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Nuova legge sul biologico, le proposte di Coldiretti in Commissione Agricoltura della Camera

Coldiretti è stata ascoltata dalla XIII Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati in merito alla proposta di legge C. 302 Fiorio sulle “Disposizioni per lo sviluppo e la competitività della produzione agricola e agroalimentare con metodo biologico”.

L’organizzazione ha espresso parere positivo in quanto la proposta di provvedimento, senza  sovrapporsi  con la normativa comunitaria vigente, affronta alcune importanti problematiche del settore: la valorizzazione delle produzione italiane biologiche tramite l’introduzione di un logo che le identifichi e l’introduzione di norme più restrittive per il sistema di controllo, con particolare riferimento agli organismi di controllo e certificazione, che come evidenziato dall’ultima ispezione della Commissione Ue presenta alcuni limiti.

In Italia la produzione agricola biologica riguarda soprattutto seminativi, prati, pascoli e foraggere e i due comparti che dovrebbero in termini quantitativi soddisfare la domanda interna e cioè, quello ortofrutticolo e zootecnico, sono ancora lontani dal poter soddisfare la richiesta dei consumatori. L’obiettivo dovrebbe essere, quindi, quello di promuovere lo sviluppo di questi due settori produttivi utilizzando al meglio le risorse previste dai Piani di Sviluppo Rurale 2014-2020 e, dall’altro lato, rafforzare la vigilanza e il controllo sulle importazioni.

Ad ogni modo, al fine di rendere più completo il quadro nazionale di riferimento della normativa in materia di agricoltura, Coldiretti ha proposto  alcuni emendamenti al fine di disciplinare ulteriori  aspetti a beneficio dello sviluppo del settore. La normativa comunitaria, anche con la proposta di regolamento in discussione, continua a prevedere una soglia di contaminazione da ogm. Il divieto di impiego di ogm deve essere invece  generalizzato e tutti i prodotti contaminati sotto la soglia dello 0.9% non devono poter essere etichettati come biologici.

Coldiretti ritiene importante disciplinare le organizzazioni dei produttori biologici al fine di identificare i parametri di rappresentatività ed evitare l’esistenza di associazioni che si qualificano come costituite da imprenditori biologici mentre in realtà hanno una diversa compagine sociale.

Nonostante siano passati più di venti anni dall’adozione del reg. CE 2092/91 l’uso dei fitofarmaci autorizzati in agricoltura biologica resta ancora un aspetto sul quale la normativa non è esaustiva per quanto riguarda le norme relative all’autorizzazione all’immissione in commercio. Coldiretti ritiene opportuno, pertanto, prevedere un decreto ministeriale ad hoc che regolamenti la materia tenendo conto anche del fatto che i prodotti fitosanitari autorizzati per il metodo di produzione biologico devono comunque rispondere ad alcuni requisiti previsti dalla legislazione comunitaria per i fitofarmaci di sintesi chimica.

La zootecnia biologica è di estrema importanza per la crescita complessiva della filiera. Le numerose deroghe concosse fino ad oggi dalla legislazione comunitaria saranno tolte quando la proposta di regolamento comunitario attualmente in discussione sarà approvata. Secondo Coldiretti é opportuno, quindi, regolamentare il settore in modo puntuale. Dal momento che la Commissione Ue non intende disciplinare la ristorazione collettiva nell’ambito della proposta di regolamento in corso di approvazione,  lasciando  tale competenza agli Stati membri, sarebbe opportuno inserire delle norme ad hoc, vista l’ampia diffusione che esse hanno in Italia e considerato che costituisce uno dei principali mercati di sbocco dei prodotti biologici.  

Al momento si contano in Italia 1.196 mense scolastiche, distribuite in tutte le Regioni. A tal fine, Coldiretti ritiene opportuno incentivare il sistema della ristorazione collettiva con riferimento all’impiego di alimenti biologici prevedendo una norma che consenta uno sgravio fiscale, da inserire nel Decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n.633 Istituzione e disciplina dell’imposta sul valore aggiunto.

Per quanto riguarda il settore dell’acquacoltura biologica questo presenta degli aspetti che secondo Coldiretti andrebbero disciplinati con una normativa di carattere nazionale, trattandosi di un comparto complesso e diversificato che comprende un vasto numero di specie animali e vegetali (addirittura più che in agricoltura), una grande varietà di approcci regionali e nazionali ed una serie di disciplinari privati volontari. Il riconoscimento ufficiale del settore risale solamente agli anni Novanta, quindi mancano ricerche specifiche e valutazioni su scala europea.

Questi fattori, combinati con la limitatezza dei tempi a disposizione per apportare contributi al processo decisionale della Commissione, hanno causato molti  problemi di consenso su diversi argomenti, come ad esempio sulle densità di allevamento. Anche l’intenso dibattito interno allo Scof (Standing Committee on Organic Farming) ha contribuito a ritardare il processo decisionale. Il regolamento sull’acquacoltura biologica, che originariamente avrebbe dovuto concludere il suo iter nel 2008, è stato invece approvato in ultima istanza dallo Scof nel Giugno 2009 e pubblicato come regolamento comunitario (CE) n. 710/2009 nella Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea il 6 Agosto 2009, con efficacia applicativa dal 1° Luglio 2010.

Inoltre, Coldiretti ha proposto una  norma atta a  garantire, da un lato, l’affidabilità delle imprese che operano nella filiera dell’agricoltura biologica, dall’altro lato, la semplificazione degli adempimenti per gli agricoltori che praticano la vendita diretta in quanto è proprio la notevole complessità  del settore, sotto il profilo burocratico, che paradossalmente agevola il verificarsi delle truffe.

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