il Punto Coldiretti

Nuova norma Uni sul mercato volontario dei crediti di carbonio

E’ stata pubblicata la norma Uni 11646:2016 sui “Gas ad effetto serra – Specifiche per la realizzazione del sistema nazionale di gestione del mercato volontario dei crediti di CO2 e derivanti da progetti di riduzione delle emissioni o di aumento delle rimozioni di Ghg”. Il documento è il frutto di un lungo lavoro, svolto all’interno di un apposito gruppo di lavoro a cui ha partecipato attivamente anche Coldiretti, che ha avuto l’obiettivo di contribuire a mettere ordine al mercato volontario dei crediti di carbonio.

La norma Uni, in questo ambito, cerca di colmare una lacuna tecnica e giuridica che fino ad ora ha, di fatto, impedito la valorizzazione economica, nell’ambito dei mercati volontari, degli assorbimenti prodotti dal settore agroforestale. Si ricorda, infatti, il significativo ruolo  – in termini di fissazione temporanea di carbonio nei suoli, nelle produzioni vegetali ed arboree e nelle biomasse forestali – del settore agroforestale nell’ambito delle strategie di mitigazione climatica. Detto contributo, del resto, è stato ampiamente riconosciuto dal Protocollo di Kyoto attraverso la possibilità, da parte dei Paesi industrializzati, di inserimento degli assorbimenti di carbonio assicurati dalle foreste e dai terreni agricoli (le cosiddette attività Lulucf – Land-Use, Land-Use Change and Forestry). come voce attiva nell’ambito degli impegni di riduzione delle emissioni di gas serra sottoscritti nei negoziati internazionale sul clima. Anche la normativa europea, relativa agli impatti e agli assorbimenti del settore agroforestale, tra l’altro, sta subendo una notevole evoluzione in questa direzione, con ben due proposte di regolamento attualmente in esame*.

Nonostante il valore del servizio di sink di carbonio delle foreste italiane – che secondo alcune stime del Ministero dell’Ambiente, facendo riferimento ai 5 anni relativi alla prima rendicontazione delle emissioni italiane per il protocollo di Kyoto (2008-12), è stato valutato intorno ai 633 milioni di euro – a tutt’oggi, tuttavia, la contabilizzazione degli assorbimenti di carbonio (che in Italia per ora ha interessato solo le foreste ma che in futuro riguarderà anche le attività agricole) non prevede alcun riconoscimento del diritto di accesso ai cosiddetti “crediti di carbonio” da parte dei privati, visto che tutti gli assorbimenti forestali vengono contabilizzati direttamente dallo Stato nell’ambito del bilancio nazionale delle emissioni. Ciò avviene a causa dell’istituzione, avvenuta nel 2008, di un apposito registro, da parte del Ministero dell’Ambiente, che, essenzialmente, ha la funzione di contabilizzare, attraverso una logica inventariale, gli assorbimenti di carbonio come voce “attiva” nell’ambito dei report annuali, finalizzati al raggiungimento degli impegni sottoscritti dall’Italia nell’ambito dei negoziati internazionali sul clima.

Questa modalità interferisce con la possibilità di accesso, da parte delle imprese, ai mercati volontari, a causa della cosiddetta “doppia assegnazione” o “doppio conteggio”, che si verifica nel caso in cui un operatore voglia immettere nel mercato volontario assorbimenti provenienti da superfici agro-forestali già contabilizzate nel registro nazionale delle emissioni, con la conseguenza che la diffusione dei mercati volontari per la commercializzazione dei crediti di carbonio prodotti dal settore agro-forestale sia avvenuta, anche nel nostro Paese, per lo più commercializzando crediti prodotti all’estero.
Rispetto all’entità del contributo del settore alle strategie di mitigazione climatica, appaiono, quindi, del tutto legittime le aspettative, da parte delle imprese agroforestali, di un riconoscimento economico del servizio di carbon sink prodotto, anche considerando che il 60% della superficie forestale attualmente contabilizzata nel bilancio nazionale è di proprietà privata.

E’ di primaria importanza, quindi, la messa a punto di sistemi di compensazione economica del contributo apportato dal settore agroforestale, da attuarsi attraverso il riconoscimento della titolarità dei crediti di carbonio da parte di ogni singola impresa agro-forestale che volesse utilizzarli (e, quindi, mediante la possibilità di attuare uno stralcio delle superfici interessate dalla contabilizzazione nazionale o trovando soluzioni diverse che non diano origine al “doppio conteggio”).

Proprio rispetto alla necessità di ottenere un riconoscimento economico per gli assorbimenti di carbonio agroforestali nell’ambito dei mercati volontari, si inserisce la nuova norma, costituendo un importante riferimento tecnico e metodologico per le imprese agroforestali che intendono dimostrare, comunicare e “monetizzare” gli assorbimenti di carbonio prodotti nell’ambito dei mercati volontari.

La sua effettiva operatività, tuttavia, resta in qualche modo ancora subordinata all’emanazione di una specifica indicazione normativa, da parte del Ministero dell’Ambiente, sui cosiddetti “criteri di eleggibilità” e cioè sulle modalità di contabilizzazione e di assegnazione dei crediti di carbonio alle imprese agroforestali, per poter procedere al loro libero inserimento nei mercati volontari. Il principale nodo da sciogliere, infatti, resta quello della gestione/interazione dei registri degli assorbimenti prodotti dalle imprese, previsti nell’ambito dei mercati volontari, rispetto al “Registro Nazionale dei serbatoi di carbonio agroforestali” istituito dal Ministero dell’Ambiente con D.M. del 1 aprile 2008.

Si segnala, tra l’altro, come Coldiretti, in questo ambito, abbia più volte richiesto un intervento del Ministero dell’Ambiente per giungere al più presto ad una regolamentazione del mercato volontario dei crediti di carbonio e alla definizione delle modalità di accesso a questo sistema dei crediti di carbonio prodotti grazie al lavoro e agli investimenti delle imprese agroforestali nazionali. La neo pubblicata norma Uni rappresenta un passo importante proprio in questa direzione.

Registrato presso il Tribunale Civile di Roma, Sezione per la Stampa e l'Informazione al n. 367/2008 del Registro della Stampa. Direttore Responsabile: Paolo Falcioni.
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