il Punto Coldiretti

Nuova legge sui parchi, Coldiretti chiede più agricoltura nelle aree protette

Se ne parlava da tempo e finalmente  i lavori per la riforma della legge nazionale sulle aree protette (m. 394/1991), sono partiti, con l’insediamento, da parte della Commissione del Senato Territorio, Ambiente, Beni Ambientali, di un gruppo di lavoro tecnico, al quale partecipa anche Coldiretti. L’intento della Commissione è di procedere ad una riforma complessiva del provvedimento, che richiede di essere aggiornato rispetto ai nuovi orientamenti emersi nella legislazione comunitaria in campo ambientale ed agricolo.

La riforma si é concretizzata, per ora, in un primo disegno di legge (DDL n. 1820), che riguarda esclusivamente le aree marine protette, al quale dovrebbero essere aggiunte le previsioni per le aree terrestri, se i tempi parlamentari lo consentiranno. In caso negativo, si dovrà provvedere alla stesura di un secondo disegno di legge.

Sono proprio le aree terrestri ad interessare maggiormente il settore agricolo, essendovi ricompresi, ovviamente, i parchi. Uno degli aspetti più positivi di questo nuovo lavoro è che il testo verrà elaborato nella mediazione e condivisione di tutti i soggetti interessati, mancando un articolato precostituito. Non si può trascurare, comunque, il fatto che su alcuni aspetti le posizioni appaiono, a volte, piuttosto lontane.

Comunque, si tratta di una iniziativa importante per il mondo agricolo che, da tempo, vede nel rapporto agricoltura – ambiente – aree protette una occasione per realizzare forme di sviluppo realmente sostenibili. Purtroppo, però, i rapporti con gli Enti parco si sono rivelati spesso complessi, permanendo una visione vincolistica delle attività economiche che si svolgono nelle aree protette.

Si tratta di una lettura, peraltro, anacronistica, in quanto, con la riforma della Politica Agricola Comunitaria, si sostengono i processi produttivi a basso impatto ambientale e viene attribuito all’impresa agricola – nella sua veste multifunzionale – un ruolo fondamentale nella conservazione e nel miglioramento dell’ambiente e del territorio, anche attraverso la realizzazione di habitat che favoriscono il mantenimento della biodiversità, in una concezione dinamica e reticolare di conservazione della natura.

Oltretutto, il Presidente Dalì, che fa parte della 13ma Commissione, nel discorso di insediamento del gruppo di lavoro, ha auspicato l’esigenza di valorizzare lo svolgimento delle attività economiche e dell’agricoltura anche attraverso la conservazione ambientale. Proprio per questo si guarda alla riforma della legge come ad un’utile occasione per la rimozione di quegli ostacoli che non consentono una piena realizzazione degli obiettivi di sviluppo e promozione economica di tali aree, insieme a quelli di ripristino e conservazione.

Coldiretti, nell’ambito della Commissione, ha auspicato, quindi, che la riforma della legge 394/1991 tenga conto, tra gli altri, dei seguenti aspetti: della possibilità di inserimento nei Consigli Direttivi di gestione dei parchi nazionali di rappresentanti delle Organizzazioni Professionali Agricole maggiormente rappresentative a livello nazionale; della conclusione di accordi di programma finalizzati allo sviluppo economico-sociale ed alla conservazione e valorizzazione del patrimonio naturale delle aree; della collaborazione e della partecipazione degli Enti locali e territoriali per il finanziamento di progetti di sviluppo che prevedano una crescita ed una ricaduta economica positiva sulle comunità agricole locali (sollecitando e promuovendo l’applicazione dell’art. 7 della legge 394/1991); del coinvolgimento e della partecipazione delle Organizzazioni Professionali Agricole, sia nella stesura che nella predisposizione degli strumenti di gestione dei , SIC e delle ZPS, che compongono la Rete Natura 2000, oltre che nella predisposizione e realizzazione degli ulteriori programmi di attività; della connessione degli strumenti di pianificazione delle aree protette con le misure dei Piani di Sviluppo Rurale; dell’inserimento di un richiamo alla disciplina dei contratti di collaborazione e convezioni stipulate tra pubbliche amministrazioni e imprese agricole, introdotti dagli artt. 14 e 15 del d.lgs. 18 maggio 2001, n. 228 Orientamento e modernizzazione del settore agricolo, a norma dell’articolo 7 della L. 5 marzo 2001, n. 57 e dagli artt. 7 ed 8 del Decreto Legislativo 18 maggio 2001, n. 227 Orientamento e modernizzazione del settore forestale, a norma dell’articolo 7 della legge 5 marzo 2001, n. 57, per rafforzare la vocazione multifunzionale delle imprese agricole nell’esercizio dei compiti di tutela ambientale e di promozione della biodiversità; della regolamentazione del marchio geografico delle aree naturali protette per valorizzare l’identità dei prodotti tipici e territoriali; dell’introduzione di misure di riclassificazione delle aree naturali protette valorizzando la funzione di presidio della ruralità attraverso la istituzione di veri e propri parchi rurali.

Restando in tema di parchi ed aree protette, si vuole segnalare, poi, che sono stati pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana del 26 gennaio 2010, da parte della Regione Toscana, il Piano del Parco nazionale dell’Arcipelago Toscano ed il Piano del Parco nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna. Si tratta di strumenti attesi da molto tempo e necessari per realizzare l’insieme degli obiettivi che le aree protette nazionali dovrebbero raggiungere, tanto in termini di conservazione che di sviluppo e valorizzazione.

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