008, e se i rifiuti speciali agricoli siano stati assimilati a quelli urbani mediante regolamento comunale. |
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